Anno I
Febbraio 2002 
n. 2

Pag. 12 di 16

La Pasqua di Francesco De Stefano

P
asqua deriva dal greco "Pascha", traduzione dall’ebraico: "Pésam" (passaggio), è la festa religiosa più importante sia per gli ebrei, sia per i cristiani, per i quali costituisce il vertice di tutto l’anno liturgico.
Essa originariamente fu una festa agricola nella quale il popolo ringraziava il Signore per la nuova vita della stagione primaverile, in seguito, coincise con il giorno del ringraziamento per "l’esodo" o fuga degli ebrei dall’Egitto, sotto la guida di Mosé.
Per noi i cristiani, invece, la Pasqua segna il momento del passaggio di Gesù, nuovo Agnello, al Padre, attraverso la morte e la resurrezione, quale accesso da una dimensione terrena ad una spirituale.
Durante la cena pasquale Gesù istituì l’Eucaristia, spezzando il pane azzimo e offrendolo ai discepoli dicendo: "Questo è il mio corpo, prendetelo e mangiatelo tutti" e prese il vino dicendo "Questo è il mio sangue, bevetelo tutti, e fate questo in memoria di Me".
La Pasqua dunque può considerarsi per tutti i cristiani del mondo il "Momento dell’Alleluia", perché fonte di gioia eterna.

La
v
era Pasqua

di Mimmo Matrone

Noi evangelisti pentecostali,
viviamo ogni giorno la Pasqua, e quella del calendario è solo un giorno feriale, perché il Signore ci ha detto di non farci influenzare dalle tradizioni di questo mondo.

Cristo è nato, è morto, è risorto ed è vivente in mezzo a noi. Non possiamo tornare indietro, perché grazie al Suo sacrificio sulla croce, chiunque l’accetta riceve la vita eterna, con il perdono dei peccati.
E tu sei pronto a lasciare le tue colpe e a dire: "Gesù per me non sei morto invano"? Se non Lo accetti come tuo Salvatore personale, sei dalla parte di coloro che Lo hanno crocifisso, coloro che lo hanno beffato, deriso e Gli hanno dato una corona di spine e poi L’ hanno ucciso, ... ed erano persone "religiose".
Tu come sei? Sei forse anche tu "religioso"? Quest’anno rinnega te stesso, prendi la tua croce e segui Gesù, accettalo nel tuo cuore. Sì, proprio Gesù Risorto, che tu festeggi a Pasqua, non allontanarlo dalla tua vita e sarai felice in ogni istante. Pace a voi.

La Pasqua ebraica

di Felice Gaglione

Quando nel XIV secolo a.c. gli ebrei furono costretti a fornire lavoro forzato per la costruzione delle piramidi dei faraoni, si pose lo sfondo che determinò la loro fuga dall’Egitto, guidata da Mosé.
Pur dispersi e lontano dalla madrepatria gli ebrei non cessarono di conservare e tramandare il loro patrimonio culturale e religioso, basato sulla Bibbia e sul Talmud.
Il Talmud, commentario dei primi cinque libri del Vecchio Testamento, stabilisce la festa della Pasqua, celebrata dagli ebrei anche ai nostri giorni, dopo il tramonto del 14 del mese Misan, il primo del calendario religioso ebraico.
Secondo la legge rabbinica, gli ebrei della diaspora devono celebrare la festa in otto giorni e partecipare durante le prime due sere a un pasto cerimoniale - il sèder-, che consiste in determinati cibi, ciascuno dei quali rimanda simbolicamente, con qualche differenza tra la tradizione ashkenazita e quella referdita, agli stenti patiti dagli ebrei durante la loro schiavitù in Egitto.
Durante il seder è narrato il racconto dell’esodo e sono rivolte a Dio preghiere per ringraziarlo della sua protezione. Le letture, i canti e le preghiere del sèder sono contenute nell’Haggada (racconto), distribuita a tutti i partecipanti.
Gli ebrei che vivono entro i confini dell’antica Palestina celebrano invece la Pasqua in sette giorni, mentre il sèder ha luogo solo la prima notte. Durante la festa un ebreo ortodosso deve astenersi dal consumare pane lievitato e sostituirlo con il pane "azzimo", come quello che consumò il popolo ebraico durante la fuga dall’Egitto; per questo motivo la Pasqua ebraica è detta anche la "festa degli azzimi".
La tradizione ebraica prescrive inoltre che durante la Pasqua i pasti siano preparati e serviti usando stoviglie riservate strettamente a questa ricorrenza.

Pasqua:
integrazione
e solidarietà

Mercoledì 20 marzo 2002 alle ore 10,30 presso la SIR di Castellammare di Stabia "Villa Angelina" è stata celebrata la Santa Messa in occasione dell’Evento Pasquale, grande momento che ha visto uniti gli utenti del territorio con gli ospiti della SIR, gli operatori, i familiari, il volontariato ed una classe della prima media "Pansini". Sentita è stata la partecipazione di tutti, soprattutto quando si è innalzato un coro formato dagli utenti del Centro Diurno, coadiuvati dall’inf. prof. Mario Taminto, il quale ha accompagnato il coro con la sua pianola e dall’inf. prof. Maria Giordano.
Alla manifestazione religiosa erano presenti, inoltre, il gruppo docenti e gli studenti dell’Ist. Prof. Alberghiero "De Gennaro" di Castellammare dei Stabia, il quale ha deliziato gli ospiti presenti con un favoloso buffet ricco e raffinato.
Si coglie l’occasione per ringraziare il preside F. Buonocore per la generosa sensibilità e la prof.ssa A. Scevola per la gentile ed affettuosa partecipazione.

                Gli operatori U.O.S.M. Distretto 80