Rivista Marittima - Flavio Russo - L'oro rosso di Torre - Pag. 25

           Ad accertamenti più approfonditi sembrerebbe però che la disponibilità dello scoglio ai Lomellini pervenne in tutt'altra maniera,ma sempre per il medesimo scopo,indirettamente cioè dall'imperatore Carlo V, impossessatosene a sua volta con la conquista di Tunisi del 1535 e cedutala con regolare contratto nel 1542 ai Grimaldi di Genova, dopo averla debitamente fortificata e fatta rientrare nelle clausole di pace con il bey del momento. Al riguardo è estremamente significativo che il Gallarati, testimone oculare dell'impresa e corrispondente di Francesco II Sforza, in una sua relazione del 17 agosto del 1541 da Capo Zafrano,a bordo di una galere così precisava:  

     "...Sin hora non potuto havere la copia del capitulato col Re moro,spero potela mandare solle prime.Fra tanto non ho voluto mancare de inviare l'inculso Sommarioi come l'ho potuto havere...

 

Sommario de li capituli stabiliti fra Sua Maestà

e il Re Moro

 

[6°]...Che 'l traficho de' corali sia libero di Sua Maestà...".(73). 

                L'inserimento al sesto punto del decalogo imposto dall'imperatore al sovrano di Tunisi, è già di per se eloquente circa l'importanza assegnata alla faccenda. Intuibile, pertanto,che nella stesura dettagliata Tabarca doveva necessariamente rientrare tra i siti riservatisi dal vincitore. In perfetta rispondenza alla visione strategica spagnola,che supponeva controllabile l'intera costa nordafricana con la semplice imposizione di alquanti presidi istallati preferibilmente su altrettanti isolotti a poca distanza dalla terraferma,anche Tabarca subì, allora, il suo adeguamento militare.

 

47 - Tabarca: Prospettiva dell’Isola di Tabarca verso maestrale,
antica stampa del XVII secolo.

 

48 - Tabarca: Pianta del Forte dell’Isola di Tabarca, antica stampa del XVII secolo