Storia torrese dei pupi pag. 8 | ||
Non erano soli quelli nominati gli amatori per il teatro a Torre prima della guerra, cerano altri gruppi di giovani che improvvisavano teatri non avendo locale ha disposizione lo allestivano in uno di quei palazzi ampi di prima ed avevano un pubblico anche l'oro composti da parenti e amici; uno di questi gruppi stava in Corso Avezzano, un altro a via Fondana, il palcoscenico lo preparavano con tavole prese in prestito dai muratori li appoggiavano su delle botte vuote prestatasi anche queste, per ricuperare qualche soldo per le spese, nell'intervallo giravano con un vassoi per raccogliere gli spiccioli; e non era solo in città che avveniva questo anche per le contrade di campagna anzi è li che si faceva di più teatro non avevano il cinema la domenica quella gente non aveva un passatempo, ero disastroso per venire in centro senza automobile è allora si andava noi dal centro a fare teatro, c'erano pure giovani abitanti in periferia si collaborava con loro facendoli recitare in compagnia con noi, qualche gruppo lo diretto anch'io l'incontri e le prove li facevamo in via del Monte, lo spettacolo nei giorni festivi veniva fatto nel portone accanto alla tabaccheria poco lontano dalla chiesa sul Monte. Altre contrade dove ho fatto teatro è quella dove ce la crinica del dott. Mainieri; in via Nazionale al ponte della Gatta anche li facevamo teatro; per pura fatalità in tutti questi posti gli organizzatori erano sempre i tabaccaio forse perché accanto la propria bottega ci avevano il portone che prometteva ha trasformarlo in teatro i tabaccai avevano questa possibilità; sempre sulla via Nazionale dopo l'angolo di via del Monde conosciuto come "goppe 'o pataffio" li faceva teatro Francesco San Giovanni, anche con lui ò fatto teatro come comico della sceneggiata lui faceva il primo attore in quella contrada io era conosciutissimo è quasi tutte le domeniche facevo teatro, come pure all'inaugurazione del Cinema Leopardi con un mio gruppo inaugurai la sala nell'autunno del 1946. Nel repertorio di tutti i Torresi non è mai mancato la CANTATA DEI PASTORI, l'opera del Perrucci e ancora oggi viene rappresentato è una tradizione come il presepe "non deve mancare" è come il frutto di stagione ed è indispensabile pare che aiuta l'aria festosa del S. Natale, se per un solo anno non venisse rappresentato ai Torresi li mancherebbe qualcosa anche negli anni della guerra se sempre fatta ed è meglio continuare ha portare avanti la tradizione: quando ci stava L'opera dei pupi anche con i pupi facevamo l'opera Pastorale tutti gli anni con buon risultato pure economico in tutte due le sere con due spettacoli per sera cera la sala piena, cosa che non succedeva con la morte e Passione di Cristo più volte il Buonandi ha tentato di farla preparava pupi e scenario, la sera fissato per lo spettacolo non veniva gente al botteghino per l'acquistarsi del biglietto "non si metteva porta" (detto in gergo teatrale quando non entra pubblico) come se fosse una "iella" il maestro mi diceva che con la passione di Cristo non aveva mai fatto incasso, ci aveva pure una marionetta "il Cristo nudo" fatto apposto per quello spettacolo lo teneva nel deposito lì fermo. Ho già detto qualcosa per le parte femminile fata da uomini, era tutto all'opposto di adesso che ci sono tante donne con la voglia di entrare nel mondo dello spettacolo dove non si entra facile, non solo adesso ma è sempre stato così è in utile illuderci il cerchio non si apre se non ce la spintarella, questa regola non è cambiata meglio ha non toccare questo tasto se nò entreremo in politica, chiudo con una battuta del Razzullo "nu scummigliamme li chiaie e nu tuccamme qualche chillete fete". C'era una sola donna che recitava la parte dell'Angelo Gabriele ed era sempre impegnata chi non aveva conoscenza con i parenti di lei si doveva arrangiare, ho visto qualche anno fa Pierino Vitiello nel teatro Oriente con due donne per la parte di Cidonio e di Rusciello che sono parte per uomini. Per le cose qui detto chi legge si domanderà come fa ha sapere tanti fatti aneddoti del teatro costui?. . Se la domanda sarà questa la risposta lo già detto ha l'inizia, d'essere un appassionato da giovanissimo e sono stato sempre ha contatto con tutti quelli che facevano teatro mi prestavo ha tutto pur di collaborare, ha parte il fatto di saper recitare cantavo canzonette comiche mi arrangiavo pur ha pitturare scene, suonare la batteria, ho per una cosa ho per un altra venivo chiamato per collaborare: Antonio Bigliardo "ad esempio" quando salì per la prima volta sulle tavole di un palcoscenico ha chiesto il mio aiuto dovevano aprire il circolo cattolico in un locale ubicato vicino alla Chiesa del Purgatorio, il ragazzo giovanissimo non aveva ancora dimestichezza di teatro e volle organizzare una scenetta per l'inaugurazione con i compagni della sua stessa età "era più giovane di me" mi venne ha chiamare per un aiuto io ci andai li preparai il parco con lo scenario mio, visto che non avevano un testo da rappresentare li feci recitare una scenetta comica dell'antico teatro Napoletano rappresentata quasi tutti i comici d'allora, |
