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PROLOGO VII  

 

PROLOGO VIII 

dei colleghi tipografi artigiani di Torre del Greco e della Campania tutta; davvero non desidero sminuire l’operato di chicchessia. Ciascun operatore di arti applicate, al di là della erudizione teorica, ha tanto da insegnare agli altri. Non venga, questa, interpretata come una nota semplicistica o di comodo. I fastigi del successo non mi allettano, in primo luogo perché sono per natura schivo e riservato, in secondo luogo perché il successo e la priorità dottrinaria hanno come prerogative la sopraffazione nella quasi totalità dei casi. Vadano a farsi fregare, una volta tanto, l’antagonismo, la gelosia di mestiere e l’esoterismo artigianale che affonda le sue radici nel Medioevo.
La scoperta della stampa a caratteri mobili, avvenuta nel 1450 segnò una data importante nella storia, perché rappresenta l’inizio della grande evoluzione tecnica del genere umano, non solo, ma costituì la nascita del più grande strumento di diffusione della cultura, la quale, un tempo, era retaggio di pochi iniziati. Diffondere la cultura in maniera capillare lungo tutto il tessuto sociale significa raggiungere il crinale della civiltà, ma non,

forse, del benessere, perché la cultura divulgata vuol dire pure aprire gli occhi alle masse sull’ingiustizia sociale e sulla ricorrente condizione di pauperismo del popolo, non già più predestinata dalla natura o dal fato, ma arbitraria ed imposta. II proletario fino al piccolo borghese veniva in passato sostenuto psicologicamente dalla suggestione della fedeltà doverosa alla Patria e dalla devozione irreversibile al Padreterno. La diffusione massiccia della stampa, prima, i mass-media teleiconografici, poi, hanno distrutto questi miti palliativi ma necessari, come la morfina contro i mali inguaribili, sostituendoli con altri più speciosi ed effimeri quali gli «dei » dello sport e le stelle dello spettacolo.
L’Umanesimo, il Rinascimento e l’llluminismo hanno ben usufruito dei rudimentali caratteri mobili e del famigerato torchio. Solo nel 1900 vi fu una profonda trasformazione per l’avanzare quasi contemporaneo di varie nuove tecnologie, atte a trasformare la «scriptura artificialiter» in imprevedibili tecniche parallele, fino a divenire strumenti da multinazionale. II trionfo della