
Mio caro Cosimo,
in questo messaggio non mi sbizzarrisco, non voglio stupire con effetti speciali web che tanta invidia causano in giro a coloro che non hanno le capacità di "arrivare al lardo", a chi costruisce web elementari, uguali e ripetitivi, con estetica e contenuti statici di una noia mortale, peggio della letteratura didattica cartacea. Credono di fare il web, che per natura è multimediale, simile alle semplici pagine di testo e illustrazioni degli incunaboli, della Bibbia a 42 linee, o illustrazioni alla Gustave Dorè. E' un discorso generale lungo la rete, senza riferimento a nessuno in particolare. Abbiamo fatto tanto per associare la cinesi alla cultura via web mentre accade a josa che "i ferri vecchi siano finiti in mano ai centrellari". E che boria! Che sedicenza! Che illusioni! Che bugie!
Amo comunque amici e nemici, mi è istintivo, quasi compulsivo; amo anche coloro che tacciano chi gode successo palese, non solo di sregolatezza e stravaganza, come fossero colpe o difetti, ma arrivano all'ignominia; questi ultimi non li sopporto più "gomito a gomito"; sono stanco di sottopormi all'ipocrisia, al doppiogiochismo, di ricevere sottili stilettate alle spalle. "Tutto ti perdonano tranne il successo" diceva Oscar Wilde, specie se il successo non è solo nominale, ma imputabile anche ad un gruppo vasto di persone, come nel caso di Torreomnia.
Un abbraccio sincero a Te, Cosimo, a Camillo Scala, a Peppe D'Urzo, a Gennaro Francione, a Franco Penza, alle sorelle Mari, a Bartolo Russo, a Carlo Boccia ed al figlio Fabio, a Cristofaro Cingolo, a Ciro Adrian Ciavolino, a Franco Formicola, ad Antonio Abbagnano, a Paolo Di Luca, a Pasquale Zuccarini, a Salvatore di Luca, a Guglielmo Di Luca, ad Angelo Guarino, a Michele Tuoro, a Pasquale Infausto, (pianista provetto e oggi anche tenore) e tanti, tanti, tanti altri della grande famiglia Torreomnia che cresce spontanea senza copule o inseminazioni, ma semplicemente per opera e virtù dell'amore per le radici. A migliaia sono i torresi aficionados, tuttalpiù simpatizzanti che non appaiono in Comunità, ma seguono e discutono vebalmente con affetto, ammirazione e nostalgia, giorno dopo giorno, in quella piccola-grande fucina di emozioni che è la redazione di Via Purgatorio: " 'A putechella piccerella, ma chiena 'i devozione" dicono alcuni vecchietti del ricovero dalla Provvidenza adiacente.
Con i torresi dissenzienti ci vedremo a Filippi, là dove la nostra vita non è più mascherabile e sdoppiabile, dove la verità non è più un opinione o una teoria.
Tu, Cosimo, hai detto "Credo alla vita eterna", altri credono alla vita eterna lo stesso, ma pensano che stia su questa terra dato certo comportamento. Qualcuno, in questa sede, ha snobbato, associando il suo agnosticismo alla cultura, alle scienze positive, ignorando che scatologia ed escatologia sono un'altra istantanea della pochezza dell'uomo rispetto all'immensità e alla perfezione del trascendente, per così dire. Solo l'uomo che riuscisse a scindere da se lo sterco ed evitare che la propria carcassa sia aggredita da vermi nei liquami settici, o, in ultima analisi, divenire, in alternativa, insignificante materia suddivisa in piccolissime particelle di diametro compreso fra 0,25 e 500 µm., potrebbe, (con buona pace del tormentato Nietzsche ed ovazioni all'ascetico Heinstein), arrogarsi il piedistallo dell'ateismo, tra il business dei crematori.
Quanti Fratelli in Torre incontro per istrada, e il giorno dopo leggo i nomi di qualcuno di loro sui necroavvisi murali.
Gia penso, credo non molto tardi, a chi scriverà il mio di necrologio, il messaggio in Comunità: "LUIGI MARI ADDIO!", e mi collocherà sotto i mazzi di fiori e le "fiammetelle" (le farfalline, dicono i seriosi e perbenisti sussiegosi e perentori) come per i cari estinti Liverino, Di Cristo, Vito D'Adamo, Don Filippo, ecc. morti nell'arco di una manciata di mesi.
Uno alla volta ci avviamo, anni prima, anni dopo, e portiamo con noi bene e male, ricchezze e povertà, invidie e altruismi, seriosità e perbenismi, odio e amore, infine. Ma Torreomnia e Comunità non perderanno nulla con la mia scomparsa, la loro discendenza è vastissima, è "nazionalpopolare". Ciascuna famiglia torrese, nel mondo, possiede una copia masterizzata del DVD Torreomnia, un secondo Vangelo d'amore, quello corallino, costruito da tutti i buoni torresi, spontaneamente, come il grano buono, sotto l'insidia della gramigna dell'intellighentzia di casta.
Un successo popolare, ribadisco, dovuto al popolo stesso che ne è, appunto, autore, interprete e fruitore; come i 500 personaggi di D'Urzo che presto saranno in rete.
In Torreomnia non vi sono alti bordi accreditati secondo il mercimonio culturale odierno, od azioni egoTistiche ed egoistiche, atte a colmare solo le carenze esistenziali di pochi illusi, che ignorano, come dice il saggio, che per godere veremente una gioia bisogna condividerla con gli altri. Torreomnia è aliena da gerarchie superiori, d'elite, da casta e masi chiusi. Essa e pregna di ingegneri, dottori e professori e avvocati di vita, laureati all'università della strada che ignora le bocciature e i favoritismi.
Purtuttavia Torreomnia è sostenuta dall'intelligenza e dalla creatività comune di chi sa scambiare con gli altri acume e creatività intellettuale, con il grosso patrimonio delle potenzialità fisica degli artigiani, dei braccianti, dei contadini, dei marinai corallini, nella fusione comune del braccio, della mente e del cuore. Solo da questi tre elementi vien fuori il capolavoro della vita, il resto è fiction di terz'ordine, è istrionismo.
Ti voglio bene, Cosimo, ti sento certamente un degno componente della famiglia Torreomnia, cioè un fratello in Torre, figli della Mamma di Pietra, puerpera in quella enorme sala parto dei fratelli in Torre che è la nostra città, dal Vesuvio al mare, dalle "parule" agli Scavi di Ercolano; quel villaggetto delle origini, mèta degli antichi romani vacanzieri e forse sodomagomorristi, con i loro efebi e i primi "turismi pedofili" della storia conosciuta, che ci hanno forse lasciato il retaggio del peccato e della punizione per l'amore incondizionato al danaro e alla sopraffazione gerarchica e dinastica punita con fuoco e lapilli; ma un centro ostinato da secoli alla ricostruzione, alla sfida naturale e divina, l'araba fenice immortale, la post fata resurgo come l'eterna sconfitta del duallismo male-bene.
Ma Ti ritengo, Cosimo, anche pari a quelli della mia stessa famiglia biologica, come fratelli in Cristo.
A Torre siamo grandi adattatori di religiosità, ci cuciamo la cristianità addosso conciliandola, come nessuno, con i nostri difetti, le nostre invidie, le nostre avarizie (che provocano odio persino tra i fratelli di sangue), i nostri irresistibili peccati, ricchi o poveri che siamo, laici o clericali, credenti o atei cui ci professiamo.
Che il "Dio del 2009" illumini tutti noi.
Luigi Mari