"La Scampagnate de tre Disperate" la sapeva ha memoria per averla fatta più volte, i ragazzi fecero qualche prova è lo spettacolo fu pronto per l'inaugurazione del circolo, io li feci da suggeritore dalle quinte, dopo finito mi stavo smontando le scene per portarmeli Don Francesco De Rosa "parroco della chiesa" disse ai ragazzi chiamate anche il suggeritore che festeggia con noi, Antonio mi chiamò e andai ha mangiarmi i pasticcini come tutti gli altri. Per gli anni dopo la seconda guerra mondiale ne so poco e dirò quel poco: nell'anno 1946 affine stagione un gruppo di giovani studenti capitanato da Andrea Di Lecce misero su uno spettacolo di musica e canzoni con l'orchestra sul palco all'Americano era una novità all'ora s'era sempre visto il varietà con l'orchestra giù del palco, gli studenti alle prime armi suonavano e cantavano, c'era al pianoforte Enrico un ragazzo non vedente è Giaguinto al basso un professionista, li mancava il Comico mi chiamarono ci andai "lo faceva per vivere", fatto lo spettacolo nel Teatro al'aperto di via De Dottis il giorno dopo ci furono i commenti su la riuscita dello stesso vicino al Bar Piscietiello in piazza S. Croce dove di solito frequentavano una buona parte degli amatori del teatro, i più vecchi criticavano i giovani e vantandosi il suo saper fare i giovani nel difendersi li chiesero di vederli alla prova la sfida fu accettata è misero in allestimento "LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI" in tre atti scritto da Alfredo Buonandi, recitai anch'io con lo stesso autore, Giuseppe Raiola - Raimir, Raffaele Di Maio, Pasquale Romito, Raffaele Raiola e altri, R. Perillo doveva sostenere la parte dell'anziano padre del protagonista "Raimir", le donne Maria Cinese e Lia Gina, due di mestiere ingaggiate nella Galleria; la sera facevamo le prove sul palcoscenico del Teatro, una sera mentre stava recitando Perillo una voce dal buio della sala gridò "ha le armi!", si accesero le luci per vedere chi aveva interrotto la recitazione, era Grescenzo Mazza "l'Onorevole" volle farci uno scherzo che fu poco gradito dal Perillo se la prese per canzonatura se ne andò, più di uno lo pregò permaloso com'era non ci furono ragione per farlo ritornare, la suo parte fu sostituita da Raffaele Sorrentino. Anche questa volta le comparse per la poteosa finale arrivarono come sempre prima si vestirono da garibaldini dovevano apparire al finale dello spettacolo con Garibaldi (comparsa anche questo) tutte tre furono i primi ha vestirsi è passeggiavano per tutta la scena avanti e in dietro per un paio d'ora circa perché sulla scena l'oro apparivano all'ultimo quadro plastico per il finale. RAFFAELE PERILLO - 1886 - 1971. Un amatore di teatro che non si limitava solo alla recitazione, scriveva testi e curava la regia; da giovane ha impersonato più volte Pulcinella con dimestichezza, più tardi passo dal ruolo comico al ruolo drammatico ed era sempre bene accetto dal pubblico. Titolo dei copioni scritti da lui che possiamo annoverare sono ERA INNOCENTE rappresentato nel Teatro Garibaldi di Torre del Greco, nel T. Scarano di Resina, nel Savoia a Torre Annuziata e nel Teatro Corelli a Trecase negli anni vendi. Un altro suo lavoro di quegli anni aveva per titolo I MISTERI 'E NAPOLE rappresentato negli stessi paesi "detto" è ripetuto negli anni trenta nella Tina di Lorenzo prina di SESELLA 'E MARUCHIARA (detto anche questo). I copioni scritto più recenti sono 'O RITORNO D'O PRIGIUNIERO - 'O MIRACOLO 'E SAN GENNARO - 'O RISCATTO BARONALE - 'A MAMMA 'E SEMPE MAMMA - PE FIGLIA TENEVA NU SCIORE - 'E FURNUTE PE TTE e qualche cos'altro non so il titolo. Le canzone: TEMPESTA - CHIARINA 'A MARE - PE FIGLIA TE NEVE NU SCIORE. Quest'ultima partecipò al Primo Festival della Canzone Torrese suonata dall'orchestra della RAI diretta dal Maestro Angelini e da un altro orchestrina locale diretto da Alfredo Oliviero, i cantanti dell'esecuzione erano due Vincenzo Izzo "Marcantonio" e il giovanissimo Franco Acampora il presentatore di professione fu Silvio Noto la manifestazione venne fatta negli anni sessanta nel teatro Metropolitano a Torre del Greco, la musica delle tre canzone di Perillo la scrisse il Maestro Silvio Marchi di Torre Annuziata. Ci sono pure poesie del Perillo scritte di suo pugno il tutto è custodito dall'ultimo suo rampollo Raffaele. |