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LA
REGINA di Francesca
Mari Quattro giorni, tra anticipazioni, dietro le quinte, interviste, fotografie, attesa, evento, digiuni…quattro giorni dedicati alla Madonna. Questo è il risultato… Non faccio questa premessa perché mi sento una martire, è il minimo che io abbia potuto fare per la mia città e per la Madonna. E’ quello che dovremmo fare tutti, amici miei. C’è chi l’ha fatto molti anni prima di me e continua a farlo, sempre spinto dalla stessa passione e dalla stessa energia: Luigi Mari. Questo è amore disinteressato… E poi, se proprio devo dirla tutta, sono io che devo qualcosa a questi quattro giorni. Né soldi, né merito e gloria, ma tanti insegnamenti, tante emozioni e… tanta libertà di coscienza LA
PROTEZIONE: Una macchina
organizzativa…con umani sentimenti Si chiama tecnicamente ‘protezione’ ed è la ‘macchina’ più composita e necessaria, tra tutte quelle preposte all’organizzazione della “Festa da’ Madonna”, perché ne rende possibile, materialmente, l’aspetto più caratteristico: “A processione”. La macchina è composta da religiosi, amici, appassionati del culto dell’Immacolata. Il responsabile è il prof. Andrea D’Urzo il quale, assieme ad altri collaboratori (Raimondo Mennella, Mazaner Vincenzo, Mariano Esposito, Reitano Natale, Giovanni Mazza), si sta occupando, già dal mese di settembre, dello studio, la gestione e la fattibilità di una processione di tale portata. La regia effettiva del gruppo, poi, viene fuori il 7 dicembre, quando, sotto la guida dell’addobbatore, in gergo “paratore”, Riccardo Lamberti, il Carro, dalla navata destra della Basilica, dove, fin dal 20 novembre di quest’anno è stato assemblato dallo stesso Lamberti e da Liberato Zeno, in base al progetto dell’U.c.a.i, è portato nella navata centrale e, secondo il rito noto a tutti, è innalzato di fronte ad un fiume di fedeli: “E’ impressionante costatare- dice il prof D’Urzo- come il mare di gente che assiste a questo rito, e comincia ad affollare la Chiesa fin dalle nove del mattino, pur se la funzione ha inizio alle 14, mostra un senso religioso talmente forte che libera l’evento sacro da ogni maldicenza che vuole vedere la Festa della Madonna solo come un evento consumistico”. Pazienza e forza che possono scaturire solo da una grande fede, come quella che da anni sostiene i “portatori”, che, com’è noto, sono coloro che portano a spalla la pesante scultura, in un’impresa visivamente colossale, che comincia il giorno prima e si conclude l’8dicembre, alle 16, col ritorno in Santa Croce. Anche quest’anno sono oltre 600 i portatori: si dividono in cinque gruppi, denominate fasce e ciascuna è contrassegnata da una tinta (celeste, rosso, verde, giallo, blu, colore, quest’ultimo, che designa la fascia, di recente formata, racchiudente i portatori giovani). Preceduto dal Santo Rosario, il rito dell’innalzamento del Carro, per opera di solo duecento dei portatori, apre ufficialmente la festa dell’Immacolata. C’è la visita alla Madonna in Basilica da parte di tutti i torresi, la realizzazione, in serata, nei vari quartieri, dei carri in miniatura e lo storico rituale dei falò: “Se in passato- spiega Giovanni Battista Mazza, segretario dell’U.c.o - il falò aveva un valore religioso (i costruttori dei carretti accendevano il fuoco per riscaldarsi in attesa dell’uscita del Carro dalla Basilica), negli ultimi tempi ha assunto, invece, un accento di competizione: si fa a gara a riesce a fare la vampa più alta”. E la città, in “attesa” di vedere la Madonna ‘imporsi’ dall’alto della gradinata della Basilica, alle ore 4 del giorno 8 assiste, all’interno del luogo sacro, alla prima messa della giornata. E poi… il suggestivo momento. IL CARRO “MARIA, SORGENTE DELLA BONTA’ ”Dall’enciclica
