S embra
facile scrivere i propri pensieri, ma quando poi bisogna realmente
comunicarli insorgono le prime difficoltà.
bile essere chiari, prima con se stessi e poi con gli altri.
A mio avviso bisogna tenere presente che il nostro lettore tipo è
l’uomo comune e pertanto è necessario utilizzare un linguaggio
diretto e semplice, ricordandosi di scrivere solo ciò che abbiamo
voglia di dire realmente, nella forma e nei modi corretti.
Scritto l’articolo, corretto e limato, lo si legge nelle
riunioni di redazione, alle quali partecipano anche familiari,
psicologi e un’insegnante d’italiano di nome Agnese.
Si commentano gli elaborati e si fanno eventuali modifiche, senza
alterare i contenuti del pensiero, badando solo alla fluidità del
discorso.
Il nostro fine è che lo scritto sia il più chiaro possibile,
cercando di evitare parole difficili, bizzarrie e stravaganze
letterarie, lasciando ovviamente inalterata la franca e genuina
espressività artistica.
Il perché scrivo, anche se può sembrare logico e scontato, non
lo è del tutto; poiché focalizzando ed ordinando i pensieri, per
esporli in modo concreto e semplice, sono costretto a riflettere
su di essi, ad analizzarli e a sintetizzarli, spinto dal desiderio
di comunicare le emozioni, i sentimenti, le critiche e le proprie
opinioni.
A che serve pensare se poi non comunichiamo i nostri ragionamenti?
Scrivere è bello! Leggere è vivere insieme con l’autore la
magia del momento creativo e la penna è solo uno strumento d’unione.
Scrivo come parlo, così come mi viene?
O cerco di rendere i miei
concetti facilmente leggibili?
Chi è il mio lettore? Il mio messaggio |
è indirizzato a
tutti, o solo a persone colte e attente, ad un critico d’arte
severo, o ad un pur semplice e schietto pizzicagnolo?
E soprattutto perché scrivo?
Questi sono stati gli interrogativi più frequenti che sono emersi
nelle riunioni di redazione per la stesura degli articoli.
A chi, come, e perché scrivo, sono in sintesi i punti di
riflessione.
Spiegavo loro le mie opinioni: è indispensa bile
essere chiari, prima con se stessi e poi con gli altri.
A mio avviso bisogna tenere presente che il nostro lettore tipo è
l’uomo comune e pertanto è necessario utilizzare un linguaggio
diretto e semplice,
ricordandosi di scrivere solo ciò che abbiamo voglia di dire
realmente, nella forma e nei modi corretti.
Scritto l’articolo, corretto
e limato, lo si legge nelle riunioni di redazione, alle quali
partecipano anche familiari, psicologi e un’insegnante d’italiano
di nome Agnese.
Si commentano gli elaborati e si fanno eventuali modifiche, senza
alterare i contenuti del pensiero, badando solo alla fluidità del
discorso.
Il nostro fine è che lo scritto sia il più chiaro possibile,
cercando di evitare parole difficili, bizzarrie e stravaganze
letterarie, lasciando ovviamente inalterata la franca e genuina
espressività artistica.
Il perché scrivo, anche se può sembrare logico e scontato, non
lo è del tutto; poiché focalizzando ed ordinando i pensieri, per
esporli in modo concreto e semplice, sono costretto a riflettere
su di essi, ad analizzarli e a sintetizzarli, spinto dal desiderio
di comunicare le emozioni, i sentimenti, le critiche e le proprie
opinioni.
A che serve pensare se poi non comunichiamo i nostri ragionamenti?
Scrivere è bello! Leggere è vivere insieme con l’autore la
magia del momento creativo e la penna è solo uno strumento d’unione. |