Anno I
Dicembre 2001 
n. 4

Pag. 3 di 16

comenasceunarticolo
di Maurilio Tavormina

                     SOMMARIO

 

4 Arte e Cultura

Allegoria della pace di
Westfalia
di Raffaele Iovine

Specchi rotti

e lanterne magiche

Il mondo della follia a
cinema ed in televisione
di Giuseppe D’Aquino

5 Intervista

"Da internati ad Utenti"
opera di Walter Di Munzio

6 Ecologia e

società

I mal di testa della Terra
di Mangiafuoco
Ambiente e Pigrizia
di Vincenzo Riccio

7 Il Territorio

Ercolano: turismo e problemi!
di Pietro Olivero
Sistema urbano e Ville
Vesuviane
di Frank Ciccone

8 9 Attualità

Osama Bin Laden
di Maria Pasqua Di Donna
L’attentato negli USA
di Lucio Bonelli

10 Religione
 
e filosofia

Guerre di religione
di Albanese Francesco
Per amore di Dio
di Felice Gaglione

11 Riflessioni

Il Cattivo insegnamento
di Felice Gaglione
Tempi difficili
di Mimmo Matrone

12 Giovani e

società

La droga libera
di Antonio Giordano
Il ruolo della donna
di Maria Cira D’Orsi

13 Le donne dei

Talebani

di Anna Poma

14 La Malattia

Il miracolo
di Antonella Pernice

Gite e feste

La gita da Padre Pio
di Annamaria Scognamiglio

15 Salute Mentale

Volare Alto
Premio di studio
Bruno Gentile
Ritorno a ballare
di Maria Scognamiglio

Poesia

Inno all’amore
di Mariella Fiorini
Tesoro
di Annamaria Sorrentino
Omaggio a Carosone
di Alessandro de Portrait

16 Il fumetto

di Raffaele Iovine

Sembra facile scrivere i propri pensieri, ma quando poi bisogna realmente comunicarli insorgono le prime difficoltà.
bile essere chiari, prima con se stessi e poi con gli altri.
A mio avviso bisogna tenere presente che il nostro lettore tipo è l’uomo comune e pertanto è necessario utilizzare un linguaggio diretto e semplice, ricordandosi di scrivere solo ciò che abbiamo voglia di dire realmente, nella forma e nei modi corretti.
Scritto l’articolo, corretto e limato, lo si legge nelle riunioni di redazione, alle quali partecipano anche familiari, psicologi e un’insegnante d’italiano di nome Agnese.
Si commentano gli elaborati e si fanno eventuali modifiche, senza alterare i contenuti del pensiero, badando solo alla fluidità del discorso.
Il nostro fine è che lo scritto sia il più chiaro possibile, cercando di evitare parole difficili, bizzarrie e stravaganze letterarie, lasciando ovviamente inalterata la franca e genuina espressività artistica.
Il perché scrivo, anche se può sembrare logico e scontato, non lo è del tutto; poiché focalizzando ed ordinando i pensieri, per esporli in modo concreto e semplice, sono costretto a riflettere su di essi, ad analizzarli e a sintetizzarli, spinto dal desiderio di comunicare le emozioni, i sentimenti, le critiche e le proprie opinioni.
A che serve pensare se poi non comunichiamo i nostri ragionamenti?
Scrivere è bello! Leggere è vivere insieme con l’autore la magia del momento creativo e la penna è solo uno strumento d’unione.
Scrivo come parlo, così come mi viene?
O cerco di rendere i miei concetti facilmente leggibili?
Chi è il mio lettore? Il mio messaggio

è indirizzato a tutti, o solo a persone colte e attente, ad un critico d’arte severo, o ad un pur semplice e schietto pizzicagnolo?
E soprattutto perché scrivo?
Questi sono stati gli interrogativi più frequenti che sono emersi nelle riunioni di redazione per la stesura degli articoli.
A chi, come, e perché scrivo, sono in sintesi i punti di riflessione.
Spiegavo loro le mie opinioni: è indispensa
bile essere chiari, prima con se stessi e poi con gli altri.
A mio avviso bisogna tenere presente che il nostro lettore tipo è l’uomo comune e pertanto è necessario utilizzare un linguaggio diretto e
semplice, ricordandosi di scrivere solo ciò che abbiamo voglia di dire realmente, nella forma e nei modi corretti.
Scritto l’articolo, corretto e limato, lo si legge nelle riunioni di redazione, alle quali partecipano anche familiari, psicologi e un’insegnante d’italiano di nome Agnese.
Si commentano gli elaborati e si fanno eventuali modifiche, senza alterare i contenuti del pensiero, badando solo alla fluidità del discorso.
Il nostro fine è che lo scritto sia il più chiaro possibile, cercando di evitare parole difficili, bizzarrie e stravaganze letterarie, lasciando ovviamente inalterata la franca e genuina espressività artistica.
Il perché scrivo, anche se può sembrare logico e scontato, non lo è del tutto; poiché focalizzando ed ordinando i pensieri, per esporli in modo concreto e semplice, sono costretto a riflettere su di essi, ad analizzarli e a sintetizzarli, spinto dal desiderio di comunicare le emozioni, i sentimenti, le critiche e le proprie opinioni.
A che serve pensare se poi non comunichiamo i nostri ragionamenti?
Scrivere è bello! Leggere è vivere insieme con l’autore la magia del momento creativo e la penna è solo uno strumento d’unione.