Anno I
n. 2 - giugno 2001 

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Cuore di mamma
un’esperienza unica nel suo gener
e

Sono una mamma come tante e come ogni madre che mette al mondo un figlio l’unico desiderio è di vederlo crescere, studiare e formarsi una famiglia, ma con il mio Ciro tutto questo non si è avverato, almeno fino ad oggi.
Sono passati tredici anni e non è facile trovarsi di fronte ad un problema più grande di te e da sola. Quando ho scoperto che mio figlio era caduto nella droga non volevo accettarlo, ma poi ho capito che dovevo lottare ed aiutarlo, perché aveva solo me, ma anche se dessi la mia vita per lui, spesse volte avrei preferito saperlo morto. La speranza che cambiasse la situazione era grande, ma quando ho visto mio figlio cadere in un problema di salute mentale, mi sono sentita ancora più impotente e mi sono mancate le forze di lottare, fino a quando non ho trovato l’aiuto e il sostegno di un medico che ha aiutato il mio ragazzo ed anche me ad affrontare il problema.
In questi casi è importante trovare la struttura giusta, ma ancora di più un medico che non ti faccia sentire abbandonata con il tuo dramma. Quello che purtroppo è successo prima che uno psichiatra del Servizio di Salute Mentale Territoriale di Torre del Greco prendesse in cura mio figlio; grazie a

 

lui sono stati superati tanti brutti momenti e prego Dio che un giorno io possa ritrovare in mio figlio "il figlio perduto".

Mi  chiamo  Nunzia
Mi chiamo Nunzia e sono la sorella di Sergio. Innanzi tutto colgo l’occasione per ringraziare l’équipe medica e tutti coloro che hanno offerto la possibilità ai ragazzi del Centro d’esprimere i propri bisogni, tramite questo giornale. La prima cosa che salta agli occhi, sfogliandolo è la cura certosina e l’impegno con cui esso è redatto e presentato al fruitore: la scelta dei colori, i caratteri di stampa, i disegni e le immagini illustrate, il tutto ben strutturato contribuisce a mettere in rilievo la capacità creativa ed espressiva degli "articolisti".
Inoltre pur non essendo competente in materia mi sembra che il periodico rispetti le tecniche e canoni della stampa ufficiale.
Il proposito di concedere a soggetti psicologicamente disagiati ampio spazio dove poter raccontare il proprio "vissuto", le proprie emozioni, i propri sogni, è molto positivo, poiché ha l’efficacia di restituire loro dignità personale e fiducia nelle proprie potenziali capacità.
Spero però, che iniziative come queste a scopo terapeutico siano il trampolino di lancio verso un’integrazione più ampia e non un obiettivo fine a se stesso.
Mi auguro, facendomi portavoce delle speranze di tutte le famiglie dei ragazzi e dei ragazzi stessi, che i medici con l’aiuto di strutture adeguate, come ad esempio centri di collegamento riversati esclusivamente a loro, possono prefiggersi il massimo della finalità: l’inserimento di queste persone nel mondo del lavoro perché si tratta di gente anche adulta di trenta anni ed oltre, che tenta disperatamente di dare un senso alla propria vita, come tutti del resto.

                       
                                                   Nunzia Gaglione