Anno I
Novembre 2001 
n. 3

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Specchi rotti

e lanterne magiche

l’immagine
della follia
di Adele Pisapia
I
n questa rubrica ci proponiamo di analizzare lemodalità con cui sono rappresentati i disturbi mentali e le modificazioni in esse intervenute negli ultimi anni. Inoltre partendo dal presupposto che "i films", anche quelli di finzione, ci offrono sempre un ritratto della società che ci circonda. Vogliamo cercare di comprendere come sta cambiando il nostro modo di concepire la malattia mentale e in che misura questo cambiamento corrisponde ad una reale modificazione delle manifestazioni del disagio psichico e delle modalità di approccio ad esso; più in generale, s’intende esplorare se, e

 

"...so bene, infatti, quanto sia cattiva
la reputazione
della pazzia
anche tra
i più pazzi."

                   Erasmo da Rotterdam

Il silenzio
degli innocenti
Protagonista del film è un "pazzo-omicida" (uccide e poi divora le sue vittime), ex psichiatra, rinchiuso in un carcere di sicurezza, che stabilisce un rapporto di collaborazione con un’intraprendente agente della F.B.I., nella cattura di un altro pazzo omicida, ex paziente dell’informatore, che a sua volta uccide vittime di sesso femminile, le scuoia, spinge nella loro gola degli esotici lepidotteri, mantenuti in vita nel suo orrendo laboratorio. In cambio dei pochissimi indizi che le sono forniti, ma che sa mettere a frutto, fino all’individuazione dell’assassino, l’abile Sherlock Holmes in gonnella, oltre a dare una serie di garanzie, è costretta dal detenuto a risalire e ricostruire gli eventi traumatici della sua infanzia che, in qualche modo, cerca di riscattare nell’esercizio della sua difficile attività.
Film avvincente, che manca però del tutto di approfondimento psicologico del personaggio del folle-omicida, alimentando pregiudizi e stereotipi esistenti intorno alla malattia mentale.

(continua)

come è cambiato il nostro modo di relazionarci con il fenomeno   "follia", sia da tecnici sia da profani. La ricchezza di produzione di films, che trattano la follia, a tutti i livelli, da quello d’autore, a quello commerciale di infima fattura ed il grosso successo di pubblico da essi conseguito, pone una serie di interrogativi: è un puro caso o è un indicatore/conferma di un interesse particolare dello spettatore per tali film? Cosa avviene nella mente del fruitore del "cinema della follia"? Quali sono le modalità di rappresentazione degli "attori" (il pazzo, lo psichiatra, la famiglia) e degli scenari della follia (il contesto sociale, le istituzioni etc.) che determinano un tale consenso?
A tal proposito Melchiori rileva giustamente che l’attribuzione di 5 premi Oscar a "Qualcuno volò sul nido del cuculo", è seguita solo a distanza di anni dal conferimento dello stesso numero di statuette, ancora una volta, ad un film centrato sulla follia: "Il silenzio degli innocenti".
Il pluripremiato "Il silenzio degli innocenti" è un film di qualità che conferma, anzi dà nuovo vigore, ad un’immagine stereotipata della follia: il pericolo del "diverso" incombe su di noi, sul nòmos che regge il nostro mondo di significato.