LA TORRE     pag. 13

   N. 10 - 3 marzo 2006             Sta come Torre ferma che non crolla già mai la cima per soffiar dei venti

Postulazione
Beato Vincenzo Romano

Carissimi,
Q
uesta Postulazione d’intesa con il Centro Studi B. Vincenzo Romano, sta procedendo alla microfilmatura di tutti gli scritti del nostro Beato, per una maggiore conservazione degli originali e per poter procedere anche a una maggiore diffusione degli scritti, si è dato mandato alla ditta M.F.I. di S. Maria a Vico, la quale ha già proceduto alla microfilmatura della corrispondenza spedita e ricevuta e alle questioni di morale. Il lavoro può essere consultato presso il Vicepostulatore don Francesco Rivieccio. Pertanto, si invitano tutti a voler contribuire a questa iniziativa, con una propria offerta, che, se supererà £ 1.000.000, darà il diritto di inserire il proprio nome in un albo che sarà pubblicato sui supporti magnetici (CD).
Inoltre la Postulazione ha preparato dei blocchetti per raccogliere le offerte; i suddetti blocchetti possono essere ritirati presso il Vicepostulatore. All’interno di essi, ci sono le indicazioni per il versamento delle offerte e delle matrici.
Sperando in una Vostra fattiva collaborazione, la Postulazione invia cordiali saluti a tutti Voi.

Il Vicepostulatore

Sac. Francesco Rivieccio

P.S. Si ricorda che tutti i benefattori vivi e defunti verranno ricordati nell’Eucarestia che il Vicepostulatore celebrerà ogni 20 del mese. Per eventuali lasciti o eredità si prega di specificare la seguente dicitura: "…Lascio erede dei seguenti beni…la Postulazione del Beato Vincenzo Romano nella persona del Sac. Francesco Rivieccio…"


 

Positivi i risultati 2000
della Banca
di Credito Popolare

I risultati dell’esercizio 2000 evidenziano la crescita della Banca di Credito Popolare sia sotto il profilo operativo che reddituale. La raccolta diretta da clientela si è incrementata di circa 6%, attestatasi su oltre 2.600 miliardi di lire e buoni risultati si sono registrati anche nel collocamento di prodotti di risparmio gestito.
L’attività di erogazione di credito alla clientela ha fatto segnare un incremento di oltre il 7%, collocando gli impieghi commerciali vivi sui 1.200 miliardi di lire.
Il risultato operativo lordo dell’esercizio è stato, conseguentemente, ben al di sopra di quello dell’anno 1999 consentendo la prospettazione di un bilancio di tutto rispetto.
La Banca di Credito Popolare è oggi un istituto di credito moderno e saldamento radicato nel territorio campano con una solida rete di 42 sportelli distribuiti nelle cinque province della regione.

Presidente della Banca di Credito Popolare è l’ing. Salvatore Gaglione, Direttore Generale il dott. Manlio D’Aponte.

CULTURA

RAPAGNETTA GABRIEL
alias GABRIELE D’ANNUNZIO

Maria Gravina, /amara partoriente /nella casa fra i campi di Resina

Io, Rapagnetta Gabriel e altre sorti di Alberto Mario Moriconi, editore Tullio Pironti, è un libriccino smilzo ma denso di poesie impegnative ed offre almeno due considerevoli motivi d’interesse: la distillazione estrema del modo di far poesia e la prefazione sollecitante di Armando Maglione. La prima parte è occupata dal poemetto drammatico che dà titolo al volumetto e nel quale c’è "l’autodifesa e l’autoaccusa di un D’Annunzio moriconizzato" (come nota il prefatore), composto nell’aprile del 1961 e tenuto chiuso in un cassetto.

Nessuna metafora oscura o capziosa, ma la ricostruzione di episodi della storia umana sia del Rapagnetta Gabriel alias Gabriele D’Annunzio, la cui personalità poetica è stata oggetto di iperbolica esaltazione anche per una sua componente erotico-sentimentale notoriamente debordante abilmente esposta nel poemetto, sia di altri grandi poeti, protagonisti di "altre sorti", come Li-Po, Leopardi, Laforgue, Rimbaud, Pindaro e Moriconi stesso. I versi promanano sia da rinvenimenti situazionali che da immersioni dentro l’individuale sensorialità dei poeti cantati. Vi concorrono storia e metafora, incalzanti interrogativi esistenziali e richiami ideativi. Lo spunto tematico è reale: la presenza "travagliosa ma operosa" di D’Annunzio, alle falde del Vesuvio, è solo occasione o pretesto a promuovere l’intervento di Moriconi, sospinto, poi, fino alle tensioni pulsive di una policroma immaginazione e alla malia stregonesca di una fervida trasfigurazione: "Perpetuo assillo, sì, d’Eros…/ Schietta Eleonora profonda multanime/ alle sue folle senza mai la maschera…./ la Barbarella e Sandra: Artemide, men casta/ ed Olga, che mi si bruciava in Elena Amiclea, /….mio vero bene, meglio/ patir con te, Maria Gravina, /amara partoriente, /nella casa fra i campi di Resina/…O la schietta, la pura, altra Maria…"(p.19)

Moriconi si rivela autore pensoso e commentatore acuto di umane vicende, indagate attraverso collaudata capacità di raggrumare inventività e una cattivante dovizia lirica, dove l’immaginario ha funzione ironico-satirica, scorporante ed incorporante. La sua è poesia che agisce come strumento a più corde, soprattutto quando entra in contatto dialettico con personaggi che diventano, poi, motivo dinamico di riflessione, in grado di riprodurre richiami e reazioni emotive, in insolito abbinamento tra preziosismo e classicità, simbolismo e raffinatezza. Moriconi possiede il dono magico dell’utilizzo sagace della parola, che usa in contrazione od estensione senza problemi, anzi da funambolo delle parole, il suo autentico afflato poetico dirompe in giuochi semantici, in acrobazie verbali, in singolare scansione di versi, mai identica, specie in quelli più lunghi, dove si evidenzia una vitalità che si articola in estensione vocale del ritmo, come in La rosa dello Spielberg: "…e io mi ostino a contarvi/ la, or rassegnata, prigionia, or furente, / di questo/ Pellico illuso, di questo/ Casanova represso. / L’auto (mia) prigionia/ l’autocesso/ a vita: / pur senza piombi/ o sbarre d’altro metallo, al tatto. (p. 49). Moriconi fa parte, pienamente, di quella cerchia ristrettissima di grandi aedi che maggiormente contribuiranno allo sviluppo di successive generazioni di poeti.

                                    Giuseppina Scognamiglio