Chi
la conosce bene assicura che è una persona molto sensibile, una brava insegnante, una moglie devota ed
un’affettuosa madre. Sarà. Ma è anche il dirigente politico
più tosto ed efficiente dell’intera area vesuviana e
probabilmente non solo di questa. Mi sa che dovrò stare molto
attento a quello che scrivo.
Giaccone tipo eschimo, su completo grigio e
camicetta rosa, orecchini civettuoli e al polso orologione stile
capitani d’industria del primo 900, Luisa Bossa ci riceve nel
suo studio del palazzo comunale ad un orario impossibile della
sua fittissima giornata. Da buona padrona di casa napoletana ci
offre il caffè, ma per tutto il colloquio distingue l’umanità
in "maschio" e "donne".

Professoressa Bossa da dove incominciamo?
Cominciamo dal ’95. Ci fu una svolta
rispetto alla precedente amministrazione comunale commissariata
e fui eletta con 20.000 voti, il sindaco più votato d’Italia.
Era la stagione dei nuovi sindaci...
Non sempre questi nuovi sindaci sono riusciti
a consolidare la propria presenza e ad affermare i nuovi
significati.
Non so se questo sia vero. In ogni modo nelle
città in cui sono stati eletti i nuovi sindaci hanno portato
comunque un valore aggiunto in termini di democrazia e
partecipazione. Ad ogni buon conto molto dipende dal carattere
del sindaco, da come si pone, dal suo grado di "tostaggine".
Rimanendo nel generico, quanto pesa per una
donna fare politica?
E’ la domanda che mi fanno quasi tutti.
Credo però che sia più difficile per i maschi adeguarsi alla
presenza delle donne che non viceversa. Da un punto di vista
personale ho capito quello che significava questo ribaltamento
dei ruoli quando un giorno mia figlia di sei anni chiese l’accappatoio
a suo padre e non a me.
Veniamo allo specifico
d’Ercolano, gli
scavi, le ville, il sole, il mare, i mandolini e poi cos’altro?
Poi c’è la difficoltà a tenere insieme queste cose, il
quadrilatero della retorica: gli scavi, il Vesuvio, le Ville, il
mare, perché manca un approccio culturale a queste risorse.
Questo paese non è stato storicamente pensato e costruito in
funzione di esse. L’abusivismo, la mancanza di regole, o
anomia, portano al degrado. Prendiamo ad esempio gli scavi: essi
rimangono un’entità separata dalla città, sono ancora un
museo chiuso, non percepito ed integrato nella città moderna.
La gente non s’identifica
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con questo passato nobile e straordinario. Nelle
case dell’antica Ercolano c’era l’acqua corrente ed
avevano un teatro di 3500 posti a sedere su una popolazione di
4500 abitanti. Il lavoro è duplice: restituire la storia alla
città ed operare perché i suoi abitanti la sentano come
propria. Stiamo lavorando in questo senso, per esempio grazie ad
<<Urban>>, un progetto di riqualificazione urbana e
sociale integrato nel territorio.
Vogliamo parlare di Pugliano?
Fino agli anni ’70 il mercato è stato
molto importante, poi dopo il terremoto nell’80 ha avuto un
forte degrado, sia urbanistico, sia sociale. Ora siamo in
ripresa, anche grazie a tre miliardi di lire stanziati dalla
regione Campania per il suo rilancio.
Qualche giorno fa si potevano
leggere dei
manifesti
dell’opposizione che in sostanz
l’accusavano d’immobilismo.
Fanno solo il loro mestiere o...?
Ognuno fa il proprio lavoro. Devo dire però
che in questi sei anni abbiamo riqualificato case, strade,
abbiamo portato l’acqua nella zona alta d’Ercolano e questo
paese ha mille punti di luce in più, sono stati costruiti due
parcheggi per l’area archeologica, abbiamo consegnato quattro
scuole nuove, abbiamo acquisito l’ex Villa Franca, Villa
Materazzo e Villa Maiuri e per fine anno inaugureremo l’ex
scuola Iaccarino come centro culturale. Insomma il nostro
governo è in fase avanzatissima, se loro questi segnali non li
leggono noi non ci possiamo fare niente. Credo che con gli
strumenti e la cultura che abbiamo non si potesse fare di più e
sicuramente il mio successore, tra due anni, non troverà lo
scempio che ho trovato io.
