quindi la ditta Luigi Di
Gennaro che nel 1898 la prelevò da Giovanni Annunziata, esistente nel
1800, dove lavoravano ricami ad uncinetto e maglia ai ferri, l’ottica
Reccia (trasferitosi poi, in via Roma), la macelleria A. Cirillo detto lo
scafatese esistente dal 1920 ed attualmente condotta da Carillo Luigi, la
merceria Borriello, il "Bianco" di A. Boccia con lo slogan ‘vesto
le bambole’ e i versi "se non sei elegante e non sei attraente di
Antonio Boccia non sei cliente, la gioielleria "Turris"di
F.Ferrara, il panificio dei Mennella esistente dal 1898, la pasticceria
Ignarra, la Tessilmoda dal 1960 di Rosa Ondeggia gestita, ora, da
Antonietta Miele sua figlia (..).
Sul lato dei numeri pari
dopo il caffè "nott e jiuorn" di Pasquale Romito c’era dal
1940 la salumeria di Virginia Balzano (attualmente, Riv.n.9 di Ripa
Annunziata), il negozio Pavimenti 900, locale attualmente occupato dall’Associazione
"Sicuramente Amici", poi la pizzeria di Ciliberto (la prima a
Torre del Greco), la modista Maria, la profumeria "Gigino
Russo", il salone di mast’Alfonso presso il quale si potevano
applicare le mignatte, l’arrotino Di Stasi (per il torrese d.o.c. "
’o malafruoobbece") attività intrapresa nel 1911 dal nonno
Raffaele proseguita dal figlio Giuseppe e, ora, dal nipote Raffaele, il
negozio Donev - Calzature, gli Elettrodomestici di Sequino Giuseppe dal
1934 il quale, nel 1928, fece il primo impianto elettrico nella Parrocchia
di Santa Croce e fu anche il primo a vendere accessori per gli orefici,
attualmente il negozio, trasferitasi la ditta sul lato dei numeri civici
dispari, è gestito dal figlio Vincenzo, quindi il negozio Ondeggia
Tessuti proprio di fronte all’Edicola, la gioielleria Priore
trasferitasi ora fuori Torre, la pizzeria di Ciro Fornito padre dei
rinomati pizzaioli Peppe, Gaetano, Ciro, Gianni e Gennaro, l’ombrellaio
Cataldo attività intrapresa dal nonno Giacomo, nel 1920, continuata dal
figlio Antonio e, ora, dal nipote Enrico.
Questa strada nata
intorno al XIV-XV sec., a ridosso del centro di Torre, consentiva i
collegamenti commerciali, da Napoli verso il Sud; tale strada, che è
parte della s.s.18, incorporata nel centro urbano, oggi, caduta un po’
in degrado, ha visto momenti migliori.
I negozi potevano contare
su più ambienti e le abitazioni erano formate da ampi vani, le
architetture edilizie, anche se oggi non sono in forma smagliante,
lasciano ancora intravedere il loro splendore originario. Possiamo notare
un bellissimo stemma di famiglia, un leone
(continua in 3. pag.)
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Il
Corso Umberto visto da Piazza L. Palomba
La strada dista qualche metro dal triangolo commerciale: Via Roma-Via
Colamarino-Via Salvator Noto, eppure è considerata fuori centro ed ha
perso l'anima commerciale. Dovrebbe essere risanata e rivalutata.

Un mestiere antichissimo 'O cconciambrello

Un'altro
mestiere antico 'O mmolafuorbice
Anticamente
questi mestieri e molti altri venivano anche praticati da ambulanti
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