Rivista Marittima - Flavio Russo - L'oro rosso di Torre - Pag. 28

                 Comincia, come accennato, da queste prime righe ad evidenziarsi l'interesse dei tabarchini verso l'isola di S. Pietro, notoriamente ricca di banchi corallini,interesse che dovette  trovare un immediato, se non  addirittura precedente, corrispettivo in quello della corona risoluta ad incrementare sia il numero dei sudditi sia lo sfruttamento delle risorse del misero regno,ed in particolare di quelle del mare. Alcuni documenti del 1735-36 infatti sembrano avallare questa affermazione, dal momento che proprio Carlo Emanuele III comunicava al suo vicerè l'intenzione di introdurre nuove popolazioni nei territori disabitati della Sardegna (85). Assodata la disponibilità del sovrano e l'interesse pressante dei tabarchini, un loro intraprendente rappresentante, Agostino Tagliafico , inoltrò alla corte, nel 1736 questo suo dettagliato piano di fattibilità:

     "Progetto che si fa per la concessione in feudo ampio e perpetuo dell'isola di S. Pietro.
     Degnandosi S.M. d'accordare l'Isola di San Pietro in feudo anche perpetuo senza restrinzione alcuna a tutti li discendenti del progettante tanto maschio che femmina e che il progettante possa disporre a suo arbitrio di detta isola in darla a suo figlio secondo genito a qualsivoglia dei suoi nepoti discendenti della sua propria linea,detto progettante si obbliga alle seguenti condizioni:   

      P.mo offerisce il progettante far una o più popolazione secondo la possibilità della isola con la gente che con l'assistenza dei Ministri di S.M. farà venire di Tabarca e pure la farà con gente del proprio regno ai quali darà per il primo ingresso ossia per il primo anno grano sufficiente tanto per il loro sostentamento per seminare l'isola, come pure gli somministrerà  bovi necessari per lavorarla, rimborsandoli dagli abitanti con equità e con il respiro di tre anni, correndo a carico loro di fabbricarsi le case.

     2) Avverrà il progettante  di far pescherie e saline se vi fosse luogo di poterle formare pagando a S.M. il 5% di tutto il prodotto di quelle.

     Potrà liberamente far la pesca dei coralli con i suoi abitanti a quale effetti li conderà S.M. tante miglia di mare pagando le coralline dei naturali il 2% a S.M... [e] di poter il progettante di imporre alle coralline forastiere oltre il 5% che pagano a S.M. quello che potrà convenire con i padroni di quelle...

     5) Più si farà un forte capace di dieci o dodici soldati invalidi con un Ufficiale vecchio per comandarli e S.M. provvederà a Sue spese la artiglieria necessaria con tutti i suoi attrezzi ed il progettante farà a sue spese tutta la provvigione di munizioni come polvere e palle.

     6) Concederà pure S.M. al progettante il titolo di Marchese di San Pietro e San Carlo,cioè quello di San Pietro in ragione dell'Isola è quello di San Carlo per la nuova popolazione che così si dovrà chiamare in onore di S.M....." (86).

             Il progetto dovette trovare una sostanziale approvazione da parte della dirigenza sabauda, tant'è che nel giro di poche settimane il Re trasmise al vicerè il suo parere del tutto favorevole,tranne per alcune puntualizzazioni economiche:

      "Venendo ora al progetto d'una colonia dell'isola di Tabarca da stabilirsi nell'Isola di San Pietro,essendo questo d'ordine Nostro attentamente ponderato, vi si è veramente riconosciuta tutta l'approvanza e probabilità di cosa vantaggiosa, per il profitto che ne può ridondare al nostro Reale Patrimonio, ed al Regno medesimo,donde il Maggior Decoro della Reale Corona.

      Conviene però avanti ogni altro accertarsi se lo stabilimento della pesca dei coralli nel mare adiacente all'Isola predetta, sia per riuscire di notabile pregiudizio al diritto demaniale che pagano li napoletani, trapanesi e genovesi, che sogliono attendere alla mdesima pesca nei mari d'Alghero e Bosa, non molto distanti da quelli dell'Isola...

      Evaquato questo punto, si è considerata indispensabile l'anticipazione di un notabile soccorso per sostentamento di 700 persone, sicchè possono procacciarsi la sussistenza con la coltura di quei terreni e la pesca dei coralli, alla quale si suppongono molto abili.

      Onde avendo Noi considerato l'incertezza dell'esito, che sempre s'incontra in simili progetti quantunque assistiti dal probabile, e per altra parte fatto anche attenzione alle strettezze correnti del nostro Reale Erario, non stimiamo di addossare al medesimo questo nuovo sovraccarico,ma bensì procurare di far riuscire l'espediente di infeudare l'Isola di S. Pietro a qualche persona sarda col titolo marchionale..." (87).

             In altri termini il sovrano, certamente persuaso della validità del progetto richiedeva una sorta di garante economico generale al quale addossarne gli oneri iniziali: e questi fu il marchese della Guardia don Bernardino. Risolta la difficoltà, la concessione fu immediatamente promulgata in data 17 ottobre 1737 e così recitava:

     "1° Si concede in feudo al sig. Marchese della Guardia tutto il territorio dell'Isola di San Pietro progressivamente a maschi,e femmine discendenti da esso...

Cagliari,addì 17 ottobre 1737..."(88).

 

   
52 - La Sardegna nella cartografia del XVIII secolo.