Rivista Marittima - Flavio Russo - L'oro rosso di Torre - Pag. 42

     Dunque: come si è notato sono n  22 barche coralline, con tutto l'equipaggio d'uomini; alla ragione di 9 o 10 ognuna di esse arrivano a circa 200 individui che rimanevano spogliati di effetti d'uso, proprietà e prodotti di pesca, messi al lavoro ed alla catena sotto il bastone dei barbari. E tra costoro si contavano il nostro padre, tre fratelli, la proprietà di due barche ed il prodotto di pesca. Devesi notare che tutta la pesca dei coralli venne venduta all'incanto, nella città di Algeri, ove fu comprata dall'ebreo negoziante colà con il pagamento di colonnati sessantamila:ossia tremilacin­quecento pezzi colonnati per ogni barca da pesca... 

     Il governo turco per insinuazione della flotta inglese si tenne i sudditi del napoletano e si divise il bottino..." (112). 

            La terribile sciagura trovò come sempre il preposito Vincenzo Romano attivo difensore dei suoi miseri concittadini:  

                           "S.R.M.

         Signore

 

    Gli Individui così Ecclesiastici, come Secolari della Torre del Greco con umili suppliche espongono a V.M. qualmente altre volte essendosj ricorso al Real Trono per il sollievo degl'Infelici Torresi Corallari, che l'anno scorso furono predati in Bona d'Algieri con Passaporti francesi una con loro Barche e Coralli, ed essendosi esposto lo stato miserabile, e lo giogo di dura servitù sotto cui gemono in Algieri travagliando, e languendo per la fame; la V.M. sensibilissima al loro infortunio ordinò al Commissario Generale Francese in Algieri, che non solo avesse prestato loro ogni soccorso, ma ancora l'avesse forniti di viveri, come in fatti gl'Infelici hanno ricevuto dal d.o Commissario per lo spazio di quattro mesi circa di viveri, ma poi tutto in un punto gli sono stati sospesi i d. i viveri, per cui muoiono per la fame senza trova­re fra que' Berberi Algerini, chi li solleva, onde fin da là mandano a supplicare insieme co' i sotti Individui V.M. acciò usando sempre più la Compassione verso di essi ordina al Commissario in Algieri, che seguiti a somministrare loro i viveri, acciò si raddolciscano per quanto possibile le loro pene, e sicuri delle grazie speciali di V.M. l'avranno ut Deus.

 

     Vincenzo Romano Preposito Curato...

     Michele canonico Pontillo..."(113).

             In realtà l'incaricato d'affari francese ad Algeri, Du­bois-Thainville, aveva inviato una sua vibrata protesta al dey, Akhmed, in data 19 settebre 1806 che così recitava:

     "...il 19 agosto scorso,mentre i vs. corsari si mettevano alla vela, io ebbi l'onore di notificare a Vostra Eccellenza che l'augusto fratello di S.M. l'Imperatore dei Francesi era salito sul trono di Napoli, e conformemente alle intenzioni del mio Sovrano, io sperai che voi aveste impartito ordini affinchè i Napoletani godessero dei medesimi riguardi dei Francesi... Mi sembra che Vostra Eccellenza abbia dato poco peso alle mie parole, che tuttavia erano quelle del mio potente Sovrano, poichè una grande quantità di battelli da pesca napoletani sono stati attaccati e catturati dai vostri corsari nel porto e sulla costa... 

     Pertanto [in ottemperanza del trattato]... illustre e magnifico Signore, ed in conformità degli accordi vecchi e nuovi che affermano testualmente che nessun Francese, per qualsiasi pretesto può essere fatto schiavo, in nome ed in rispetto degli ordini espressi sa Sua Maestà l'Imperatore dei Francesi,Re d'Italia,io reclamo... tutti gli equipaggi dei battelli napoletani, le loro coralline, ed i loro effetti. Io sono informato che essi sono muniti di tutte le carte necessarie..." (114).

 

            Il dey tuttavia non degnò la richiesta di alcun riscontro per cui giusto un mese dopo il funzionario francese reiterò le richieste:

      "...Ho ricevuto ieri lettere dal Vice-Console di Francia a Bona; i dettagli che esse contengono mi rattristano notevolmente. Tutte le barche napoletane sono dotate di passaporto di Sua Maestà l'Imperatore medesimo; alzavano la bandiera francese che è stata, strappata, lacerata e calpestata con i piedi. M. Raimbert, Vice-Console di Francia a Tabarca, che si trova a Bona, è stato posto agli arresti dai vostri rais, che si sono comportati da veri nemici della Francia...
 
      Prima di rendere conto al mio potente Sovrano di questi avvenimenti, che mi rattristano molto perché ho sempre cercato di favorire buoni rapporti fra le due nazioni,ho creduto mio dovere d'informare Vostra Eccellenza...

    
In nome ed in rispetto degli ordini di Sua Maestà l'Imperatore dei Francesi,
Re d'Italia, io esigo... [la restituzione] di tutti i Napoletani, con i loro battelli e le loro proprietà catturati con il passaporto e la bandiera di Francia..."
(115).