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1937 - 1943
L’Associazione intorno al 1937 venne a trovarsi, per fatti e
persone estranee ad essa, in una tremenda crisi. Molti sforzi compiuti
dai Dirigenti nel cercare di risalire la china risultarono vani. Nel
1937, veniva nominato Assistente ecclesiastico della
NOVA JUVENTUS don
Bernardo Cirillo che si pose come meta l’educazione
della coscienza all’apostolato; ma a questo programma si opponevano,
come sempre, il rispetto umano, la spensieratezza e l’incoscienza
delle proprie
responsabilità dei
giovani.
Contro questi capitali nemici, la lotta divenne lunga, dura,
incerta.
Si
ricominciò col far riacquistare alla Messa sociale il posto che le
spettava nell’animo dei Soci; alla lezione di religione s’impresse
un tono di conversazione più facile e familiare e furono inoltre
illustrati i vari aspetti ed
i molteplici campi in cui poteva agire
e realizzarsi l’apostolato
giovanile.
La fervida operosità e la prudente e ferma accortezza di don
Bernardo avevano spinti tutti a guardare con fiducia all’avvenire,
sicuri che le speranze non si sarebbero esaurite...ma venne la guerra.
Man mano che la situazione militare peggiorava e le ristrettezze
economiche attanagliavano la nazione, il popolo perdeva la fiducia nel
partito dominante e nella dittatura ed auspicava la fine della guerra ed
un ordine nuovo.
E venne la fine del conflitto, la caduta del regime, la
gravissima penuria di approvvigionamento e la mancanza assoluta di
lavoro e di risorse.
La NOVA
JUVENTUS
si mostrò all’altezza della situazione.
Sotto la guida di don Bernardo e di don
Michele Capano, i Soci
applicarono con baldanza il loro motto: preghiera,
azione e sacrificio.
Si dedicarono con grande senso di responsabilità alla
partecipazione al sacrificio eucaristico e alla recita del S. Rosario,
consapevoli della loro importanza, del loro significato di sorgente
tonificante per le azioni della vita. A tutto ciò si accoppiava
un’azione profonda e altruistica come i tempi richiedevano.
I giovani prendevano parte attiva, insieme agli uomini di A.C.,
alla Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli allora molto fiorente mercé
l’interessamento appassionato del col. Benigno Loffredo il cui ricordo
è ancora vivo nell’animo di molti cittadini torresi.
Spesso i giovani hanno
curato la distribuzione a domicilio dei viveri ai poveri.
In occasione delle feste natalizie essi allestivano la
tradizionale ”Cantata dei
Pastori” il cui ricavato
era quasi interamente donato ai bisognosi; nel Natale del 1941,
l’allestimento fu per i militari ammalati.
La NOVA
JUVENTUS
nel 1941 lasciò la sede di via V. Veneto,
il noto Oratorio, e fu accolto nella canonica di S. Croce, ove tuttora risiede. Il cambio della sede portava
anche il ridimensionamento di alcune attività, prima fra tutte lo
sport. Lo spazio, elemento vitale per i giovani, nella nuova sede era
molto limitato.
Nel marzo 1942, in quattro adunate, i giovani esaminarono l’
importante argomento: “L’apostolato
giovanile e le miserie della guerra”. Furono passate in
rassegna tutte le categorie sociali e le loro presumibili sofferenze
patite a cagione della guerra.
1956
-
1967
Decisamente in questo periodo la
NOVA JUVENTUS non è più sola né
i giovani hanno come possibilità di svago o di centro di cultura i soli
circoli cattolici. Una miriade di circoli culturali o meno, ricreativi o
dopolavoristici invadono la città. Il giovane prende maggior confidenza
con la vita e cerca in tutti i modi di evitare le azioni che richiedono
sacrifici.
Le Associazioni cattoliche vengono a trovarsi, quasi
improvvisamente, come tagliate fuori. Non tanto per le loro idee quanto
perché i giovani richiedono spazio, divertimento e ostentano una certa
superficialità che col tempo prenderà forme e modi protestatari.
I giovani incominciano a protestare, a criticare più del solito
le autorità costituite e a denigrare gli organismi associativi. Le
associazioni cattoliche, a questo stato di cose, debbono reagire per non
rimanere definitivamente indietro, irrimediabilmente tagliate fuori dai
contatti col mondo.
La NOVA
JUVENTUS
si pone il problema e vede la risoluzione di esso alquanto
difficile.
Molte attività del passato inevitabilmente crollano. Alcune
(sport, filodrammatica) per la mancanza di spazio della nuova sede,
altre (senso missionario, parrocchiale) per la nuova forma mentis
dei giovani.
