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Argomento presente: « La gastronomia antica torrese » | ||||||
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ID: 1246 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
domenica 27 febbraio 2005 Ore: 15:50
Buona domenica a tutti. Ho la fortuna di avere un provetto pasticciere di fronte alla mia bottega: Scamardella, che viene dalla scuola delle "Passaggere " che è contemplato pure nella sezione "pasticceria" di Torreomnia.Scamardella Onofrio, detto Lello dagli amici, è nato il 14 giugno 1949 nel modesto quartiere - mi dice - di S. Giuseppe alle Paludi. Dal 1962 a 1969 acquisì te lecniche del mestiere dalla Pasticceria "Collaro". Ma il vero perfezionamento l'ebbe sulle navi da Crociera "Costa" da 1969 al 1989. Siamo molto amici. Lui viene a scovare tra le mie carte ed inchiostri, ed io il tra i suoi zuccheri e pan di spagna. Mi ha dato questa ricetta, visto che Pasqua è vicina e mi assicura che non à la solita ricetta delle raccolte trite e ritrite, ma è davvero speciale. PASTIERA ALLA TORRESE Per la pasta: 500 gr di farina, 3 uova intere, 200 gr di zucchero, 200 gr di strutto. Per il ripieno: 420 gr di grano cotto, 100 gr di latte, 30 gr di burro, 700 gr di ricotta freschissima, 500 gr di zucchero, 5 uova intere e 2 tuorli, un cucchiaio di acqua di fior d'arancio, limone. Mettere al fuoco in una casseruola il grano cotto aggiungendo il latte e il burro e la scorza grattugiata di un limone. Riscaldare per circa 10 minuti mescolando finchè non diventi crema. Frullare, a parte, la ricotta con lo zucchero, le uova intere e i tuorli, la bustina di vaniglia e l'acqua di fior d'arancio. Lavorare il tutto fino a rendere l'impasto molto sottile. Aggiungere una grattata di scorza di limone. Preparare una pasta frolla con la farina, le uova, lo zucchero e lo strutto. Fare un impasto senza lavorarlo troppo. Lasciarlo a riposare per mezz'ora, poi, stenderlo e rivestire una tortiera o più tortiere, distribuendo uniformemente il composto di ricotta. Decorare la pastiera con strisce di pasta frolla. Mettere in forno a fuoco moderato per circa 1 ora finchè la pastiera avrà preso il colore ambrato. Spegnere il forno e lasciare che l'impasto si ritiri. Spolverare con zucchero a velo. E' ottima anche dopo due o tre giorni. Buon appetito da me e Lello |
ID: 1245 Intervento
da:
Aniello Langella
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
- Data:
domenica 27 febbraio 2005 Ore: 13:56
A FRITTATA DI MACCHERONI Buona sempre. Fredda , calda , arreposata, buna domani, ottima il lunedi di pasquetta, eccelente sulla spiaggia al mare d'estate , sublime dopo le lezioni universitarie, fantastica da portarsi dietro sempre. Cuocere la pasta al dente, colarla, versarla in una terrina battere le uova con un po' di sale e versare sulla pasta aggiungere ( se volete ) il burro disciolto, il formaggio, un po' di pepe e rimestare il tutto per fare amalgamare bene il tutto Per la frittura utilizzare una padella abbastanza grande perché lo strato della pasta non superi un paio di centimetri cuocere la frittata a fuoco basso da un lato e rivoltarla, aiutandosi con un piatto piano, per la cottura dell'altro lato. Aniellocolesterolo |
ID: 1238 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
sabato 26 febbraio 2005 Ore: 17:10
Da una seria indagine fatta da Demoscotorre per le strade della nostra città, su un campione di duemila persone, il 50% sostiene che i migliori messaggi del forum siano quelli di Salvatore Argenziano, mentre un altro 50% sostiene che siano quelli di Luigi Mari. NON E' VERO. E' ESATTAMENTE IL CONTRARIO. L'amministratore |
ID: 1236 Intervento
da:
Ciro Adrian Ciavolino
- Email:
ciroadrian@libero.it
- Data:
sabato 26 febbraio 2005 Ore: 16:51
