N: Se K K non discorreva con tale compostezza e
contegno, sarei scoppiato a ridere, ma mi contenni, anche perché
insorgeva improvvisamente un leggero senso di uggia fino a sentirmi
turbato. Per infrangere la pausa di silenzio che s'era creata, anche per
il disagio di K K, che si notava dal roseo alle guance fino ad allora
prive del normale incarnato, stavo per uscirmene con una battuta dal
doppio senso erotico, proprie dell'umorismo vesuviano, ma dovetti tacere
per pudore, per rispetto verso chi si definiva un vero ammalato. Sotto
il vetro del banchetto di accettazione della mia bottega artigiana di
Via Purgatorio ci sono riproduzioni di danaro d'epoca dove gli occhi di
K K si erano posati forse inavvertitamente. Ora dovevo distrarlo.
D: Darà pure dei vantaggi, infondo, guadagnare tanti soldi.
R: Già, ma a caro prezzo.
D: Vuoi dire che l'uomo o si fa i soldi o la coscienza?
R: Non solo, non hai più parenti, li rifuggi, per il timore che possano
assorbire parte di danaro che ritieni linfa vitale, plasma delle tue
vene. Quando il parente ti gira attorno ti vedi già sul lettino di un
ospedale finito dissanguato. Riesci a sfuggire persino tua madre, il suo
non è più amore materno, ma un trucco per spilarti danaro e sprecarlo,
darlo, magari, ai tuoi fratelli, certamente incapaci di farlo fruttare.
I germani sono nemici con cui bisogna lottare all'ultimo sangue, specie
se coadiuvati dai coniugi. Non parliamo degli amici, li vedi come
avvoltoi che sorvolano il tuo corpo perituro; e se si avvicinano per
salutarti senti i loro aculei penetrare nelle tue vene per ciucciare il
nettare con cui hai così faticosamente e costantemente nutrito quello
che, ormai, è un forziere, non più un apparato biologico.
D: Devo... devo ammettere che la cosa è di uno squallore
impareggiabile. Dimmi un po' K K, ma ti capita di dover spendere del
danaro?
R: Solo per investirne, con la certezza matematica di accumularne
dell'altro danaro. La malattia dei soldi ti fa acquistare acume,
maestria, ti predispone a strategie per guadagnare che... ti metti nel
taschino, come si suol dire, il miglior promotore finanziario del mondo.
D: Ti vedo un po' dimesso nel vestire, presumo che fai fatica a spendere
danaro per l'abbigliamento, ma ti nutri K K?
R: Il necessario per non perire. Tutti i sistemi per risparmiare vengono
adottati. Anni fa contattavo i commercianti abusivi di medicine della
Cassa mutua, i quali vendevano flaconi con vitamine ed altri nutrimenti
parenterali a quattro soldi, ebbene è così, in linea di massima che ho
nutrito i miei due figli fino a che, ventenni, hanno lasciato casa per
il desiderio di una fettina di vitello, una rosetta con prosciutto, un
gelato alla panna.
N: Incomincio a sentirmi decisamente male. Le rivelazioni di K K tolgono
letteralmente il respiro. Inspiro un po' d'aria nei polmoni perché temo
un mancamento. Mi faccio forza, abbozzo un sorriso che sicuramente
assomiglierà ad una smorfia.
D: E tua moglie?
R: Quasi tutti i coniugi che hanno la forza di convivere con chi ha la
malattia dei soldi finiscono col nutrire e sostenere il complesso del
samaritano, come coloro che hanno un partner vittima di gravi malattie
genetiche e si dedicano a loro con carità cristiana o autentico amore
filiale, sentimenti che non conoscono limiti o condizioni.
D: E... le terapie dei medico americano si rivelano utili?
R: Riescono a lenire, ad attenuare le crisi parossistiche che portano ad
alcuni pazienti ad avere allucinazioni gravi di giorni o incubi di
notte. Una sorta di delirium tremens
come quella dell'intossicazione alcolica. Il malato dei soldi non vede
scarafaggi e mostriciattoli, ma ladri e truffatori comparire da tutte le
parti, un vero tormento.
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Il medico attenua questi disturbi e ti insegna
a convivere con la malattia dei soldi. Non ti promette la guarigione che
è avvenuta in rari casi.
D: E come si accorge il medico che un ammalato è guarito?
R: Quando paga l'onorario, il paziente non trova scuse cincischiando
nelle tasche nel tentativo di far credere di aver dimenticato il
portafogli. Paga con un sorriso e il medico non lo vede più. Ma
guarisce uno su 10, e si sospetta che per questi soggetti abbia
interagito l'aiuto divino.
D: Non è l'unico modo per uscirne K K, mettersi nelle mani di Dio?
R: E' una fortuna riuscirci. La parabola della
"cruna dell'ago" dimostra
come Dio considera gli ammalati dei soldi come diabolici e la
liberazione deve avvenire solo attraverso il noto libero arbitrio.
Occorre un iter religioso faticosissimo Essere cristiano per un
individuo normale è, oggigiorno, difficilissimo, figurati per un
ammalato dei soldi. E' come voler spiccare un salto dall'inferno al
Paradiso senza la scala d'oro delle contrizioni, del pentimento,
dell'amore per il prossimo
D: Quali sono le categorie sociali più interessate alla malattia dei
soldi?
R: Non c'è limitazione. Chiaramente prevalgono le categorie più
agiate, professionisti, imprenditori, qualche prete ipocrita. Al povero
in canna può tuttalpiù attaccare la rogna, la scabbia, ma non la
malattia dei soldi. Nemmeno la "malattia della povertà" più
interessare i diseredati perché essa è il risvolto negativo della
malattia dei soldi.
D: Come può, una persona ferrata come te sulla questione non riuscire a
svincolarsi da questa orribile piovra.
R: Ha mai guarito un bubbone cancerogeno l'intelligenza e la cultura?
D: Siamo d'accordo, allora, che il solco per uscirne è quello che
conduce a Dio, ma è un sentiero difficile e spinoso per la coscienza
collettiva del terzo millennio. Contrizioni quotidiane, cilici e digiuni
espiatori sono solo di francescana memoria. La società moderna ci ha
precluso perfino la possibilità di redimerci a buon mercato, come una
volta, ci dilata solo le idee verso i paradisi terreni, verso le
illusioni dell'uomo di imitare Dio, ma con strumenti carichi di empietà
come il danaro e il potere. Come vedi K K quando si parla di buoni
principi si finisce sempre in retorica. Ma la retorica, nell'accezione
moderna più diffusa: ridondanze di stile e ornamenti pletorici e
artificiosi nell'esprimersi, se viene evitata, in memoria di Croce o di
Flora, preclude la rivisitazione esplicita di antichi valori,
consolidati in passato, che conducevano a Dio consentendo una vita meno
ansiosa a causa del mistero della morte e la probabile assenza
salvifica, risolvendo anche se come toccasana o palliativo lo shock
esistenziale primario dell'uomo: la sua devastante consapevolezza di
finibilità.
Oggi credere in Dio è difficile per la diffusione a macchia d'olio
della bramosia del "potere temporale" laico, per così dire,
materializzato nella conversione del possesso di danaro, universalizzato
nei termini di "globalizzazione", " new economy" e
qualt'altro; e così per tutte le ideologie nascono gli estremismi,
nella fattispecie, la "malattia dei soldi".
R: Raccapricciante, ma vero, mio caro Luigi.
(Continua nella prossima intervista con K
K)
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