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T T mi ha rilasciato questa
intervista
il 15 aprile 2002. Ha 30 anni. Il fenomeno metapsichico della
levitazione è conosciuto ormai da secoli. Per motivi letterari
si parla di volare, ma il ragazzo non è riuscito ad alzarsi mai
più di cinque metri dal terreno.
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Conosco T T già da una diecina d'anni anni. Un tipo normale, dall'aspetto conforme, regolare,
di quelli che nemmeno si notano quando passeggiano per la
strada. Il tipico soggetto modesto, taciturno che suggerisce
l'idea di condurre una vita piatta, lineare: lavoro, casa, e
sodalizio; amici consueti per i ritagli di tempo libero; insomma
uno di cui non ti aspetti nulla, nessuna iniziativa pubblica,
sociale, nessuna notizia che può interessare chicchessia,
incuriosire qualcuno, se non l'avviso murale della sua dipartita
che di solito avviene sempre ad una veneranda età "silenzioso e
modesto, lavoratore instancabile, amato e stimato da tutti,
seppe sopportare con cristiana rassegnazione i suoi mali volando
al cielo confortato dai santi sacramenti".
T T, invece, è
il più calzante e aderente soggetto del detto "l'apparenza
inganna" perché la sua rivelazione riguarda il più grande
sogno dell'uomo. Alla domanda qual è la cosa più costosa al
mondo nessuno la imbrocca dicendo "la morte", poiché
essa ci costa la vita; così il maggiore sogno dell'uomo ispira
idee di ricchezza, salute, longevità, vita eterna, ma tutti
siamo concordi che il desiderio per eccellenza, invece, tra tutti
i limiti e le impotenze umane è quello di riuscire fisicamente a
volare almeno una volta.
T T sa fisicamente volare!!!
Molti scrittori lungo la storia della letteratura, fino al
nostro eclettico Luciano De Crescenzo col suo "Mio zio
Cardellino", hanno fantasticato su questo desiderio
primordiale dell'uomo descrivendo storie più o meno fantastiche, metaforiche
e metafisiche sulla possibilità del volo umano. Da Icaro in poi
molti sono stati i tentativi di sperimentare il volo fisico.
Molti sogni ricorrenti sono incentrati sul volo o perlomeno
sull'ascesa del proprio corpo, ma non avrei mai pensato che ciò
fosse possibile.
Ho detto T T sa fisicamente volare! e non "dice di saper
volare" perché sono stato testimone oculare, condizionale
escluso.
Un'affermazione del genere di tono sussiegoso e perentorio ha
tutta l'aria di una provocazione o quanto meno una trovata da
imbonitore, una tecnica scrittoria per stupire, intimorire,
sottomettere il lettore soggiogato dalla curiosità e dalla
meraviglia; ma posso assicurare che nell'esposizione di questi
fatti non c'è mala fede né premeditazione, soprattutto perché,
anche se ho visto T T volare non sono certo che la levitazione
sia avvenuta nella realtà, oppure se sono stato preso da una
sorta di illusione, in circostanze in cui l'emotività fa da padrona. In ogni caso
è da escludere ogni genere di trucco.
E' stato lo spettacolo più sorprendente che mi sia capitato di
vedere, tra l'altro una delle maggiori forme poetiche rappresentate a cui
abbia mai assistito per l'atteggiamento tenero ed angelico,
indifeso che assume il ragazzo. So bene che questo
episodio compromette la
credibilità della mia persona facendomi passare per ciarlatano,
mestierante, venditore di fumo, ma devo pagare questo prezzo,
devo comunicare questa testimonianza, costi quel che costi.
L'intervista che segue è stata realizzata dopo che ho assistito
allo esperimento.
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Domanda:
Mio caro amico, voglio solo sperare che non ci
"richiudano" dopo questa conversazione.
Risposta: Perché quale reato
stiamo com- mettendo, quale follia stiamo praticando?
D: I limiti di reato non sussistono,
in quanto alla follia... Non puoi confutare che si tratta almeno
di un fatto estremamente fuori norma. Scommetto uno su mille che
il lettore più disposto e comprensivo si sentirà offeso
nell'intelligenza, si irriterà.
