queste
quelle che descrivono bene, anche dal punto
di vista delle sensazioni, lo stato del Vesuvio durante questo ciclo
eruttivo si riportano di seguito.
«...
Eccolo dunque questo formidabile vulcano ... Dapprima tuona l’abisso
fiammeggiante, poi un boato spaventoso ed eccolo lanciare nell’aria,
con una fitta pioggia di ceneri, una immensa colonna di fuoco. Milioni
di scintille, migliaia di pietre nere che sibilano, cadono, rotolano,
precipitano ... D’un tratto l’abisso si chiude per subito riaprirsi
in un nuovo incendio; la lava frattanto raggiunge l’orlo del cratere,
si gonfia, ribolle, cola e si sparge in lunghi ruscelli di fuoco lungo i
neri fianchi della montagna ...». Dupaty (1785).
«...
Mantova, 26 gennaio 1786 ... il Vesuvio ... aveva ... nubi che si
sollevano continuamente dalla cima del monte e ... colate di fuoco che
ne discendono i fianchi ... Tra il Vesuvio e il Monte Somma ... c’è
solo una valle tutta piena di lava che è discesa dal vulcano. Sono
rimasto a lungo in questa valle a contemplare la lava che, divisa in
venti o trenta rami, scendeva dal monte con un morto splendore ed una
lunga fila di fumo ...». Andres (1786).
«...
Il 2 Marzo 1 787 ... Toccammo finalmente l’antico cratere, ormai
colmo, è trovammo lave di data recente, non più di due mesi e mezzo, e
perfino un sottile strato di cinque giorni fa, già raffreddato. Lo
percorremmo risalendo una collina vulcanica formatasi da poco e che
fumava da ogni parte ... Fatti una cinquantina di passi in mezzo al
vapore, questo s’infittì ... Tenere il fazzoletto davanti alla bocca
non serviva ... era ... malsicuro l’incedere sullo sfasciume della
lava eruttata ... Tuttavia la montagna era assolutamente tranquilla: né
fiamme, né boati, né getto di lapilli, come si è visto in questi ultimi
tempi ...». Goethe (1787).
«...
Napoli, 6 Marzo 1 787 ... Cosi raggiungemmo il tratto pianeggiante sopra
il quale si erge il cono principale, lasciando verso nord le scorie del
Somma ... proseguimmo contornando il cono che fumigava incessante e
gettava lapilli e cenere ... lo spettacolo era grandioso ... Dapprima un
fragoroso tuono echeggiò dalla profondità del baratro; poi subito
grandi e piccoli lapilli vennero proiettati in aria a migliaia,
circonfusi da nubi di cenere, ricadendo quindi in gran parte nella
voragine, mentre gli altri frammenti scagliati lateralmente piombavano
sulla parete esterna del picco con uno strano rumore: i più grossi
precipitarono per primi rimbalzando con cupe sonorità giù per i
fianchi, i più piccoli seguirono strepitando, e infine si udì il ruscellare della cenere. Il fenomeno si ripete a intervalli regolari
che riuscivamo benissimo a calcolare ... Sostammo davanti alla bocca
formidabile; un vento lieve |