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La fase eruttiva: l’attività delle bocche

Dall’esame dei brani delle cronache citate si rileva che la sera del 15 Giugno tra le 21 e le 22 dopo forti boati ed altri tremiti del suolo, si aprì un crepaccio tra Resina e Torre del Greco, cioè sul versante sud-ovest, nel quale si localizzarono numerose bocche eruttive, da cinque a sette conetti. Un altro crepaccio si aprì anche a nord-est delle pareti del Gran Cono: ma di più modeste dimensioni e nondimeno, insieme all’altro di sud-ovest, indicava che la frattura del vulcano avveniva addirittura in senso diametrale. In questo inizio di eruzione il cratere centrale non era ancora inattivo, contrariamente a quanto accadeva più in basso dove dalle bocche fuoriusciva tanto la lava, che scorse rapidamente verso il mare, che una congerie di piroclastiti scagliata in aria, con notevole potenza, a considerevole altezza, non senza strepito e fragore assordante (fig. 10). Sembra di riconoscere nei seguenti brani una duplice attività eruttiva delle bocche: alcune avevano un’attività effusiva altre, invece, 1’avevano più palesemente esplosiva.

                 

Fig. 10 –
Gouache di anonimo ritraente 1’eruzione vesuviana del 15 Giugno 1794. Probabile vista da Napoli di un momento iniziale

«... Si è veduto un fenomeno nuovo, che col fuoco eruttava grandissima quantità di cenere e piccoli lapilli ...». Balzano (1794).

«...Dopo qualche ora si vide la lava sul lembo della prima apertura, e del seguito delle altre fissure ... La notte medesima dopo aver fatto la grande apertura verso mezzogiorno, ne fece un’altra il Monte verso Levante ... e scorse la lava per lungo tratto di Selva verso Ottajano e Bosco, danneggiando solo taluni boschetti, e prendendo di qualche massaria, come quasi 4 miglia, da questa parte ... Da alcune bocche uscivano pietre sciolte, d’altre masse liquefatte a guisa di pasta accompagnate da lampi, e da saette continue ...». Petrizzi (1794).

«... si fece un’apertura nel cono superiore del Vesuvio quasi circa la sua metà ... al sito chiamato il fosso ... al lato che guarda l’occidente fra Resina e la Torre del Greco. Dopo circa un quarto d’ora si osservò ... una vasta lava ... non era una l’apertura del fianco, ma molte: da due di queste aperture si vedeva saltare il fuoco come da una fontana alta circa 8 piedi: da altre gettare pasta infocata in alto, che ricadeva d’intorno a guisa di pietre grandi infuocate, e da altre un torrente di fuoco ...». Duca della Torre (1794).

L’attività esplosiva della prima bocca è testimoniata dai seguenti brani:

«... spingeva la prima (bocca Nd.R.) violentissime fiamme ed altissime ... veementi ... e chiare ... sembravano animate da un gran mantice...». «... Fenomeno molto singolare sembrava la prima (bocca N.d.R.) ... perché seguiva sempre colle sue chiarissime fiamme, le quali scorgeansi ben distinte da tutto il rimanente ...». Caneva (1794).

«... scorgemmo ... che ... si era aperta una voragine, che gittava fiamme; dopo pochi minuti ne vedemmo un’altra più sotto, e, scorso un altrettanto tempo, ne comparve ... una terza superiore alle due prime, le quali tutte erano pochissimo discoste fra di loro ... eruttavano le voragini ... le cui figura erano pressoché coniche ... lave roventi ... Le fiamme erano vive e continuate, e si elevavano a notabile altezza, facendo un fragore ...». Scotti (1794).

«... Nella notte de 15 giugno ... alle ore 7 oltre le bocche donde uscì ... il fuoco, se ne aprì una più alta dal lato medesimo del monte più verso