LA MALATTIA DEI SOLDI  1

Ogni somiglianza di persone alla foto e ai fatti  qui esposti è puramente casuale
Intervistatore Luigi Mari - Intervistato K K      Legenda: D=domanda; R=risposta; N=Narrazione


K K mi ha rilasciato questa intervista 
il 5 gennaio 2001. Oggi ha 62 anni.
K K è una persona colta e matura, nonostante la malattia che combatte da diversi anni.

Tutti gli uomini della stessa etnia si somigliano, per sommi capi. Solo che c'è chi coltiva un interesse, chi un altro.
R: Sei squisito, un bel preambolo per mettermi a mio agio e per alleggerire la gravità dell'argomento, Ma perché venga fuori la verità vera bisogna mettere da parte la solidarietà.
D: E allora esterniamola questa verità. Mi stupisce il senso autocritico sin dalle prime battute che presume uno sventramento rivelativo. Ho l'impressione, però, di parlare di una terza persona affetta della malattia dei soldi e non di K K stesso. Questo dimostra che la cultura e intelligenza sono estranee ai disturbi della personalità.
R: Già, molti politici con la coglia d'acciaio, campioni di cultura e d'intelligenza si recano dai maghi, per l'oracolo elettorale. La mente spesso se ne va per i fatti propri, ma la malattia dei soldi ti fa soffrire due volte, perché la tieni e perché sai di tenerla, senza potertene liberare. E' un fatto nevrotico.
N: K K si riferisce alla differenza che passa tra nevrosi e psicosi. Lo psicotico è quello che ha disturbi di testa anche gravi e non se ne rende conto, (spesso con dissociazione dalla realtà), quindi lede soprattutto gli altri; il nevrotico ha dei disturbi, ma se ne rende conto e soffre.
D: Non temi che ti si possa riconoscere, da quello che dici, da qualche particolare della foto, anche se coperta dalla banda sul viso?...
R: No, sono ricco, ma non occupo cariche sociali, non sono un commerciante, un professionista, mi confondo tra la gente, sono l' "uomo della strada" a cui nessuno fa caso. Starò attento a tutelare gli altri, adesso che ne parlo, quegli ammalati dei soldi, abbastanza noti, che si recano dallo stesso medico.
D: C'è un medico apposta?
R: Uno specialista, viene da Boston, in America c'è una scuola per curare gli ammalati dei soldi. Tiene studio a Napoli ai Colli Aminei. Ha due turni, mattina e pomeriggio.
D: Sono molti i torresi che si fanno curare da lui?
R: Quelli che riconosco io sono una dozzina. Vige la privacy più totale. Il medico riceve rigorosamente per appuntamento, non esiste sala d'aspetto comune, ma sostiamo in alcuni stanzini seperati che convogliano su di un corridoio che si immette direttamente nello studio del dottore. Ho riconosciuto qualche torrese nel parcheggio, trattenendomi qualche ora, per curiosità. E' difficile incortrarsi, tranne che nell'infermeria, lì può capitare che un ammalato esce e uno entra.
D: Infermeria?
R: Già, questo è un argomento delicato che gli ammalati dei soldi vorrebbero mai si scoprisse.
D: Disturbi psicosomatici?
R: Peggio. Mente sana, corpo sano, dicevano gli antichi. Una mente che si attacca al danaro come la mignatta al sangue cade spesso in crisi parossistiche che danneggiano per prima cosa l'apparato genitale.
D: Vuoi... vuoi dire che... Queste idee coatte provocano delle pulsioni sessuali, come dire, parallele...
R: Magari! Il malato dei soldi, invece, se la scorda l'erezione, potrebbe ingerire dieci, cento pasticche di Viagra. Non solo, a lungo andare si manifesta, pur se lentamente, l'atrofia del pene. Io sto lottando per non arrivare al catetere.
D: Il catetere? Cosa c'entra la prostata?
R: Non c'entra la prostata. L'organo genitale tende a scomparire nell'area puberale, a meno che non voglia urinarti addosso necessita un veicolo di drenaggio.

(Continua in seconda pagina)

Ho sempre creduto che l'espressione "malattia dei soldi" fosse una frase fatta, un luogo comune da attribuire agli avari, prima che ai ricchi, anche se trovare un ricco generoso è come cercare un anello nella sabbia. Di "malattia dei soldi", come l'ho sempre intesa, ne soffriamo un po' tutti, ma nella maniera soft essa intacca o avvantaggia condizionando il comportamento e la logica individuale non più di tanto, visto la caduta dei sostegni spirituali e l'affermazione dei nuovi miti di benessere, edonismo consumismo e quant'altro. Il danaro, nella misura giusta, serve a non farti sentire fuori dei canoni sociali imposti dal progresso.
Dopo l'intervista a K K ho scoperto che la "malattia dei soldi" propriamente detta è, invece, una vera infermità, una alterazione degenerativa della personalità. un'autentica malattia psichica, una nevrosi ossessiva che domina e manovra l'intera esistenza di chi ne è affetto, non meno del gioco patologico o della dipendenza ai narcotici. Questo genere di grave disturbo è più diffuso di quanto si pensa e colpisce, chiaramente, i soggetti predisposti, proprio come avviene per la tossicodipendenza; e come per la droga si inizia dapprima con il procurarsi, non sempre con rettitudine, modeste somme di danaro e adoperarle per procacciarsene altro a breve termine, sottomessi ad uno stato d'ansia indomabile.
Bisogna premettere. intanto che esistono due ricchezze e due povertà. Le prime sono quelle reali, le seconde sono quelle soggettive, vale a dire che può capitare che un ricco si senta povero e viceversa quando le idee non sono molto chiare e si ragiona con la logica personale, spesso deformata, invece che con la logica comune, fatta generalmente di buon senso. Inoltre la logica soggettiva alimenta i pareri di circostanza in base al ruolo che si assume. Ad esempio un dipendente dirà che i "padroni" sono tutti sfruttatori. Se questa stessa persona si mette in proprio, magari defraudando strategie e clientela, dirà immediatamente che i dipendenti sono tutti lavativi. La "malattia dei soldi" gira intorno all'orbita di chi ne è affetto in modo perpetuo e si dipana da una buffa quanto commiserevole logica soggettiva. Ma allacciamoci subito alla nostra indagine che è di per se esplicita ed esauriente.
Domanda: Posso darti del tu K K, visto che siamo coetanei?
Risposta: Certo, ma non abbiamo la stessa testa, per tua fortuna.
D: Credi che marci sempre sul filo della bravura, che non abbia cose da farmi perdonare, che non abbia dubbi, incertezze, paure, sol perché autore di un sito così vasto?