del Papa ad una città sofferente Questo messaggio d’amore, tratto dalla prima enciclica di Papa Benedetto XVI “Deus Caritas est”, ispira la realizzazione del Carro di quest’anno. I commissionati, gli artisti dell’Ucai: Nicola Consiglio, ha realizzato il bozzetto, affiancato da Vincenzo Cirillo, Giacomo Fiorentino e Donato Frulio che hanno realizzato le sculture. Il lavoro di realizzazione e assemblaggio della struttura, è stato eseguito dal “paratore” Riccardo Lamberti affiancato da Liberato Zeno. Realizzato in stile barocco, il Carro, quest’anno è ricco di simboli. La statua di Maria, sovrasta la struttura e si innalza su una conchiglia. Ai piedi della Madonna sgorga una sorgente d’acqua, realizzata con fili d’argento, a rappresentare lo Spirito Santo che libera l’uomo dal peccato. Davanti alla Madonna, nella parte anteriore del Carro, c’è l’effigie di Gesù Cristo, Figlio di Dio, da conoscere e amare tramite l’intercessione della Vergine Madre. (Questo il senso della collocazione delle due immagini). Ai lati della struttura alcuni significativi stemmi: sul lato destro lo stemma papale, scudo tripartito con sopra tre simboli cari a Benedetto XVI: In alto, a sinistra, la testa del moro di Frisinga ( dal 1316 costituisce il simbolo adottato dai vescovi per l’antica diocesi-principato della cittadina tedesca); a destra l’orso di Corboniano che, secondo la leggenda guidò san Corboniano dalla Baviera a Roma ( e che indica l’evangelizzazione dell’antica Baviera); in basso al centro la conchiglia, simbolo del pellegrino e del vecchio cammino per Santiago de Campostela. Sulla facciata laterale destra del Carro, invece, troviamo lo stemma del Cardinale di Napoli: al centro dello scudo la sovrapposizione delle lettere greche: CHI (la X) e RHO(la P), iniziali di Cristo che poggiano su un’ancora, simbolo della fede. Poi a sinistra l’Alfa (prima lettera greca) e a destra l’Omega (ultima dell’alfabeto) a indicare il percorso completo. Una stella, simbolo della vergine e, il motto adottato dal Cardinale Sepe: “In nomine Domini”. I due lati del carro, nella parte centrale, sono retti ognuno da due putti reggenti un corno ciascuno da cui fuoriesce grano e uva: simboli del pane e del vino eucaristico. Elementi decorativi: delfini, conchiglie, elementi marini e fascioni sparsi dovunque e, nella parte posteriore del Carro, come sempre, lo stemma della città. LA
PROCESSIONE: Un
flusso di forze fisiche e morali L’innalzamento del Carro sulla gradinata della Basilica, di fronte ad una prepotente folla di fedeli, ha dato inizio venerdì 8 dicembre alle ore 10.00, complice un raggio di sole, alla consueta processione. Momento, decisamente, più emozionante di tutti. Paura, coraggio, fede, suggestione, banda e applausi. “A’Madonna ce ha fatta”- dice una vecchina quando la grossa scultura, in stile barocco, sostenuta dai portatori, supera l’immenso scalone e volge verso il Campanile. Pericolo scampato… se fosse accaduto qualcosa al Carro quella vecchina, e tanti altri torresi non avrebbero dormito. Ma, come fanno a dormire lo stesso? (“Madonna, pensaci tu”, dice bene Luigi Mari). Da qui, poi, comincia il classico giro: Via Salvator Noto…Carro, carretti, istituzioni, gerarchie militari, istituzionali, fiume di gente… Via Roma, idem (lo stesso), fogliettini colorati; Corso Avezzana (idem); P.zza Martiri D’africa (idem); Via Marconi (idem); Via Circumvallazione… fuochi d’artificio, palloncini, stupore, onore per una strada di recente insanguinata dall’orda… Per la prima volta nella storia della Processione, quest’anno il Carro ha onorato, col suo passaggio, Via Circumvallazione. La variazione è consistita |
