Specchi rotti e
lanterne magiche
l’immagine
della follia
di Adele
Pisapia
In questa rubrica ci proponiamo
di analizzare lemodalità con cui sono rappresentati i disturbi
mentali e le modificazioni in esse intervenute negli ultimi anni.
Inoltre partendo dal presupposto che "i films", anche
quelli di finzione, ci offrono sempre un ritratto della società
che ci circonda. Vogliamo cercare di comprendere come sta
cambiando il nostro modo di concepire la malattia mentale e in che
misura questo cambiamento corrisponde ad una reale modificazione
delle manifestazioni del disagio psichico e delle modalità di
approccio ad esso; più in generale, s’intende esplorare se, e
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"...so
bene, infatti, quanto sia cattiva
la reputazione
della pazzia
anche tra
i più pazzi."
Erasmo da Rotterdam |
Il silenzio
degli innocenti
Protagonista del film
è un "pazzo-omicida" (uccide e poi divora le sue
vittime), ex psichiatra, rinchiuso in un carcere di sicurezza,
che stabilisce un rapporto di collaborazione con un’intraprendente
agente della F.B.I., nella cattura di un altro pazzo omicida, ex
paziente dell’informatore, che a sua volta uccide vittime di
sesso femminile, le scuoia, spinge nella loro gola degli esotici
lepidotteri, mantenuti in vita nel suo orrendo laboratorio. In
cambio dei pochissimi indizi che le sono forniti, ma che sa
mettere a frutto, fino all’individuazione dell’assassino, l’abile
Sherlock Holmes in gonnella, oltre a dare una serie di garanzie,
è costretta dal detenuto a risalire e ricostruire gli eventi
traumatici della sua infanzia che, in qualche modo, cerca di
riscattare nell’esercizio della sua difficile attività.
Film avvincente, che manca però del tutto di approfondimento
psicologico del personaggio del folle-omicida, alimentando
pregiudizi e stereotipi esistenti intorno alla malattia mentale.
(continua)

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come è
cambiato il nostro modo di relazionarci con il fenomeno
"follia", sia da tecnici sia da profani. La ricchezza
di produzione di films, che trattano la follia, a tutti i
livelli, da quello d’autore, a quello commerciale di infima
fattura ed il grosso successo di pubblico da essi conseguito,
pone una serie di interrogativi: è un puro caso o è un
indicatore/conferma di un interesse particolare dello spettatore
per tali film? Cosa avviene nella mente del fruitore del
"cinema della follia"? Quali sono le modalità di
rappresentazione degli "attori" (il pazzo, lo
psichiatra, la famiglia) e degli scenari della follia (il
contesto sociale, le istituzioni etc.) che determinano un tale
consenso?
A tal proposito Melchiori rileva giustamente che l’attribuzione
di 5 premi Oscar a "Qualcuno volò sul nido del
cuculo", è seguita solo a distanza di anni dal
conferimento dello stesso numero di statuette, ancora una volta,
ad un film centrato sulla follia: "Il silenzio degli
innocenti".
Il pluripremiato "Il silenzio degli innocenti" è un
film di qualità che conferma, anzi dà nuovo vigore, ad un’immagine
stereotipata della follia: il pericolo del "diverso"
incombe su di noi, sul nòmos che regge il nostro mondo di
significato. |