E
R C O L A N O
E L A S U A
S T O R I A
di Pietro Oliviero

"Basilica di S. Maria a Pugliano" |

I mille colori
di Ercolano
Ad Ercolano
si fa il mercato dei panni usati, meglio conosciuto come il
mercato di Pugliano che è di origine semiclandestina e risale
alla seconda guerra mondiale. Attualmente esso è il
più importante centro di vendita al minuto di panni usati. Gli
indumenti provengono da tutto il mondo e sono raccolti in
"balle" che, non appena aperte, vedono l’affluenza
di numerosi compratori alla ricerca dei capi più adatti alle
proprie misure ed ai propri gusti. Anche le boutique, talvolta,
si riforniscono al mercato di Pugliano per compratori dai gusti
stravaganti e originali. Per questi motivi fino ad oggi il
mercato degli stracci è diventato una realtà di livello
internazionale a cui anche i mezzi di comunicazione di massa si
sono più volte interessati. Oggi tuttavia si registra un calo
delle vendite soprattutto da parte di alcune fasce di
compratori, grossisti e commercianti. Un motivo possibile è che
la gente, con un tenore di vita più agiato, preferisce
rivolgersi direttamente alle boutique, pagando magari molte
centinaia di Euro per un capo "usato e maltrattato" ma
firmato da un nome prestigioso. Non bisogna dimenticare, però,
che i poveri sono ancora molti e che anche i giovani spesso non
dispongono di grosse somme. Per questo tipo di pubblico il
mercato non solo è ancora necessario ma addirittura
indispensabile. Sta di fatto che l’amministrazione comunale di
Ercolano ha pensato di rilanciare il mercato e non soltanto sul
territorio nazionale. La proposta è di dare a Pugliano un
marchio proprio, sostenuto da un futuro regolare consorzio di
imprese. L’ impulso arriva dal programma di sviluppo "Urban"
sotto forma della non trascurabile cifra di oltre un milione e
mezzo di Euro come finanziamenti della regione Campania. Il
comune di Ercolano si affiancherà con un altro progetto
denominato "Resìna" che prevede la riqualificazione
di tutto il quartiere. Gli obiettivi sono molti: incentivare l’economia
della zona, fare emergere le aziende dal sommerso, favorire lo
sviluppo della cultura della legalità e rilanciare il turismo,
insomma far sì che da città in cui se ne vedono di tutti i
colori Ercolano acquisisca i mille colori della fantasia e della
operosità dei suoi abitanti.
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La
leggenda narra che Ercole in cammino verso la Grecia, fu indotto
dalle bellezze del posto a fermarsi lungo il ridente litorale e
fondò una città che prese il suo nome.

Si hanno notizie della città, invece, tra il IV e il III
secolo a.c., al tempo degli Etruschi, nel quale forse l’antica
Ercolano sorse su un luogo dedicato ad Ercole, il cui culto era
molto diffuso a quei tempi.
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Se ne hanno tracce anche negli scavi
di Pompei, dove è stato rinvenuto un tempio dedicato all’eroe
classico, e di Ercolano dove egli compare in molti dipinti.
Ercolano ebbe probabilmente il nome dai greci, infatti, si
parlava di Heràkleion che significa "dedicato ad Eracle",
cioè Ercole. Nell’ 89 a.c. Ercolano divenne città romana,
dopo il dominio sannita. Nel 79 d.c. una tremenda eruzione del
Vesuvio distrusse la città e la seppellì sotto un’enorme
massa di fango che assunse poi la consistenza del tufo.
Per lunghissimo tempo, Ercolano fu dimenticata dalla storia fino
al 1709, quando in seguito a dei lavori di scavo, casualmente la
vecchia città venne alla luce. L’eruzione aveva fatto sì che
i resti della città si fossero conservati bene nei secoli.
Attualmente resta ancora sepolta una parte dell’antica città,
che attende di essere definitivamente rinvenuta.
Nel corso degli anni la città fu chiamata Resina e solo nel
1969, con decreto del presidente della Repubblica, su richiesta
dell’Amministrazione comunale, fu rinominata Ercolano, in
onore delle sue antiche origini.
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Sterminator
Vesevo
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Di
fronte allo "sterminator Vesevo", ci suggerisce il
poeta Giacomo Leopardi che all’ombra del Vesuvio ha trascorso
gli ultimi giorni della sua vita, più che |
l’arroganza degli uomini
vale la pazienza e il coraggio dell’umile ginestra che,
sebbene consapevole della sua fragilità, non rinunzia al
piacere di vivere e lo rinforza con la gioia della solidarietà. |
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