VEDO IL MIO ANGELO CUSTODE - 2

 

R: Va bene, fratello in Torre, siamo quasi coetanei... Altro... che... sai... è la prima volta che penso al sesso del mio Angelo. Non mi  aveva mai sfiorato. Nei... nei momenti che la sua presenza, come dire, si consolida, mi sono trovata a cospetto non già di un fantasma, tanto meno di materia corporea, ma di un'immagine né nitida né diafana, una "presenza", figuriamoci se ho mai avuto tempo e modo di pensare se il mio Angelo desse l'impressione di essere un maschio o una femmina tramite una voce stentorea o femminea da voce bianca. Ma che fantasia hanno i tipografi. Leggete troppo voialtri.
N: Z Z mena, come si dice, il can per l'aia. Si sente già inquisita. Fuori dellla mia bottega di Via purgatorio s'ode il fragore di motori e claxon. Devo sparare a zero o facciamo notte.
D: Hai avuto mai dubbi che sia tutta immaginazione la tua?
R: Certo. Sempre. Ma la certezza di questa sorta di contatto col mio Angelo non è tanto la sua presenza oculare, ma gli eventi che Egli prevede. Insomma, caro Luigi, la differenza, ad esempio, che passa tra il mio Angelo Custode e il tuo è che entrambi ci proteggono, ma il mio mi avverte con la sua apparizione preventiva, anche se incerta ed incostante, che sta per tutelarmi.
D: L'ha mai visto qualcun'altro, oltre te. 
R: Un Angelo può apparire solo al suo protetto. Lo presumo perché nessuno ha mai visto il mio quando mi appare in pubblico.
D: Esiste un dialogo verbale tra voi.
R: Non vengono emessi dei suoni vocali, linguaggio gestuale o quant'altro. Avviene solo una trasmissione reciproca di pensiero. Una presenza non essenzialmente oggettuale se non nella misura di luci, ombre e forme indistinte. Solo alcune volte si è materializzato nel corpo di sconosciuti.
D: Maschi o femmine.
R: Ah! E' una fissa la tua, cosa vuoi che importi.
D: Sarò chiaro. Alcune forme di proiezione della nostra personalità in altre persone possono avvenire con un tramite esterno quale un Angelo, un fantasma, ecc. Se le persone che hanno sempre ospitato il tuo Angelo sono sempre donne può trattarsi di una proiezione. La tua anima desidera purificarsi attraverso un filtro archetipico. Una sorta di rimozione di sensi di colpa o quant'altro. Un trasgressivo brandito in una guaina di purezza. 
N: Z Z mi osserva con interesse. Smette di sorridere e quel senso ibrido di ironia e smarrimento scompare dal suo volto incipientemente provato dagli anni. Quel fascino delle donne mature a mezza strada tra l'edipico "femminino e materno". Z Z ha capito finalmente che la mia posizione a riguardo ha cardini ben saldi e non si dipana solo dalla semplice curiosità o dal fascino dell'arcano di una circostanza desueta ed intrigante con al centro una donna nelle interiori problematiche.  Aspetti mai chiari nemmeno a Freud. Ma l'impronta scientifica che si denota da queste ultime battute smorza un po' quell'alone di poesia, quella tendenza al romanzare che aveva introdotto la nostra discussione. Entrambi ci sentiamo un tantino turbati e chissà per quale ragione riaffiora quel senso di pudore, quel turbamento che scuote la sfera sensuale e conduce i due interlocutori diritti a delle pulsioni non propriamente erotiche, trattandosi di sesso opposto, e nemmeno meramente platoniche, ma essenzialmente di una forte carica emotiva. Come spesso accade che tali marcate emozioni tendono ad esorcizzare ed allontanare i timori del mistero della vita e della morte. Ora, però, Z Z sembrava rammaricarsi che la cosa si metteva sul piano clinico, scientifico, analitico. 
R: Non sapevo che Luigi Mari fosse pure filosofo o, peggio, psicologo.
D: Non sono niente di tutto questo, formulo solo il frutto di osservazioni espresse con una terminologia appropriata. Punto e stop. E poi, perché sei dispregiativa nei riguardi di questi studiosi?
R: Non mi convincono. Sono professioni che spesso essenzialmente servono a sbarcare il lunario, o peggio ad arricchirsi, quindi a procurarsi potere. Come certi preti, alcuni politici, dei primari medici, ecc. 
D: Niente deontologia. Pragmatismo, corruzione, ipocrisia, vero?
R: In una buona parte di casi.
D: Cosa ne pensa il tuo Angelo, cara Z Z.
R: Non si pronuncia. Si limita a svolgere con zelo il suo ruolo di protezione dal maligno.
D: Vuoi dire che pure un incidente automobilistico finito in modo letale è voluto dal maligno?
R: Certo. Dio è la cellula che vive. Tutto ciò che causa morte alle cellule è voluto dal maligno, anche l'amputazione di un arto. Le cellule che impazziscono sono il primario divertimento del maligno.
D: E perché il sesso, che è vita, (sensi in ...fibrillazione), perché è, come dire, regolamentato, "parzializzato" da Dio.
R: E Daje co'  'sto sesso, Lui' tu mi sembri fissato, (sorride per lenire il disagio) ma cosa ti hanno fatto da piccolo?... 
Il sesso non è regolamentato, come dici tu, da Dio, ma dalle dottrine religiose, quindi dagli uomini.

