Cuore
di mamma
un’esperienza unica nel suo genere
Sono
una mamma come tante e come ogni madre che mette al mondo un
figlio l’unico desiderio è di vederlo crescere, studiare e
formarsi una famiglia, ma con il mio Ciro tutto questo non si
è avverato, almeno fino ad oggi.
Sono passati tredici anni e non è facile trovarsi di fronte
ad un problema più grande di te e da sola. Quando ho scoperto
che mio figlio era caduto nella droga non volevo accettarlo,
ma poi ho capito che dovevo lottare ed aiutarlo, perché aveva
solo me, ma anche se dessi la mia vita per lui, spesse volte
avrei preferito saperlo morto. La speranza che cambiasse la
situazione era grande, ma quando ho visto mio figlio cadere in
un problema di salute mentale, mi sono sentita ancora più
impotente e mi sono mancate le forze di lottare, fino a quando
non ho trovato l’aiuto e il sostegno di un medico che ha
aiutato il mio ragazzo ed anche me ad affrontare il problema.
In questi casi è importante trovare la struttura giusta, ma
ancora di più un medico che non ti faccia sentire abbandonata
con il tuo dramma. Quello che purtroppo è successo prima che
uno psichiatra del Servizio di Salute Mentale Territoriale di
Torre del Greco prendesse in cura mio figlio; grazie a |

lui sono stati superati tanti brutti momenti e prego Dio che
un giorno io possa ritrovare in mio figlio "il figlio
perduto". |
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Mi
chiamo Nunzia
Mi chiamo Nunzia e
sono la sorella di Sergio. Innanzi tutto colgo l’occasione
per ringraziare l’équipe medica e tutti coloro che hanno
offerto la possibilità ai ragazzi del Centro d’esprimere i
propri bisogni, tramite questo giornale. La prima cosa che
salta agli occhi, sfogliandolo è la cura certosina e l’impegno
con cui esso è redatto e presentato al fruitore: la scelta
dei colori, i caratteri di stampa, i disegni e le immagini
illustrate, il tutto ben strutturato contribuisce a mettere in
rilievo la capacità creativa ed espressiva degli
"articolisti".
Inoltre pur non essendo competente in materia mi sembra che il
periodico rispetti le tecniche e canoni della stampa
ufficiale.
Il proposito di concedere a soggetti psicologicamente
disagiati ampio spazio dove poter raccontare il proprio
"vissuto", le proprie emozioni, i propri sogni, è
molto positivo, poiché ha l’efficacia di restituire loro
dignità personale e fiducia nelle proprie potenziali
capacità.
Spero però, che iniziative come queste a scopo terapeutico
siano il trampolino di lancio verso un’integrazione più
ampia e non un obiettivo fine a se stesso.
Mi auguro, facendomi portavoce delle speranze di tutte le
famiglie dei ragazzi e dei ragazzi stessi, che i medici con l’aiuto
di strutture adeguate, come ad esempio centri di collegamento
riversati esclusivamente a loro, possono prefiggersi il
massimo della finalità: l’inserimento di queste persone nel
mondo del lavoro perché si tratta di gente anche adulta di
trenta anni ed oltre, che tenta disperatamente di dare un
senso alla propria vita, come tutti del resto.
Nunzia Gaglione |
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