Nessuno mai crederà
alle rivelazioni di questo personaggio. Esse vanno talmente al di là
dei limiti della logica umana che si stenta a credere persino
all'esistenza stessa di chi le rivela. Il mondo è zeppo di ciarlatani:
indovini, maghi, cartomanti, ecc. i quali vivono non già sulla
credulità di milioni di persone, ma sul bisogno patologico masochistico
di sentirsi creduloni. Si tratta della medesima condizione di chi è
vittima del gioco patologico e non basta la cultura, l'inteligenza
e quant'altro per liberare queste persone dalle grinfie di questi, come
dire, sfruttatori delle debolezze umane.
Detto questo passo alla premessa che il personaggio in questione non
può essere né un ciarlatano né un truffatore perché riesce a fare
una sola previsione e la fa in maniera infallibile e perfetta perché
risulti semplicemente raccapricciante, tanto più perché si tratta di
prevedere quando avviene, anno, giorno ed ora, la morte di chiunque.
Quindi una proposta che riduce solo ai folli la rosa degli interessati,
perché è difficile credere a queste testimonianze, ma è altrettanto
difficile, anche nell'incredulità e nello scetticismo più totale,
sperimentare una cosa del genere sulla propria pelle per il semplice
gusto di provare la propria tesi di diffidenza, cinismo ed incredulità,
punto e stop.
A questo punto vedo già sul viso di chi legge quel sorriso angustiato,
lo stesso sorriso che lesse Y Y sul mio viso quando mi fece questa
incipiente rivelazione. Gli dissi subito che questi giochetti non mi
sfioravano neppure, che il mio scetticismo e il rifiuto di credere a
condizioni umane paranormali era assoluto. Non nascondo, però, di avere
per un attimo pensato di chiedergli: "ed io, secondo te, quando
dovrei morire?". Ma non lo dissi; tremai, però, solo all'idea;
forse il mio incredulità ebbe qualche incrinatura, ma si frantumò come
una lastra di cristallo sotto il colpo secco di una mazzola quando
sentii rispondere a quella domanda mai profferita: "Non temere, non
lo rivelo mai se non me lo si chiede per validi motivi".
Come abbia fatto a leggermi nel pensiero, non lo saprò mai. Quel giorno
mi congedai da lui un po' inquieto.
Mi chiedevo lungo il tragitto dalla
mia abitazione alla Tipografia, quale, secondo lui, fosse un valido
motivo per chiedere ad un sia pur presunto veggente l'anno, il giorno e
l'ora della propria morte. Forse chi versa in una crisi parossistica di
masochismo?; un aspirante suicida?; o quale pazzo a cui la materia
grigia del cervello che ospita il terrore si sia atrofizzata, o cosa?
Se Y Y non avesse risposto a tono a quella mia domanda mai pronunciata
non lo avrei mai invitato nella mia bottega di Via Purgatorio per
puntualizzare, mettere a fuoco la sua rivelazione, che dire
straordinaria è come paragonare la vasca da bagno domestica all'oceano.
E' inutile nascondere che ero profondamente turbato, ma non potevo fare
a meno di fare luce
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Y Y mi ha rilasciato questa intervista il 13 febbraio 2002. Ha 28 anni.
Si è rivelato sin'ora un bravo ragazzo
anche se la sua testimonianza è greve.
sulla vicenda determinando che la questione della
sua presunta capacità di leggere nel pensiero fosse solo e nient'altro
che una fottuta (come dicono i giovani) e banale coincidenza.
Domanda: Hai avuto davvero dei riscontri a queste, scusami, tue
macabre previsioni?
Risposta: Purtroppo si. Ma posso assicurarti che riesco solo a
prevedere i decessi, il destino fa il suo corso. Se io non esistessi
quel determinato individuo morirebbe ugualmente quell'anno, quel giorno,
quell'ora.
Narrazione: Mi prese tale uno scossone emotivo che gli sbruffai sul
viso una risata pregna di inquietudine irrorandogli il viso di minuscole
perline di saliva. Chiesi scusa porgendogli un foglio di extrastrong. Mi
disse che era abituato e che quei fenomeni emotivi avevano interessato
se per primo quando scoprì, per caso, questo suo potere, se così si
può dire.
D: Se è vero quello che affermi perché non metti la cosa in mano
alla scienza per fini di studio, sempre che se ne possa ricavare
benefici da un potere del genere.
R: In primo luogo temo che mi chiuderebbero in manicomio dopo tali
rivelazioni. Se questo non avvenisse sicuramente perderei la mia
privacy, la mia tranquillità. In secondo luogo, poiché i miei non sono
presagi, ma, come dire, letture nel tempo, richiedono ogni volta uno
sforzo psico-fisico notevole. Infine sarei perseguito da fanatici,
speculatori, fattucchieri e quant'altro che mi renderebbero la vita
difficile.
(continua in seconda pagina)
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