CINESI E
GIAPPONESI
NEL PASSATO
Mentre da noi l'attività si evolveva nel senso
indicato, cosa accadeva nelle altre parti del mondo? Purtroppo, benché gli
orientali non siano stati gli ultimi tra gli utilizzatori del corallo,
della eventuale lavorazione da essi praticata non sappiamo molto; lo
stesso Tescione non si sofferma sull'argomento, pur menzionando alcuni
lavori eseguiti in Cina e in India, di epoche non lontane.
Del Giappone
accenna solo ad una collezione iniziata nel 1850 dall'incisore Kimba ed
ultimata nel 1900. Le più antiche esecuzioni orientali a cui lo stesso
autore fa riferimento, vengono dalla Cina e risalirebbero al 1650
(Dinastia Ch'ing). Sembrerà forse strano trovarsi in possesso di notizie
relative ai cinesi anzicchè ai giapponesi, cioè quali esistono più intensi
rapporti; ma se ricordiamo l'isolamento in cui e rimasto 1'Impero del Sol
Levante rispetto agli altri Paesi del mondo e, per contrasto, 1'apertura
tra Occidente e Cina dall'epoca di Marco Polo (sec. XIII), la cosa
certamente si chiarisce.
Va ritenuto che una lavorazione su vasta scala
non dovette mai essere esercitata nell'Oriente antico. E fuor di dubbio,
però, che da veri maestri della glittica quali sono sempre stati, gli
orientali, e i cinesi in particolare, si siano dedicati anche essi
all'incisione sul corallo. Sono, comunque, poche le opere realizzate in
Cina in epoca antecedente al XIX secolo, cosi come sono ancor meno
numerose quelle giapponesi.
Io stesso, nel visitare il National Palace
Museum a Taipei, fui sorpreso nel rilevare l'assenza di manufatti
artistici. Notai, invece, un elevato numero di collane e rosari quasi
tutti composti da globi di corallo tipo Barberia de1 diametro da 8 a 25
mm., oltre una particolare microtecnica atta a forare ed infilare
microscopici globetti, di corallo. Alla loro abilita gli esperti hanno
attribuito due stupefacenti collane, le cui sferette hanno diametro di
appena 0,8 -1 mm.: sono ambedue costituite da molti fili lunghi in media
81 cm., e, mentre una conta 36.000 di tali minuscole palline, l'altra ne
comprende addirittura 79.500.
A questi maestri del passato si devono anche
quelle opere di eccezionale delicatezza da nessun altro realizzate in
seguito. Lunghi, sottilissimi steli, minute sbarrette di altrettanto
piccole gabbiette, dita femminili affusolate oltre misura furono, infatti,
possibili solo grazie alla pazienza degli orientali: questi lavoravano
stando in piedi, tenendo il pezzo da incidere nel palmo della mano, e non
su un rigido banco, cosi da attutire la pressione esercitata sul corallo
ed evitare il danneggiamento dell'opera in esecuzione.

Portaprofumi cinese - Corallo
Cerasuolo
Scuola di Pekino, sec XIX - Museo Liverino |

Vasetto in metallo dorato e corallo mediterranea.
Pechino XVII sec. - Museo Liverino

Okina di corallo cerasuolo - Sec. XIX
Museo Liverino

Le due chimere di corallo Magai
Scuola di Pechino - Museo Liverino

La saggezza e l'innocenza - Sec. XVIII - Pekino
Corallo cerasuolo - Museo Liverino
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