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manifesterà, dopo un tempo sufficientemente lungo, con una nuova eruzione esplosiva di tipo subpliniano, come accadde nel dicembre del 1631.

IL CICLO ERUTTIVO VESUVIANO
DEL 1783 - 1794

Non è superfluo ricordare che questo ciclo si colloca nella parte finale del ’700 ovvero il "Secolo dei Lumi", che proprio in questa fase conosce il suo massimo splendore. Sono noti a tutti i grandi sconvolgimenti socio-politici ed economici che investono soprattutto i paesi europei – la Rivoluzione francese è senza dubbio l’evento più significativo di questa fase – ed una nuova consapevolezza culturale si afferma con gli "illuministi" in tutti i campi della conoscenza. Ma è soprattutto il sapere scientifico che trova la maggiore affermazione basata sulla indagine dettagliata dei fenomeni fisici s.l. e sulla loro riproducibilità o dimostrazione. Si affermano, definitivamente, il rigore e la sistematicità delle osservazioni sui fenomeni naturali – un esempio per tutti è lo studio sulle fenomenologie elettriche e magnetiche – e le stesse eruzioni vulcaniche sono oggetto, ora, di attenti studi come non mai prima. Molte sono le personalità di rilievo a cui il sapere scientifico tanto deve in questo periodo storico, tra queste ci piace ricordarne una in particolare per il contributo dato alla conoscenza delle eruzioni vesuviane, e non solo di queste: Sir William Hamilton (1730 – 1803). Nel "Diario Vesuviano", tenuto da Padre Piaggio (Knight, 1989) su commissione di Sir Hamilton, è ben descritta ogni manifestazione eruttiva accaduta durante questo ciclo prima dell’eruzione finale del 1794, ed è dello stesso Hamilton il resoconto più dettagliato su quanto accaduto durante quell’eruzione. L’eruzione vesuviana avvenuta durante le prime ore della notte del 15 giugno 1794, si colloca come evento parossistico terminale di un ciclo eruttivo, durato circa 15 anni, cominciato nel 1783 dopo la disastrosa eruzione, anch’essa parossistica terminale, avvenuta 1779. Questo lungo periodo di riposo fu caratterizzato da una ordinaria attività eruttiva intracraterica, altamente costruttiva, che condusse alla ricostituzione della parte apicale del cono craterico, andata distrutta durante l’eruzione del 1779. Brevi e sporadiche furono le manifestazioni, principalmente effusive, extracrateriche per lo più scaturite da crepacci apertisi occasionalmente lungo i fianchi esterni del cono vesuviano. Di seguito sono riportati, in breve, alcuni brani, tratti da Alfano R Friedlaender (1929), che descrivono sinteticamente i principali avvenimenti eruttivi vesuviani che hanno caratterizzato il periodo 1783 – 1794.

«... Riposava il Vesuvio dopo l’eruzione del 1779 ... si ridestò... nel 18 Agosto 1783 ... iniziando deboli esplosioni. Le quali però nel 1784 raggiunsero la vera attività ordinaria, e dal conetto si ebbe anche qualche colata di lava intercraterica. Crebbe l’attività esplosiva nel 1 785, specialmente in Novembre, e poca lava dal versante nord-ovest si riversò nel Fosso della Vetrana. Tale lava continuò anche nel 1786, e nel gennaio pervenne fino all’orlo del Fosso Faraone. Durò tale efflusso laterale lento per tutto il 1787; anzi nell’Ottobre di quest’anno la lava si riversò nel Fosso della Vetrana, distruggendo il Romitorio dei Padri Basiliani ... Finalmente si chiuse questo crepaccio; ma nel Luglio 1788 se ne aprì un altro sul versante sud-est ... Cosi passò anche il 1789; ne al cratere terminale cessava mai l’attività esplosiva. Che anzi aumentò nel 1790, per cui il conetto guadagnava in altezza ... nel 15 settembre si aprono due bocche, una sul versante meridionale, l’altra sul versante occidentale e vien giù della lava, mentre il cratere terminale lancia in alto globi di vapori e di cenere. L ’efflusso era lento e durò molti mesi. Nel 1791, 1792, 1793 l’attività esplosiva fu continua, indicando che la colonna lavica era fino all’estremo del condotto vulcanico ».

Tra il 1783 ed il 1794 numerose personalità di rilievo, tra cui poeti, letterati e artisti, visitarono il Vesuvio per fini turistici o per pura curiosità e furono testimoni oculari di diverse fenomenologie eruttive attive in quei momenti. Era l’epoca del "Grand Tour" e tra le tappe obbligate dei visitatori dell’Italia c’era l’ascesa al Vesuvio che procurava emozioni indimenticabili per quello che era stato ed era la fama del vulcano. Tra i tanti visitatori, alcuni ci hanno lasciato delle mirabili pagine dedicate alla loro fugace "esperienza" vesuviana e tra