Preoccupazione assidua dei Dirigenti, in questo periodo, è
quella di inculcare e rinvigorire il senso ideologico, e di ricercare
nuove attività che tenessero presente la nuova loggistica
dell’Associazione, la situazione sociale, economica e culturale della
città ed il carattere apostolico dell’A.C. codificato definitivamente
nel 1946.
Secondo queste esigenze si ebbe in questo periodo tutta una serie
di attività più o meno riuscite.
Ad opera di alcuni Dirigenti e Soci si iniziò ad inculcare negli
iscritti un maggiore interessamento al fenomeno cinematografico e a
farlo considerare oltre come divertimento anche come espressione
d’arte. Come conseguenza si ebbe la formazione del Centro Studi
Cinematografici, promosso e curato dalla Forania GIAC di Torre del
Greco, dove quelli della NOVA
JUVENTUS si
distinsero per il loro impegno.
Furono intraprese tutta
una serie di riunioni allo scopo di formare i giovani ai fatti della
vita e del mondo. Tra queste, ricordiamo quelle del prof. Raimondo
Sorrentino sui problemi dei giovani; di padre Cadonna e di padre Modesto
del RUSSICUM di Roma sul tema: Ateismo
in Russia: Chiesa e Stato; e
dei soci stessi che illustrarono l’enciclica Ecclesiam suam ed il decreto conciliare De Ecclesia.
Continuando la
tradizione circolina non fu tralasciata la formazione religiosa dei Soci
(cultura religiosa, ora di adorazione, ritiri, messa sociale) e
della Comunità parrocchiale (precetto pasquale, via crucis
parrocchiale, mese mariano per i ragazzi etc.). Insieme all’Unione
Uomini parrocchiale, la
NOVA JUVENTUS s’impegnò a partecipare attivamente alla “Conferenza di
S. Vincenzo” di S. Croce.
Un’altra
tradizione circolina mantenuta su, nonostante gli aggiornamenti, fu la
realizzazione del Presepe. Agli artisti del passato, gli attuali non
sono risultati da meno; come loro, hanno cercato di esprimere il Mistero
della Natività, in forma tradizionale o simbolica, con pastori vestiti
o di creta, fondendo mirabilmente l’elemento storico-religioso con
l’Arte.
Negli ultimi anni si è preso l’abitudine d’organizzare una TRE
GIORNI DELL’ALLEGRIA allo scopo di avvicinare
concretamente i ragazzi alla Parrocchia. Primo perché è opportuno
conoscere l’ambiente giovanile in cui si vive, secondo perché è di
fondamentale importanza preparare i giovani sin da ragazzi.
Un impegno costante della NOVA
JUVENTUS fu che la
Chiesa non venisse condannata senza che fosse prima conosciuta. Troppi,
al giorno d’oggi, hanno una fede fatta di puro sentimentalismo, quanto
non è di semplice convenienza; domani, posti dinanzi ad un dubbio, non
sapranno definire le proprie convinzioni, né di fronte a se stessi né
di fronte agli altri.
L’ignoranza e l’indifferentismo religioso porta come
inevitabile conseguenza il disordine della vita familiare e sociale.
Molti giovani vanno oggi al Matrimonio, inconsapevoli della
grandezza del Sacramento istituito da Gesù Cristo, e dei gravissimi
doveri che loro impone il nuovo stato; per cui in molte famiglie,
l’amore casto, la concordia, la fedeltà sono parole vuote di senso, e
molte mamme non sanno dare ai loro figli la luce della verità.
Occorre costruire ciò che è stato demolito, occorre rifare
cristiana, profondamente cristiana, la nostra società. Vi sono milioni
di uomini che attendono il pane di vita; la messe è abbondante e gli
operai sono pochi.
L’A.C., chiamata dalla Provvidenza ad aiutare la Chiesa nel
sacro ministero e nel governo, è stata chiamata anche ad aiutarla nel
magistero.
E in seno alle organizzazioni di Azione Cattolica, gruppi di
giovani, di ragazzi, di uomini e di donne studiano il sillabario della
propria fede e costituiscono piccoli focolai.
C’è dovunque un fremito di rinnovamento, un desiderio cocente
di nuove conquiste.
Gesù invita ancora: andate e predicate! Chiama i laici al
magistero santo; e dal seno della gioventù come anche da altre
organizzazioni cattoliche, sorgono i generosi che domandano di essere i
portatori di luce e di vita per essere piccoli e infaticabili
Maestri di verità.
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