LA MALATTIA DEI SOLDI  2

N: Se K K non discorreva con tale compostezza e contegno, sarei scoppiato a ridere, ma mi contenni, anche perché insorgeva improvvisamente un leggero senso di uggia fino a sentirmi turbato. Per infrangere la pausa di silenzio che s'era creata, anche per il disagio di K K, che si notava dal roseo alle guance fino ad allora prive del normale incarnato, stavo per uscirmene con una battuta dal doppio senso erotico, proprie dell'umorismo vesuviano, ma dovetti tacere per pudore, per rispetto verso chi si definiva un vero ammalato. Sotto il vetro del banchetto di accettazione della mia bottega artigiana di Via Purgatorio ci sono riproduzioni di danaro d'epoca dove gli occhi di K K si erano posati forse inavvertitamente. Ora dovevo distrarlo.
D: Darà pure dei vantaggi, infondo, guadagnare tanti soldi.
R: Già, ma a caro prezzo.
D: Vuoi dire che l'uomo o si fa i soldi o la coscienza?
R: Non solo, non hai più parenti, li rifuggi, per il timore che possano assorbire parte di danaro che ritieni linfa vitale, plasma delle tue vene. Quando il parente ti gira attorno ti vedi già sul lettino di un ospedale finito dissanguato. Riesci a sfuggire persino tua madre, il suo non è più amore materno, ma un trucco per spilarti danaro e sprecarlo, darlo, magari, ai tuoi fratelli, certamente incapaci di farlo fruttare. I germani sono nemici con cui bisogna lottare all'ultimo sangue, specie se coadiuvati dai coniugi. Non parliamo degli amici, li vedi come avvoltoi che sorvolano il tuo corpo perituro; e se si avvicinano per salutarti senti i loro aculei penetrare nelle tue vene per ciucciare il nettare con cui hai così faticosamente e costantemente nutrito quello che, ormai, è un forziere, non più un apparato biologico.
D: Devo... devo ammettere che la cosa è di uno squallore impareggiabile. Dimmi un po' K K, ma ti capita di dover spendere del danaro?
R: Solo per investirne, con la certezza matematica di accumularne dell'altro danaro. La malattia dei soldi ti fa acquistare acume, maestria, ti predispone a strategie per guadagnare che... ti metti nel taschino, come si suol dire, il miglior promotore finanziario del mondo.
D: Ti vedo un po' dimesso nel vestire, presumo che fai fatica a spendere danaro per l'abbigliamento, ma ti nutri K K?
R: Il necessario per non perire. Tutti i sistemi per risparmiare vengono adottati. Anni fa contattavo i commercianti abusivi di medicine della Cassa mutua, i quali vendevano flaconi con vitamine ed altri nutrimenti parenterali a quattro soldi, ebbene è così, in linea di massima che ho nutrito i miei due figli fino a che, ventenni, hanno lasciato casa per il desiderio di una fettina di vitello, una rosetta con prosciutto, un gelato alla panna.
N: Incomincio a sentirmi decisamente male. Le rivelazioni di K K tolgono letteralmente il respiro. Inspiro un po' d'aria nei polmoni perché temo un mancamento. Mi faccio forza, abbozzo un sorriso che sicuramente assomiglierà ad una smorfia.
D: E tua moglie?
R: Quasi tutti i coniugi che hanno la forza di convivere con chi ha la malattia dei soldi finiscono col nutrire e sostenere il complesso del samaritano, come coloro che hanno un partner vittima di gravi malattie genetiche e si dedicano a loro con carità cristiana o autentico amore filiale, sentimenti che non conoscono limiti o condizioni.
D: E... le terapie dei medico americano si rivelano utili?
R: Riescono a lenire, ad attenuare le crisi parossistiche che portano ad alcuni pazienti ad avere allucinazioni gravi di giorni o incubi di notte.
Una sorta di delirium tremens come quella dell'intossicazione alcolica. Il malato dei soldi non vede scarafaggi e mostriciattoli, ma ladri e truffatori comparire da tutte le parti, un vero tormento.

Il medico attenua questi disturbi e ti insegna a convivere con la malattia dei soldi. Non ti promette la guarigione che è avvenuta in rari casi.
D: E come si accorge il medico che un ammalato è guarito?
R: Quando paga l'onorario, il paziente non trova scuse cincischiando nelle tasche nel tentativo di far credere di aver dimenticato il portafogli. Paga con un sorriso e il medico non lo vede più. Ma guarisce uno su 10, e si sospetta che per questi soggetti abbia interagito l'aiuto divino.
D: Non è l'unico modo per uscirne K K, mettersi nelle mani di Dio?
R: E' una fortuna riuscirci. La parabola della "cruna dell'ago" dimostra come Dio considera gli ammalati dei soldi come diabolici e la liberazione deve avvenire solo attraverso il noto libero arbitrio. Occorre un iter religioso faticosissimo Essere cristiano per un individuo normale è, oggigiorno, difficilissimo, figurati per un ammalato dei soldi. E' come voler spiccare un salto dall'inferno al Paradiso senza la scala d'oro delle contrizioni, del pentimento, dell'amore per il prossimo
D: Quali sono le categorie sociali più interessate alla malattia dei soldi?
R: Non c'è limitazione. Chiaramente prevalgono le categorie più agiate, professionisti, imprenditori, qualche prete ipocrita. Al povero in canna può tuttalpiù attaccare la rogna, la scabbia, ma non la malattia dei soldi. Nemmeno la "malattia della povertà" più interessare i diseredati perché essa è il risvolto negativo della malattia dei soldi.
D: Come può, una persona ferrata come te sulla questione non riuscire a svincolarsi da questa orribile piovra.
R: Ha mai guarito un bubbone cancerogeno l'intelligenza e la cultura?
D: Siamo d'accordo, allora, che il solco per uscirne è quello che conduce a Dio, ma è un sentiero difficile e spinoso per la coscienza collettiva del terzo millennio. Contrizioni quotidiane, cilici e digiuni espiatori sono solo di francescana memoria. La società moderna ci ha precluso perfino la possibilità di redimerci a buon mercato, come una volta, ci dilata solo le idee verso i paradisi terreni, verso le illusioni dell'uomo di imitare Dio, ma con strumenti carichi di empietà come il danaro e il potere. Come vedi K K quando si parla di buoni principi si finisce sempre in retorica. Ma la retorica, nell'accezione moderna più diffusa: ridondanze di stile e ornamenti pletorici e artificiosi nell'esprimersi, se viene evitata, in memoria di Croce o di Flora, preclude la rivisitazione esplicita di antichi valori, consolidati in passato, che conducevano a Dio consentendo una vita meno ansiosa a causa del mistero della morte e la probabile assenza salvifica, risolvendo anche se come toccasana o palliativo lo shock esistenziale primario dell'uomo: la sua devastante consapevolezza di finibilità.
Oggi credere in Dio è difficile per la diffusione a macchia d'olio della bramosia del "potere temporale" laico, per così dire, materializzato nella conversione del possesso di danaro, universalizzato nei termini di "globalizzazione", " new economy" e qualt'altro; e così per tutte le ideologie nascono gli estremismi, nella fattispecie, la "malattia dei soldi".
R: Raccapricciante, ma vero, mio caro Luigi.

(Continua nella prossima intervista con K K)