Anno I
Novembre 2001 
n. 3

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Una legge
da

salvare

di Walter Di Munzio

In questi giorni la Commissione Sanità della Camera valuta i progetti di legge depositati in Parlamento per modificare - o meglio cancellare - la riforma psichiatrica in Italia. Sembra incredibile che in un Paese civile come il nostro si possa soltanto concepire di stravolgere l’impianto di una legge che ci ha posto all’avanguardia nel mondo e che ha cancellato definitivamente la vergogna dei lager manicomiali.
Certo, ai cittadini si dice che si tratta solo di un "adeguamento" legislativo, di "lievi" modifiche; ma in realtà ci si appresta a radicali arretramenti, come ad esempio quello di consentire strutture di internamento che possano accogliere oltre 50 persone, di espandere in modo sconsiderato l’uso del trattamento sanitario obbligatorio (un vero e proprio arresto con espropriazione di tutti i diritti civili), di consentire a chiunque ne avesse necessità o interesse di richiedere per chicchessia un ricovero coatto in psichiatria, che, detto con parole meno formali significa consentire al vicino di casa, al lontano parente che si vergogna e persino chi possa sentirsi in qualche modo infastidito dalle stravaganze di qualcuno, di richiederne l’internamento. Si vorrebbe ripristinare, insomma, uno stato di polizia psichiatrica in cui allontanare nuovamente questi brutti, sporchi e fastidiosi matti dalla comunità "civile", dalla massa di benpensanti che non vuole turbare la propria coscienza con la vista della sofferenza psicologica altrui.
Una spaventosa filosofia di vita che si associa inevitabilmente al rifiuto di ogni forma di marginalità e che si continuerà con la lotta agli immigrati, con la soppressione sociale dei tossicodipendenti, con la ghettizzazione degli anziani non autosufficienti, con la fuga da ogni forma di responsabilità umana e sociale.
Come se chiudendo gli occhi si potesse per magia cancellare la realtà che ci circonda o mentendo ad alta voce a noi stessi ed alla comunità dei "normali" (quelli felici e sani della pubblicità del Mulino Bianco) si potesse cancellare ogni sofferenza.
Naturalmente questo non significa che tutto ciò che è contenuto

"Les Demoiselles d’Avignon"(cm244x234)-New York, Museum of Modern Art - Pablo Picasso -1907

I motivi simbolisti del soggetto, quale era concepito inizialmente, forse alla fine 1906, vengono risolti in una nuova struttura plastica, che segna il punto di partenza delle ricerche cubiste: l’opera è rimasta incompiuta.

nell’attuale riforma è ben fatto.
Le difficoltà in cui operiamo ne sono la prova evidente. La legge va riformata, ma senza stravolgerla. Bisogna destinare più risorse e attenzione alle fasce socialmente deboli, senza separare le famiglie dall’as
sistenza e senza negare a queste il necessario sostegno per continuare l’immane compito di aiutare i propri cari a vivere meglio e, laddove possibile, a guarire.
Più strutture, quindi, più residenze ed assistenza più qualificata. La civiltà di un popolo, diceva Basaglia, si misura da come questo tratta i suoi malati mentali.
E’ vero, come è vero che noi, da parte nostra, dobbiamo continuare a svolgere bene il nostro lavoro; con passione ed entusiasmo, perché è un lavoro che ci mette a contatto con la parte più dolorante, ma anche più ricca e sensibile dell’animo umano.
Questo giornale, ma anche ciò che quotidianamente facciamo per strappare lembi di vita alla rassegnazione ed alla emarginazione, ne sono la prova.
Il Comune e la ASL, in questi mesi, stanno attuando i piani di una legge che favorisce, finalmente, l’integrazione sociale e sanitaria, utilizzando risorse rese disponibili allo scopo. E’ un’occasione straordinaria per imparare a lavorare assieme e per scambiare competenze ed intelligenze, a stretto contatto con le famiglie e con gli stessi pazienti.
Vi renderemo conto di tutto questo, con la nostra testimo nianza ed il nostro impegno.


Periodico a distribuzione gratuita
per l’integrazione socio-sanitaria
e la riabilitazione psico-sociale a cura del Dipartimento di Salute Mentale
dell’ASL NA 5
Supplemento a "il Giornale di Cava"
registrazione del Tribunale di Salerno
numero 953 del 18 luglio 1996
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Hanno collaborato a questo numero:
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Caterina Butaro, Angelo Castelli, Ciro Cefariello, Antonio Ciaravolo,
Ciro, C’Onnan, Giuseppe d’Aquino, Teresa D’Arienzo, Francesco De Stefano, Filippo Di Carluccio, Carla Di Cristo,
Salvatore Garofalo, Felice Gaglione, Nunzia Gaglione, Antonio Giordano, Giovanni Iennaco, Luigi Intoccia, Raffaele Iovine, Maurizio Lombardo, Mangiafuoco, Maria Cristina, Giannofrio Masessa, Mimmo Matrone, Andrea Miele, Giovanni Olimpiade, Anna Maria Sorrentino, Anna Maria Speranza, Stefania, Telem@tico,
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