Quale è il punto di sintesi tra una donna di
cultura e certi giovanotti esuberanti e dal grilletto facile?
Credo che non vi sia alcun punto di sintesi, c’è un’antinomia,
una spaccatura, un gap, uno scarto. Noi lavoriamo sui fattori
di socializzazione primaria e secondaria, vale a dire la
famiglia e la scuola. Per il resto le persone devono convincersi
che ci sono delle regole comuni di convivenza, delle quali
nessuno può sentirsi al di sopra a cominciare da me stessa, che
mi considero il primo servitore della mia città. Per il resto,
ci siamo battuti contro certe scarcerazioni, ma non possiamo
certo mettere delle barriere protettive intorno alla città
Cosa farà Ercolano dopo di lei?
Stiamo ponendo le basi affinché questa
città possa finalmente decollare.
Cosa farà lei fra tre anni?
riqualificazione urbana e sociale integrato
nel territorio.
Vogliamo parlare di Pugliano?
Fino agli anni ’70 il mercato è stato
molto importante, poi dopo il terremoto nell’80 ha avuto un
forte degrado, sia urbanistico, sia sociale. Ora siamo in
ripresa, anche grazie a tre miliardi di lire stanziati dalla
regione Campania per il suo rilancio.
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Luisa
Bossa, Sindaco di Ercolano
Qualche giorno fa si potevano
leggere dei
manifesti
dell’opposizione che in sostanza
l’accusavano d’immobilismo.
Fanno solo il loro mestiere o...?
Ognuno fa il proprio lavoro. Devo dire però
che in questi sei anni abbiamo riqualificato case, strade,
abbiamo portato l’acqua nella zona alta d’Ercolano e questo
paese ha mille punti di luce in più, sono stati costruiti due
parcheggi per l’area archeologica, abbiamo consegnato quattro
scuole nuove, abbiamo acquisito l’ex Villa Franca, Villa
Materazzo e Villa Maiuri e per fine anno inaugureremo l’ex
scuola Iaccarino come centro culturale. Insomma il nostro
governo è in fase avanzatissima, se loro questi segnali non li
leggono noi non ci possiamo fare niente. Credo che con gli
strumenti e la cultura che abbiamo non si potesse fare di più e
sicuramente il mio successore, tra due anni, non troverà lo
scempio che ho trovato io.
Quale è il punto di sintesi tra una donna di
cultura e certi giovanotti esuberanti e dal grilletto facile?
Credo che non vi sia alcun punto di sintesi,
c’è un’antinomia, una spaccatura, un gap, uno scarto. Noi
lavoriamo sui fattori di socializzazione primaria e secondaria,
vale a dire la famiglia e la scuola. Per il resto le persone
devono convincersi che ci sono delle regole comuni di
convivenza, delle quali nessuno può sentirsi al di sopra a
cominciare da me stessa, che mi considero il primo servitore
della mia città. Per il resto, ci siamo battuti contro certe
scarcerazioni, ma non possiamo certo mettere delle barriere
protettive intorno alla città
Cosa farà Ercolano dopo di lei?
Stiamo ponendo le basi affinché questa
città possa finalmente decollare.
Cosa farà lei fra tre anni?
Non vivo di politica, vivo per la politica, sono una docente
e presumibilmente a fine mandato tornerò ad esercitare la mia
professione. Poi se qualcuno riterrà che l’esperienza e le
competenze maturate in questo periodo possano essere utili alla
comunità in qualch’altra forma o modo, non mi tirerò certo
indietro.

"L’atrio del Municipio di Ercolano"
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