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E'  ARRIVATO 
U  PAPOR  I  ...PAPA'

Ricerche di Carlo Boccia (Le foto sono state ricavate dalla rete)

Riteniamo senza tema di smentita che se Torre del Greco non fosse stata la Patria del Corallo, sicuramente sarebbe stata la Patria dei Marittimi.

Il testo di Carlo Boccia non è stato manipolato per conservare la fragranza  del getto immediato,  in buona parte autobiografico, come tutte le testimonianze di prima mano. Il Papà di Carlo Boccia, nella foto sotto, aveva fatto il cuoco sull'Andrea Doria, ma non affondò con la nave. 

La storia di una città si scrive parlando della gente, del territorio, del dialetto, delle strade con i suoi vicoli e palazzi, del suo passato e delle sue tradizioni; storia ed episodi narrati senza allontanarsi dalla realtà contingente del luogo, perché è lì che stanno le sue origini.

Nel parlare di Torre del Greco, si è costretti, per forza, ad entrare nelle vicende di altre città, dove i torresi, da buoni marittimi, hanno portato le loro usanze e il loro dialetto. Parleremo cosi di Via Di Prè, a Genova, e di alcune grandi navi della Società di Navigazione “Italia” che aveva la propria sede sociale in Piazza De Ferrari, presso uno degli edifici storici più belli della città e del quale n’era orgogliosa.


               
L'Andrea Doria a Napoli

Nella città di Genova, alle Via Vesuvio e Via Napoli, vi fu un tempo che un intero quartiere parlava torrese, e si parlava cosi anche sulle grandi navi, i transatlantici, che percorrevano gli oceani.

Nella seconda metà degli anni Cinquanta si ebbe un esodo di marittimi torresi per Genova; fu per iscriversi al collocamento di quella città per un facile imbarco. A tal proposito ricordo l’amico Michele Langella che, per potersi imbarcare, dovette, con la moglie Lucia e i  figli Luigi, Carmilina, Salvatore e Ciro trasferirsi a Genova.

                     

            
  L'ultima triste testimonianza

Quanti ricordano le stazioni “Principe” e “Brignole”, il “ponte dei mille” e il molo “Andrea Doria”, la stazione Marittima, calata zingari, dove approdavano e partivano, per le Americhe, le grandi navi di linea passeggeri come le navi “Conte”: Conte Grande, Conte Biancamano, Conte Rosso, Conte Verde, Conte di Savoia, le navi gemelle Andrea Doria e Cristoforo Colombo, la Vulcania e la Saturnia, l’Augustus e il G. Cesare, le t/n Michelangelo e Raffaello e, ancora prima, Donizetti, Rossini, G. Verdi, G. Marconi, e poi il molo Sanpierdarena, base per le navi da carico, Stromboli, Vesuvio, A.Volta, M.D’Azeglio, A. Pacinotti, G. Ferraris, e poi ancora…

                        

         
Un vecchio Biglietto di terza classe

L’imbarco dei marittimi avveniva con un telegramma spedito a casa dalla Società e quasi tutti avvertivano, in quel momento, un senso di malessere. Ricordo che mio padre ammutoliva, e, teso e nervoso, preparava le valigie con indumenti in riferimento al clima cui sarebbe andato incontro, cercando di non dimenticare niente. Poi lo accompagnavamo alla stazione F.S. e nel salutarci con grande tristezza, io gli raccomandavo di non dimenticarsi della “bella
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                              La Cristoforo Colombo