Era
al suo cinquantunesimo viaggio per NEW YORK, dove non arrivò mai,
quando la prua della Stockholm, una rompighiaccio con lamiere rinforzate
di 4 cm, squarciò la nave sul fianco destro; era al comando l’esperto
comandante Piero Calamai ed erano imbarcate 1.706 persone. L’evento
dell’affondamento fu il primo della storia diffuso dal nuovo mezzo
televisivo, morirono in tutto 43 persone sulla nave italiana, 5 sulla
svedese, nessun torrese fra le vittime.

La
Pacinotti, Volta Ferraris (3 navi identiche)
L’orchestra
quella notte suonava la celebre canzone Arrivederci ROMA. La notizia a
Torre arrivò subito; vidi uomini adulti all’ascolto di notizie dalla
radio (le famose occhiobacchini) o nei bar che avevano la t.v., piangere
e nascondersi il viso tra le mani, e le donne dei marittimi imbarcati
accorrere, per pregare, nella chiesa miracolosa di S.Anna, quel giorno,
il 26 luglio, è dedicato alla Santa. Lì, nel museo “Mons. Nicola
Ciavolino” della chiesa, c’è un quadro di A. Madonna che raffigura
la nave in agonia, nella sacrestia, è conservata una medaglia votiva a
ricordo dell’avvenimento e nella chiesa, in memoria, è esposto un
quadro con tutti i nomi dei marittimi imbarcati scampati al pericolo.

La Raffaello
Noto
alcuni nomi conosciuti, D’Urzo Crescenzo padre del maresciallo dei
Vigili Urbani Peppe e Minotauro Gaetano padre del Comandante della
Capitaneria Giuseppe.

Interno della Raffaello
Il
sindaco Ubaldo Nardi, nell’occasione, diede disposizione che
l’ufficio Poste e Telecomunicazione, rimanesse aperto, affinché tutti
potessero avere notizie dal Governo Centrale.

La Raffaello
|