R: Si. Perché è un lettore
flessibile e comprensivo ma non un idealista, un sognatore, è
un succube invece della logica comune
più glaciale, matematica, è vittima della razionalità più
schematica. Infondo la metapsichica non l'ho inventata io.
D: Ma, al di là della mia testimonianza oculare del
tuo fenomeno, secondo te basta che la gente creda soltanto che
puoi volare indipenden- temente dal fatto che ciò avvenga
realmente o meno, solo perché questa immagine è umanistica,
poetica, idilliaca, suggestiva... Insomma, giochiamo sulle
parole e sulla fantasia, un messaggio di sogno fine a se stesso
in un mondo pragmatico asettico ed edonistico?
R: Tu cosa dici
Luigi Mari. In quel momento non dicevi altro che: "Non
credo ai miei occhi", ricordi?
D: La mia posizione è diversa, io
ho constatato, almeno ho creduto di constatare il fenomeno, gli
altri ricevono solo un messaggio scritto.
R: Cosa proponi, allora, che mi
disponga in una cesta sul sagrato di una Chiesa insieme a dei
colombi e spicchi il volo all'uscita degli sposi tra gli
applausi scroscianti della folla e le interiezioni dei
fanciulli?
D: T T, non volevo istigarti, ho
contattato diverse persone in questo periodo detentori di
fenomeni soprannaturali e tutti sono stati concordi
nell'affermare che le proprie sono storie sofferte, quasi penose
specie se si guardano dietro il parametro della "normalità"
che è un filtro terribile, un censore spietato: Si vive col
terrore dei mitomani e degli speculatori. Il tuo sguardo, questa
tua reazione svela tale angoscia, la quale rivela chiaramente
che anche il desiderio dell'uomo più alto, è il caso di dire,
una volta realizzato scatena una serie di questioni incresciose
e non risolve affatto le problematiche esistenziali dell'uomo.
R: Certo, un uomo, anche se sa
volare, rimane ancora un uomo con altri limiti, con la variante
che in più sa solo imitare un uccello.
D: Perché non fai fruttare questo
dono soprannaturale unico nel suo genere?
R: Un fenomeno da baraccone, vuoi
dire? Questo sarebbe il destino del sogno più ambito dell'uomo.
L'uomo materia, infermo di bisogni morali e materiali,
finalmente si eleva, sublima la vita terrena con la massima
concretizzazione dello spirituale, imita gli Angeli, vola fino
al Settimo Cielo, plana verso Dio! per soli pochi spiccioli
dello spettacolo.
N: E' destino che nel bel mezzo di
queste interviste io debba sentirmi male. Nel tentativo di
prendere fiato guadagno l'uscio della mia bottega artigiana di
Via Purgatorio e mi siedo, dopo tre passi, sulla pietra miliare
che sopporta i secoli e le distanze sulla Via Nazionale per le
Calabrie. Rientro dopo qualche minuto e ritrovo T T che aspira
un'ampia boccata di fumo nello stato e nella postura più
mediocre che può assumere l'uomo in quanto animale, anche se
superiore, ma con tutti gli appetiti e i bisogni, spesso
infermi, anche quando si tratta di una personalità che si
trova, come si suol dire, fuori le righe. Cerco di
sdrammatizzare ironizzando.
D: Sai T T, è la prima volta che
vedo un ...uccello fumare.
R: Il tuo umorismo fa ridere le galline. Pensa, invece, ad
esempio, che io non potrei mai suicidarmi buttandomi giù...
D: Già. D'altra parte, pure se ti
suicidassi col gas, dopo morto potresti rivolare verso la terra.
R: Non so... Quando Dio ti da le
ali sulla terra sicuramente te le toglie nell'al di là.
D: E perché mai. Se tu le ali non
le adoperi per pavoneggiarti, ma ne regali una ad una compagna,
per esempio. Proprio De Crescenzo ha scritto che gli
"uomini sono angeli con una sola ala, non possono volare
che abbracciati". A proposito perché non ti sei sposato?
R: Credi sia facile nella mia posizione? Io non sono uno che
vola con la fantasia, che può piacere alle donne. Io volo
davvero!
D: Ma sei proprio sicuro che le
donne, oggi, preferiscano la fantasia ad un probabile businees
miliardario? (segue
in seconda pagina)
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