GIOIELLI
FEMMINILI
Nella società yemenita i gioielli hanno un ruolo
importante sia come bene personale sia come status symbol. Oltre ad un
investimento finanziario durevole fungono anche da amuleti protettivi.
In passato la donna yemenita s’ornava con gran varietà di monili in
argento. Per tradizione rappresentavano e rappresentano la dote (mahr),
senza la quale nessun matrimonio può essere concordato, e sono donati
alla sposa dalla famiglia del marito. In teoria la sharia indica
che la proprietà della sposa e sua unica prerogativa.
Nella pratica i gioielli sono parte della ricchezza della famiglia, un
investimento garantito. II matrimonio e I’occasione per la donna
d’adornarsi di tutte le sue gioie. A San’a le spose ebree erano
solite indossare un costume particolarmente sfarzoso. II copricapo
enfatizzava la figura con una forma a cono riccamente decorata di perle
e coralli e incorniciata da fragranti fiori freschi. II viso era ornato
dalla labbeh: una scintillante corni- ce d’argento agganciata
ai lati dell’acconcia- tura e formata da una fascia articolata da cui
dipartono numerosi pendagli, perle e oro. Occasionalmente arricchita da
pietre semipreziose, come il corallo, la labbeh e un ornamento
minuziosamente raffinato per il lavoro di filigrana degli elementi
pendenti (losanghe, sfere, gocce, lune crescenti, fiori) collegati tra
di loro da un piccolo anello che permette di farli dondolare
liberamente. Si credeva che tale apparato mobile e luccicante fosse un
efficace accorgimento per distrarre gli spiriti malvagi. II petto era
adornato da una serie di collane, realizzate con grandi sfere
d’argento lavorato a filigrana (dugag), che al centro reggevano
contenitori cilindrici con funzione d’amuleti, i kitub o
herz.
Questi amuleti, comuni a tutto il mondo islamico e mediorientale,
contengono formule magiche scritte su carta o pergamena. Gli ebrei usano
brani della Bibbia, mentre i musulmani versi del Corano. Decorati a
granulazione o filigrana, o con entrambe le tecniche, hanno sovente un
lato apribile per potervi inserire le sacre scritture. Se rimangono
vuoti e il contenitore stesso ad avere valore d’amuleto. Oltre alle
scatole rettangolari e cilindriche vi sono amuleti piatti a forma
triangolare. Rivestiti di foglie d’oro hanno inciso a fronte versi
coranici (specialmente la ”sura del trono”, conosciuta per il suo
potere propizio) e sul retro piccole figure. Collane in grani di corallo (’agd
marjan), composte da più fili attorcigliati, amuleti d’argento e
monete pendenti, completavano I’insieme.
Le spose musulmane usavano un copricapo più semplice, ma ornamenti
simili, assieme a monili con grani di corallo e d’ambra. II makmuk,
un copricapo tutt’oggi usato dalle donne di San’a, e formato da
un tessuto ricamato in fili d’argento e perle di corallo, da cui
scende un’altro telo che nasconde il viso. II quarqush e invece
un cappuccio riccamente guarnito da una serie di pendenti in argento e
corallo. Altre tipologie di collane sono molto elabora un copricapo
tutt’oggi usato dalle
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Pendenti
in corallo, argento ed agata, manifattura yemenita beduina del XX secolo 
Collana in corallo e argento, manifattura yemenita beduina del XX secolo
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