nell’evitare, dopo la percorrenza in discesa di Via Marconi, il ritorno del Carro in Via Vittorio Veneto, da cui si era soliti giungere a Corso Vittorio Emanuele, manovrare verso Via Circumvallazione proprio all’altezza dell’incrocio che collega questa strada a Via Vittorio Veneto. Visti gli ultimi fatti di cronaca, si potrebbe pensare ad una scelta dettata dai negativi eventi che hanno “imbrattato” questa strada e un monito, attraverso il passaggio del Carro, all’estirpazione, con l’aiuto della Madonna, di certi mali radicati. Ma, dall’organizzazione smentiscono: “La scelta - ha detto Giovanni Battista Mazza- è nata qualche mese fa dalla necessità di onorare, col passaggio del Carro, anche questa strada, cosa che i residenti richiedevano da tempo”. E, cercando di accontentare, dunque, un po’ tutti i torresi, il Carro ha proseguito, percorsa la Circumvallazione, per Cesare Battisti, ma si è solo affacciato a questa strada per poi tornare indietro e volgere verso la Villa Comunale. Ha percorso, dunque, Corso Vittorio Emanuele (come sopra); Via D. Colamarino (idem); Via Comizi (idem); Via Fontana (idem); Via M.F.Romano, Via Calastro, Banchina Porto, C.so Garibaldi, Via Agostinella, Via XX Settembre, P.zza Luigi Palomba, C.so Umberto… tripudio carnale, grido d’aiuto; Via B. Vincenzo Romano… arrivo in P.zza S. Croce. Saluto alla Madonna con il tradizionale spettacolo pirotecnico ed ingresso in Chiesa. I fedeli torresi, in questo giorno, come esperienza insegna, solitamente sembrano formare un uniforme corso d’acqua, vivo, sgorgante, esultante a seguito del Carro: raffigurazione plastica di una forza, la fede, che, nonostante tutto, continua a vivere qui a Torre, come dimostra questo evento. Ma il corso d’acqua, col passare delle ore, comincia a inaridirsi, perché, nonostante il regolare ricambio tra affluenti e defluenti, troppe sono le distrazioni della maggior parte dei cittadini. Chi invece rimane, fino alla fine, sono le Istituzioni, ovviamente, qualche fedele e… i 600 portatori, che, sebbene siano tra loro intercambiabili nel più grande sforzo fisico, mostrano di rimanere fedeli, a fatti e a parole, non solo alla Madonna, ma a tutta la città, con la speranza che qualcosa possa smuoversi. Quest’anno, invece, il corso d’acqua è apparso compatto fino alla fine, e molti giovani lo animavano coi loro volti speranzosi e moltissimi bambini con stupore e meraviglia. Piccoli Carri per Grandi Speranzedi Francesca Mari “Il valore di questa processione- afferma Mariano Esposito, attuale presidente dell’UCO (Unione Cattolica Operaia Maria S.S. Assunta) - è tutta concentrata in questa immagine (vd. foto giovane paratore in cui un giovane sedicenne continua ala tradizione del più vecchio paratore di carretti: Antonio Formicola, conosciuto come ‘Cianella’ ).Perché se i giovani riescono a mantenere vive certe tradizioni vuol dire che la Torre antica non è del tutto persa”. Questa tradizione, come ci ha spiegato il presidente dell’Associazione che da anni si occupa dell’organizzazione di una mostra che tratti il fenomeno, ha radici storiche, “da sempre- dice- nei vari quartieri i credenti hanno voluto realizzare dei personali omaggi alla Madonna”. Così, negli anni ’90, quando un gruppo di amici, tra i quali vi è anche l’attore torrese Elio Polimeno, scomparso da qualche anno, ne scopre il valore, nasce l’idea della mostra- concorso in cui vengano realizzati ed esposti questi lavori, realizzati quasi sempre dai giovani delle diverse epoche, insieme a foto, elaborati e, spesso, pezzi autentici legati al Culto dell’Immacolata. Dalla morte dell’attore, fino a due anni fa la mostra, sempre tenutasi all’interno della sala adiacente la S.S Annunziata, è dedicata proprio a lui, con il rilascio, al vincitore, del “Trofeo Polimeno”. Poi, per ragioni “di natura personale dei familiari dell’artista”, ci dice Giovanni Battista Mazza, componente di quel gruppo e ancora impegnato in questa attività, la mostra-concorso è dedicata, a partire dall’anno scorso, a Papa Giovanni Paolo II. E’, questa, la seconda