|
Anno III |
![]() |
![]() |
pag. 2 di 16 |
Grazie direttore di Maurilio Tavormina |
‘o giornale adda ascì!" ponendo l’accento sulla necessità d’uscire in stampa con la periodicità dovuta, senza arrestarsi davanti alle difficoltà ed evitando perfezionismi o superflui preziosismi, senza tralasciare ovviamente l’efficienza e l’efficacia del lavoro. Il giornale deve continuare ad uscire e a vivere per i nostri lettori ed è proprio nei momenti di difficoltà che bisogna serrare i ranghi, rimboccarsi le maniche e con instancabile buona volontà proseguire. E’ con questo suo grande insegnamento che noi di "Integrazione" vogliamo ricordarlo, anche dopo la sua fatale dipartita, avendo vivo nei nostri cuori il ricordo delle sue paterne parole e facendo tesoro dei suoi suggerimenti. Grazie ancora Direttore!
|
||
E’ il mio primo editoriale e non vi nascondo che c’è in me una certa emozione nell’incominciare a scrivere. Sono molti i pensieri che affollano la mia mente, ma inevitabilmente si fa strada tra i tanti un ricordo di una persona saggia e distinta, che trovatasi per caso nella sede della nostra redazione alla UOSM di Torre del Greco, mentre ci riunivamo per la redazione del giornale, si sedette accanto a noi, vicino alla porta, e ascoltava in silenzio, con in-teresse e partecipazione emotiva. Accortomi della sua presenza ed onorato della sua visita lo presentai ai redattori: era l’avvocato Salvatore Accardo, direttore del quasi centenario giornale di Torre del Greco "La Torre". Era venuto per parlarci di un caso a lui a cuore, ma volle comunque partecipare alla nostra riunione. Ricordo ancora con viva emozione |
le sue parole d’in-coraggiamento e di plauso per il lavoro che stavamo facendo. Fu colpito in particolare dal nostro desiderio di lavorare in sinergia d’intenti. Quel giorno ci disse: "Bravi ragazzi, il vostro è un gran bel lavoro, non scoraggiatevi e continuate così!" Del Direttore sapevo poco, se non quello di uno stimato e rispettabilissimo professionista, che aveva forgiato con i suoi saggi ed umili consigli ottime "penne", future espressioni di valenti giornalisti e in quell’occasione ebbi il piacere di conoscere anche la sua profonda umanità e sensibilità per il prossimo. Tra di noi in redazione, c’è invece chi lo conosceva molto bene, aveva col-laborato con il suo giornale e me ne ha sempre parlato con rispetto, alta considerazione professionale e manageriale ed insegnandomi quanto aveva da lui appreso.Spesso ripeteva: " dottore l’avvocato diceva sempre…’o giornale sadda fa’, |
||
Foto dell’opera in copertina; Sfilata per l’anniversario della Rivoluzione Russa (olio su tela cm 135 X 102) Città del Messico, collezione Lagos, Diego Rivera, 1956.
|
Opera dipinta un anno prima della morte dell’artista. Lo spettacolo è stato ritratto da una finestra di un albergo di Mosca. Cubo-futurismo e pittura po-polare: uno dei più estrosi e commoventi dipinti da cavalletto di Rivera. Chi guarda l’opera è colpito da questa vario-pinta fiumana di persone, bandiere e dalla palla celeste portata a braccia e sorretta da tanti mani-festanti e con su scritto: paix, peace, mnp, paz, frieden, quale simbolo di pace. L’assetto prospettico del dipinto in un primo momento ci disorienta sulla direzione verso la quale s’incamminano i dimostranti, poi dall’ori-entamento dello sten-dardo, si capisce che sono diretti verso il Kremlino. L’ordine e la simmetria delle bandiere, degli striscioni e dei cartelloni accentuano la direzione di marcia e danno l’idea dell’unione, compattezza ed integrazione del popolo nella manifestazione. |