N: Le dico che non si può sostenere un discorso sulla visione di un Angelo custode senzaironizzare sul sesso. Il dialogo prende forma dottrinaria ed ironica insieme perché respinto al di qua della soglia della ragione umana. Il trascendente non può masticarsi in maniera costante. Due cose non si possono guardare a lungo, diceva il filosofo, il sole e la morte. Io e Z Z siamo sfociati nella pausa polemica qualunquistica, nella battuta teatrale per timore di un confronto del trascendente. Z Z confessa che è la prima volta a parlare di questo fenomeno così apertamente, anche se ne avvertiva il bisogno da anni. Una sola volta accennò la cosa ad un sacerdote in confessione, ma fu messa alla porta. 
D: Vogliamo rientrare sul tema?
R: E' quello che più mi sta a cuore, visto che sei l'unico a considerare il mio caso possibile.
D: L'hai mai detto a tuo marito?
R: Diverse volte. L'unica sua reazione è quella di afferrare la cornetta e chiedermi di ricordargli il numero di un nostro amico comune, neurologo.
N: Sorrido.
D: Ti ha, come dire, scansato da guai seri il tuo Angelo?
R: Adesso ti rispondo con una domanda essenziale che non mi hai ancora posto. Perché accade che molti muoiono accidentalmente o passano un guaio, come diciamo a Napoli? Penserai perché non hanno un Angelo Custode... Affatto, tutti abbiamo un Angelo Custode, ed io che ho la fortuna di avere uno dei migliori rapporti col Mio posso rivelarti che non è la sua forma, il suo modo di apparire o la sua presenza che conta, ma il messaggio salvifico che raggiunge la nostra coscienza qualche momento, qualche ora, qualche giorno prima del pericolo. Una sorta di presentimento imposto per amore di Dio che moti beneficiano anche senza aver mai visto il proprio Angelo. Starei per dire che l'angelo custode è la misericordia di Dio come guida delle nostre azioni. E' retorico quello che dico, ma è così.
D: Una domanda altrettanto retorica, in più qualunquistica e banale: perché tante vittime innocenti, dove sono i loro Angeli?
R: C'è, lo sai, chi risponde che ciò sta nel Disegno misterioso e complesso di Dio; altri ipotizzano che la morte, per gli innocenti, è un raggiungere anticipato del Paradiso. Tal'altri azzardano che la morte dei puri è un sacrificio come monito per la redenzione degli altri ecc.; ma non è questo il punto focale che ci interessa. Perché, mi  domando, io ho avuto questo privilegio tangibile dell'evitare i pericoli rispetto a miliardi di altri che vengono tutelati in maniera trasparente dalla provvidenza oppure non vengono affatto assistiti e periscono?
D: Infatti.
R: Non lo so! Mi capita solo di comunicare col mio Angelo in casa, per istrada, nei mezzi pubblici ricevendo dei messaggi chiari ed inequivocabili per evitare negatività o compiere azioni che mi preservano dal pericolo e dalle insidie della vita quotidiana; non solo, addirittura usufruisco di una guida sul comportamento preventivo per evitare tutte le, come dire, prelibatezze del maligno, quali le malattie. Eppure non sono una donna speciale, cristianamente parlando, non sono affatto una fervente religiosa se non nella misura di una comune credente.
D: La cosa ti intimorisce? Quando avverti tangibilmente, come tu dici, luci, ombre e sagome relative a questa presenza, hai paura, ti vien voglia di scappare?
R: All'inizio si, certo. Ora non più. Vivo la mia vita normale. 
D: Non ti senti condizionata. Voglio dire se ti capita di commettere una trasgressione, o, che so, di fare all'amore, la possibilità della sua apparizione che conferma la sua presenza non ti inibisce? 
R: A ridaje!... L'hai detto tu poco fa. L'angelo custode è una parte di noi sia che lo vediamo sia che non lo vediamo. E' la parte buona di noi stessi perché si avvale della presenza di Dio. In qualsiasi circostanza di lite o di amicizia, di sesso o di poesia; è caso mai la non presenza di Dio che può disturbarci, cioè la nostra coscienza inferma, il nostro abbandono nella sete di potere senza null'altro ambire. Mio caro Mari, con la tua tendenza al dottrinario ti aspettavi discorsi meno retorici e semplicistici, ma l'essenza Dio è trasparenza non è "cristianese". Credo che per oggi basti. Ti vedo un tantino scosso. Ti ci abituerai. Parlerò di te al mio Angelo, nella prossima intervista ti farò conoscere il suo parere. E' probabile ti suggerisca come fare per vedere il tuo. E non è la stessa cosa, sappi, di credere di vedere Babbo Natale , la Befana o un comune fantasma. L'Angelo Custode è Dio, senza fanatismi settoriali, dogma corporativi e dottrine teologiche umane più o meno consolidate, una simbologia del Dio Puro, attraverso l'immagine umanizzata dei suoi Araldi. Sento che Egli, il mio Angelo, già ti vuole bene perché non hai ancora preso la cornetta per telefonare al primo psichiatra di turno. Anche perché avresti dovuto farlo prima per te con questa tua fissa per il sesso.
(Continua nella prossima intervista con la signora)