In
Portici all’imbocco di Via Granturco e in Torre del Greco sulla
Via Nazionale, quasi al confine con Torre Annunziata, sono poste
due lapidi di marmo con lo stesso epitaffio datato 16 gennaio 1632
scritto dal gesuita padre Orso e voluto dal Viceré Emanuele
Fonseca Zunica, dopo la catastrofica eruzione del 1631, lo scritto
(in latino) è considerato il primo manifesto di protezione civile
al mondo.
Eccone la traduzione del 1878 ad opera del padre Giovanni Colucci:
<<Posteri, Posteri
Si tratta del vostro bene
Un dì o l’altro foriero di luce: il vegnente al susseguente
State attenti
Per venti volte da che brilla nel firmamento il sole a
testimonianza della storia
Arse il Vesuvio
Ai perplessi di spirito d’esterminio feral apportator perenne
Perché in avvenire non ci colga titubanti
Dovvi il seguente avviso
A profusione serba nelle sue viscere questo monte
Bitume allume ferro zolfo oro argento nitro e sorgenti d’acqua
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Presto o tardi diverrà di fuoco e cogli influssi del mare
erutterà
Ma pria minaccia eruzione
Si sconvolge fa tremare la terra fumicafolgoreggia tramanda fiamme
Fa echeggiare l’aria
Emette terribili muggiti, boati, tuoni, fa allontanare dai paesi
abitanti
Mettiti subito in salvo mentre puoi
Lo veggo già già sgravarsi impetuosamente uscir fuori
Vomitando un lago di fuoco che precipita e ruina
Prevenendo un’inutile fuga
Se ti sorprende per tè è spacciata per sempre
Nell’anno di salute 1631 il 16 Dicembre
Ai tempi di Re Filippo IV
E del Viceré Emanuele Fonseca Zunica conte di Monteré
Ritornati i calamitosi tempi trascorsi
Ed apportativi colla più segnalata filantropia e munificenza i
convenienti sussidi
Temuto salvò, non curato rese sue vittime i malaccorti ed avari
Per aver preferito la casa colle masserizie alla propria esistenza
Allora se hai senno presta orecchio all’avviso eloquente di
questa lapide
Non curarti della casa né di fare fardello e senza indugi prendi
il largo Essendo il Marchese Antonio Suarez
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Messia vice direttore dei ponti e delle
strade>>
Per coloro che avessero poca dimestichezza con l’italiano
antico i Lions club hanno provveduto a porre la traduzione dal
latino in italiano di fianco alla lapide.

"L’epitaffio
del Viceré, in Portici all’imbocco di Via
Gianturco "
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Cartaterizzare: in termini fiscali significa far divenire di un
servizio.
E’ quello che il governo italiano si appresta a fare per tutte
le aree archeologiche del nostro paese, visto che per tre quarti
queste aree sono situate nel sud Italia.
Anche per Pompei e per Ercolano si sta procedendo su questa strada
per avere subito dei soldi disponibili da investire per la tutela
e la salvaguardia dei siti archeologici.
Una società di marketing avrà l’esclusiva sugli introiti dei
biglietti d’ingresso alle aree archeologiche, in cambio di un
titolo oneroso, e
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l’incremento delle vendite dei biglietti
sarà a favore della società privata.
Gli scavi di Ercolano quelli di Pompei erano amministrati da una
sola Sovrintendenza archeologica. Attualmente si cerca di
sviluppare dei percorsi amministrativi autonomi.
Pompei ha un maggiore spessore urbanistico vista l’estensione,
mentre Ercolano ha una maggiore figurazione architettonica delle
rovine. Cardini e decumani s’intersecano secondo quello che è
stato il tracciato ippodameo (a mo’ di rette parallele
orizzontali e verticali che s’incrociano formando dei
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quadrati), a definire insule dove sono allocate
case famose in tutto il mondo per la ricchezza degli orpelli ivi
scavati.
Sta di fatto che la città antica si è sovrapposta alla città
nuova e non è vero il contrario. Ercolano con il lungo violone d’accesso,
delimita il porto dall’aree residenziali e lì dove sono
allocate la palestra e gli altri edifici pubblici.
Le insule sono: insula orientalis I e II, insula II e III, IV, V e
VI divise in edifici pubblici, residenze e laboratori. Verso il
porto c’è il quartiere suburbano.
Le case scavate famose sono molte, come la casa dei cervi, quella
del bicentenario e il Teatro; il vecchio si sovrappone al nuovo,
perché gli scavi sono pervenuti a noi dopo la costruzione d’edifici
monumentali di Resina come la chiesa di Pugliano e alcune ville
vesuviane settecentesche.
"Cartaterizzare" in questo momento anche gli scavi di
Ercolano risulta una priorità per la loro valorizzazione. |