edizione, dunque, di una tradizione che, se in passato costituiva un omaggio degli amici ad un grande uomo, ora, per ovvie, ragioni ha cambiato direzione. La mostra, aperta al pubblico dal primo al 9 dicembre, e visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 16.30 alle 20, è culturalmente e pedagogicamente costruttiva e, quest’anno, raccoglie gli elaborati (carri in miniatura, componimenti) delle principali scuole elementari del territorio (massima risposta da parte della “Nazario Sauro” e della “Giovanni Paolo II”, astenia, invece, da parte di una scuola che occupa una strategica posizione nel centro la “Giovanni Mazza”). Elaborati ispirati al messaggio del Cardinale Sepe il quale, nel corso della sua ultima visita, ha invitato la popolazione a raccogliersi in preghiera e meditazione proprio in Vista della festa dell’Immacolata. Tra componimenti letterari e carri in miniatura, la risposta dei bambini al messaggio verte, decisamente (attraverso il riferimento al terrorismo, alla violenza e alla mancanza d’amore), sul degrado mondiale a cui si va incontro con l’invito ad una maggiore fratellanza e umana carità. Gli elaborati saranno premiati il 15 dicembre. Inoltre, la mostra offre un saggio fotografico dell’aspetto storico-religioso della città, con foto autentiche, possedute dall’Associazione, come quelle della incoronazione di Maria, all’interno della Basilica, nel 1954, e la Beatificazione di Vincenzo Romano, nel ’63, ad opera di Papa Paolo VI. Il “Carretiello” vuole essere secondo solo al “Grande Carro”Il carro in miniatura, storicamente e tecnicamente più importante (per dimensioni e anzianità), quest’anno voleva succedere, nella processione, immediatamente il “Carro grande”, come dicono gli addetti ai lavori. Ma non è accaduto: la sua posizione, nella processione dei carri in miniatura, era terza, dopo il carretto dell’Uco e quello del quartiere di Via Fontana. Sarebbe stato un gran traguardo per i sostenitori storici di questa causa che nell’aprile del 2005 hanno scommesso di riuscire ad avere la priorità meritata, oltre a fare qualcosa per le zone degradate della città, fondando l’Associazione Onlus “Immacolata Concezione”, in Via San Giuseppe alle Paludi, presieduta da Luigi Specchio, e che quest’anno, alla luce delle note problematiche inerenti alla zona in cui operano, avevano chiesto a viva voce di poter ottenere “in nome di un atto d’amore, da parte del presbiterio, verso una delle zone più sofferenti della città”. Il “Carretiello”, come lo chiamano i soci fondatori, quest’anno si è ispirato al tema “Maria, Madre della Vera Luce”, ed è stato realizzato artigianalmente, su progetto di un giovanissimo della zona, Aniello Accardo, dagli storici “paratori” dell’area portuale, Silvio Pernice e Salvatore Galise. Di notevoli dimensioni, circa 5 metri di lunghezza per 2 metri di larghezza, il “carretiello” nell’impiego dei materiali (carta, legno, tarlatana) e nella realizzazione tecnica (unione delle giunture con degli spilli) è fedele ai canoni di realizzazione del Carro principale. Di taglio barocco, l’aspetto scultoreo e figurativo cerca di rispettare il pieno senso del tema, attraverso l’immissione, nell’area centrale, il cui punto fondamentale è, chiaramente occupato dalla statua dell’Immacolata, vera fonte di vita e di luce, e negli ovali laterali di raffigurazioni dei momenti più salienti della vita di Gesù Cristo. I membri dell’associazione, il loro messaggio l’hanno dato. Ora sta a chi di dovere riuscire a raccoglierlo! * Di questo fattore non mi sono occupata di persona, come, invece è successo per gli altri pezzi del servizio, e ringrazio, per le informazioni in merito a questo articolo, la capacissima collega Tiziana Mercurio. Per consultare il pezzo di Tiziana sul Carro consultare ; Tutto è…, 7dicembre 2006, p. 3. Francesca Mari |