
Lezem,
collana in corallo in argento dorato, manifattura yemenita della fine
del XIX secolo
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II
nome e associato a quello dell’Iman al Mansur (1307- 1322 Hejra,
1890-1904 della nostra era). Le manifatture Zaydi sono contraddistinte
da un lavoro a sbalzo, incisione e, di rado, dal traforo su lamina
d’argento. Forme più compatte e piene definiscono i lavori Hadhramy
(termine desunto dall’Hadhramout, la regione sud orientale di
produzione) dove le decorazioni e simbologie sono essenziali. I gioielli
di San’a si caratterizzano per gusto e perfezione delle tecniche di
produzione, mentre i monili creati in aree rurali sono più massicci e
grossolani nelI’esecuzione.
Fino al 1949 la più grande comunità ebraica di argentieri era
stabilita a San’a nel quartiere di Qa al – Yahud. Oggi vi
rimangono solo due o tre artigiani che usano i metodi tradizionali di
scuola ebraica. I gioielli sono creati e venduti dagli artigiani stessi
e i clienti si recano direttamente alle botteghe per ordinare un
particolare ornamento. Solo una limitata quantità di monili e prodotta
anticipatamente e commerciata nel mercato locale o esportata da
gioiellieri itineranti. San’a, epicentro politico e punto d’incontro
delle forze artistiche e culturali del paese, ha un cuore pulsante: il
Suq al-Melh, il mercato nella città vecchia. Antico centro di
scambi per le carovane commerciali che giungevano in Yemen dai vicini
territori, e ancora oggi il fulcro vitale delle attività cittadine.
Diviso in 40 piccoli suq, ognuno specializzato nella vendita di
una merce (Suq al fiddah e il mercato delI’argento), il bazar
si sviluppa dallo storico portale d’entrata, Bab al Yeman, per
più di mezzo chilometro in un dedalo di stradini e piazzette. Qui le
botteghe si sono tramandate di generazione in generazione, dai tintori
ai tessitori, dai sarti agli intagliatori, dai fabbri agli argentieri,
dagli speziali ai venditori di qat,
granaglie, frutta, caffè. La crescente importazione di merce
dall’estero ha causato un lento ma costante decremento di alcune
attività tradizionali.
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