
Le lettighe
erano l'unico mezzo di trasporto più comodo
prima della funicolare
Era l'unico impianto al mondo a quel tempo ad arrampicarsi su di un
vulcano attivo. Già nel 1870, quando il Vesuvio era visitato
esclusivamente a piedi o a dorso di mulo, l'ingegnere ungherese Ernesto
Emanuele Oblieght affidò agli ingegneri Galanti, Sigl e Wolfart l'incarico
di studiare un sistema che permettesse la salita al cono stando
comodamente seduti.
I
tre uomini, che già avevano realizzato piani inclinati in altre parti
d'Europa, portarono a termine la stesura del progetto, affidato nel 1879
all'ingegner Emilio Olivieri di Milano. Nel frattempo, il 21 dicembre
1878, Oblieght ottenne in affitto dallo Stato 9.700 metri quadri di
terreno per la somma di 150 lire annue per i successivi 30 anni e dalla
Deputazione Provinciale di Napoli l'autorizzazione alla realizzazione del
progetto e all'esercizio dell'impianto. Nel contratto stipulato con lo
Stato, Oblieght si riservò il diritto di fondare la "Société Anonyme du
Chemin de Fer Funiculaire du Vèsuve" alla quale avrebbe potuto cedere in
seguito la gestione della funicolare. Ma non tutte le grane erano state
risolte; sorsero, infatti, problemi con la comunità locale che rivendicava
i propri diritti sulle flotte di turisti che visitavano il Vesuvio.
Oblieght fu così costretto al pagamento di 900 lire annue più una tassa su
ogni passeggero trasportato. La ditta Oblieght affidò i lavori
all'appaltatore Alvino; il costo dell'opera, che fu completata nel 1880,
ammontò a 435.000 lire. Il 25 maggio prima dell'inaugurazione ufficiale si
era riunita in Napoli la Commissione per il collaudo e il 6 giugno, verso
le 5 pomeridiane, fu inaugurata la funicolare del Vesuvio. Al brindisi
parteciparono il senatore Piedimonte, presidente della società esercente
la linea, il sindaco di Resina e il sindaco di Napoli.
Gli Eroi del dovere: il brigadiere Migliardi, il professor
Matteucci,
l’ingegniere Perret, ed il capostazione Mormile
Ma
l'uomo non si diede per vinto ed in poco tempo i danni alla ferrovia
furono riparati, mentre solo nel 1909 su progetto dell'ingegnere Enrico
Treiber, i lavori per una nuova funicolare ebbero fine. Ancora una
volta, nel 1911, un'eruzione distrusse quello che le persone avevano
costruito; la stazione superiore rimase distrutta e ci volle quasi un anno
per ricostruirla. Dal 1911 in poi, la funicolare funzionò a pieno regime,
rimanendo fortunatamente illesa durante l'eruzione del 1929; nel
frattempo, nel 1928, i fratelli Cook si ritirarono, cosicché il controllo
della funicolare e della ferrovia vesuviana passò alla "Società Anonima
Italiana per le Ferrovie del Vesuvio", associata con la casa madre Thomas
Cook and Son. Nel 1937 la suddetta società muta la ragione sociale e
diviene Società Funicolare e Ferrovia Vesuviana. Ma 7 anni dopo, il
Vesuvio si risvegliò per quella che sarà fino ad oggi l'ultima eruzione.
La funicolare, già sotto il controllo degli alleati dal 1943 subì danni
irreparabili, e non fu più ricostruita.

L'eruzione
del 1944, seppellì in parte la stazione inferiore della
funicolare
La
nuova ferrovia leggera, in parte a cremagliera, costruita nel 1903
contribuì a raddoppiare il numero dei turisti trasportati al
cratere. Questo spinse la compagnia a demolire i vecchi impianti
ed a costruire una nuova funicolare più funzionale, con motori
elettrici al posto degli antiquati e dispendiosi motori a vapore e
mettere in servizio nuove carrozze. Ma il fiorire della
tecnologia agli inizi di secolo fu offuscato da una tremenda
eruzione, quella del 1906. Il 4 aprile di quell'anno furono
avvertite le prime scosse, cosicché il personale della Cook ed i
loro familiari, furono evacuati ed inviati a Pugliano. Il 7 e l'8
aprile furono distrutte la stazione inferiore e superiore, le
attrezzature, i macchinari, le due vetture della funicolare; il
tutto fu sepolto sotto una coltre di cenere alta 20-30m.
L'attività eruttiva finì il 21 aprile e provocò una perdita
d'altezza del cono, la distruzione della funicolare e dell'annesso
ristorante, danni alle Ferrovie Vesuviane, oltre che un
grandissimo numero di perdite umane. Testimoni oculari della
vicenda, nonché eroi del dovere furono il prof. Matteucci
ed altri valorosi uomini.
Dal 1990 giace alla Regione Campania un progetto
per una nuova funicolare realizzato dall'architetto Nicola Pagliara; i lavori iniziarono nel
novembre del 1991, ma vennero dopo un po' interrotti e mai più ripresi.
Durante gli scavi vennero alla luce i resti di una delle due
vetture.
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