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La Deiulemar
GIUSEPPE LEMBO
Il socio Comandante Giuseppe Lembo
Torre del Greco 27 gennaio 2000
Altro che sacrificio! Questo lavoro e passione.
Una vita tutta presa dal lavoro sembra, dall’esterno, dominata dal sacrificio,
dalla rinuncia e dalla conseguente stanchezza fino all’abbrutimento di chi la
conduce.
In effetti, la parola sacrificio mal si coniuga con chi lavora con entusiasmo e
con amore, di chi crea e persegue operazioni, le esegue e le porta a buon fine.
In tal caso si creano il piacere di operare al meglio e di farcela, la
soddisfazione di aver perseverato, il compiacimento d’avere avuto le giuste
intuizioni, di aver imbroccato senza perverse deviazioni una via passibile di
ben altre e sempre più allettanti possibilità.
Solo chi vive simile stato quotidiano di esaltazione, vive seppure applicato ad
altre discipline, può comprendere quanto dia di ristorno alla tua abnegazione
un lavoro creativo come questo che ti... annega e ti fa riemergere di continuo,
e il caso di dirlo, proprio come 1’onda marina, e, come quella, senza mai
farti sentire pago.
Mai dire basta
"L’ho gia dichiarato all’antenna televisiva di
Teletorre: – Al momento noi ci riteniamo a quota zero. Il nostro non e ancora
appagamento. C’e tanto da fare! –
Costruire una flotta tutta dello stesso tipo bulkcarriers e rischioso se non si
allineano altre navi che riescano a sostenere le spese.
Perciò cerchiamo investimenti alternativi sia a terra (immobiliari, industria-
li, energetici), che a mare, con 1’acquisizione di navi di tipo particolare
(posacavi, traghetti per passeggeri, macchine, tir).
Entro marzo saremo alla ribalta con una grossa operazione industriale che non
sto qui a vantare, per motivi... scaramantici.
Mi piacerebbe affermare: Siamo orgogliosi di aver realizzato la Deiulemar
che al momento conta diciotto navi di proprietà, una fascia importante di
immobili sia a Torre che a Milano dove abbiamo quel grande complesso che vede
riprodotto in fotografia sul muro di fronte a noi, tre palazzi a reddito.
E invece io dico che il settore immobiliare va ancora sviluppato e che per
operare sino in fondo, non si può dire basta e vivere beoticamente sereni.
Bisogna stare in guardia, vanno ricercate alternative da analizzare momento per
momento. Col mercato in crisi ci vuole il coraggio di acquistare, se il mercato
e disposto alle vendite. Proprio come in Borsa. Seppure invitati da Istituti di
Credito, si e scartata 1’idea di quotarci in Borsa per- ché il nostro settore
e poco conosciuto e sarebbe difficile trovarvi investitori.
Chi ci ha provato, non ha fatto buoni guadagni.
Il mercato interno da invece possibilità di offrire le nostre obbligazioni
oppure di fare degli acquisti come azionisti in ditte che hanno bisogno di
liquidità o ancora, di accettare interessenze sulla nostra Società da parte di
Enti.
Inoltre, in Borsa ogni decisione va sottoposta in Assemblea agli azionisti, i
quali se il nostro operato non andasse loro a genio, ci bloccherebbero, senza
poter noi operare.
E invece le decisioni non possono aspettare, a volte urgono con un o dentro o
fuori istantanei, per cui pare necessario rimanere padroni delle nostre
azioni. Può anche darsi che non abbiamo ancora preparazione adeguata per
entrare in Borsa!
L’armatore non puo chiudere l’interruttore
Raccomando spesso ai giovani che ci seguono, familiari o
impiegati che siano, di stare vicini agli anziani giusto per sentire anche il
loro parere, ma anche di prendere iniziative interrogando la propria coscienza e
con coscienza del proprio lavoro.
Essere forti significa rimanere all’altezza di ogni situazione, controllare la
stabilita della società, la collaborazione dei dipendenti per essere in prima
linea per ogni affare o tipo di problema si presenti.
Essi, i giovani non devono dimenticare che i fondatori erano solamente tre
marinai e devono fare di più di quello che hanno trovato per dimostrare a sé e
agli altri capacita e amore e per avere successo e piacere nel lavoro.
Un armatore non puo chiudere 1’interruttore. Le navi sono in attivita 24 ore
su 24. Per esse non c’e festivo o lavorativo.
L’interruttore lo spengo solo quando si tratta della famiglia, quando questa
ha bisogno del capofamiglia e di sentirlo vicino.
Mia moglie non può proprio lamentarsi in proposito specie ora che non navi- go
e ritorno a casa ogni sera. Si, perché ai viaggi più lunghi sono delegati i
giovani. Io limito i miei a quelli dalla mattina alla sera.