Il cosiddetto "sanguinaccio": si sa bene che in tal modo si chiama perchè si faceva con sangue di maiale. Il sangue, quantunque rappreso, serviva una cucina povera, si faceva fritto: più umilmente sostituiva il fegato che costava qualcosa in più. L'antica voce del venditore, anche ambulante, era: 'o fegatiello....'o sangue 'e puorco..... Mia moglie era specialista di sanguinaccio, tra le dieci piccole semplici cose che in cucina sapeva fare, imparando successivamente a farlo altrimenti quando, anni orsono, si capì e si diffuse l'idea che il rosso liquido suino poteva recare seri danni all'organismo. Quando eravamo piccoli non avemmo mai il piacere di gustare quello che le vetrine dei pasticcieri mostravano ed oggi effettivamente è troppo dolce e poco lo gradisco per le tante spezie che contiene. Spezie, lo speziale era detto il pasticciere e per estensione il negozio. Non si usa più, come non si usa più "coloniali" nelle insegne di quei negozi, non solo perchè colonie non ne abbiamo più , perdendo così anche il fascino di terre d'Africa dove mandammo i nostri soldati con le navi a vapore.... Adry con il mal d'Africa. |
ID: 1227 Intervento
da:
Aniello Langella
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
- Data:
venerdì 25 febbraio 2005 Ore: 22:18
GASTRONOMIA TORRESE Ricetta per fare U SANGUINACCIO ! Andatelo a comprare ! Ognuno a Torre lo fa in maniera diversa . Io me lo faccio preparare dalla mia Pina. Perchè ??? U cedro non mi piace ,...troppa vaniglia mi nausea,...voglio poco zucchero... si ma quello che faceva la zia era veramente buono,...ma quello della nonna.. Andatevevelo a comprare e poi vedrete che il più buono è quello della Pina. Aniello |
ID: 1206 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
giovedì 24 febbraio 2005 Ore: 01:50
Signori, non va sottovalutato che a Torre del Greco, grazie al clima mite e alla tradizione di un popolo con oltre duemila anni di storia, si sono verificate le condizioni favorevoli per una felice evoluzione alimentare. Ma soprattutto grazie alla terra ferace che permette anche tre raccolti all'anno grazie alle sostanze di origine viulcanica presenti nel terreno. La gastronomia è uno degli aspetti fondamentali degli usi e dei costumi di un popolo. Per questo Salvatore Argenziano ha fissato una pietra miliare in Torreomnia col suo lavoro che si potrebbe ampliare se vi fossero più consensi. I grandi viaggiatori del passato, oltre a scoprire nuove terre e a conoscere gli usi e i costumi dei popoli, ne apprendevano anche le usanze alimentari. La gastronomia torrese beneficia altresì della maestria di cuochi di esperienza internazionale, grazie alla navigazione transoceanica delle navi che hanno da secoli ospitato i cuochi torresi. Le ultime ricerche in campo nutrizionale hanno confermato la validità dell’alimentazione mediterranea che è alla base della gastronomia campana. Povera di grassi animali, a vantaggio di quelli vegetali, la cucina mediterranea è ricca di verdure, legumi ed ortaggi., non mancano comunque le carni, soprattutto quelle rosse. Grande spazio, infine, viene dato alla preparazione di pietanze a base di pesce, utilizzando ogni specie che il mare del golfo offre generosamente. Oltre ad un fatto si costume questa sezione dovrebbe essere duscussa perché l'Ing. Argenziano possa ulteriormente allargare la rosa di pietanze attraverso suggerimenti e, magari, ricette segrete. Insomma oltre ad una questione di palato è pure un inno alla salute. Io spero che Salvatore si nutra con cibi nostrani, da lui tanto decantati in questo suo lavoro. Chissà se, a parte i tortellini, Bologna glie lo consente. Noi del forum, affettuosamente siamo sempre disposti a mandargli una mappatella giornaliera per corriere espresso o via aerea, come si fa con i cannoli alla siciliana. Senza costi. In cambio del suo amore per Torre naturalmente. Luigi Mari |
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