PROLOGO V

 

PROLOGO VI 

litico sono di natura psicospeculativa. Anche se tutto il pensiero umano, in fondo, acquista natura politica quando postulato con ardore. Nuovi studi di psicologia confermano l’utopia circa il beneficio che le idee sane, ma corporativizzate, possano lasciar godere i popoli. Anche la stampa e stata, per oltre tre secoli dalla sua invenzione, essenzialmente uno strumento politico-religioso. Dal XV secolo in poi vi sono stati riformismi e sovversivismi lenti, ma progressivi, che hanno deviato a mano a mano "l’arte nera" da monopoli stagnanti. Quando si parla di alfabeto e di stampa e inevitabile, tra l’altro, fare riferimento all’arte, quindi alla letteratura, nonché alla scienza e, perché no, al business, in più alla vita interiore dell’uomo e alle complesse manifestazioni dello spirito. Mai più di oggi l’alfabeto e la stampa vengono adoperati come strumento di comunicazione per ogni genere di attività umana. Mi consolo, quindi, di non rischiare mai il «fuori tema». Vista la varietà contenutistica di questo lavoro non posso sottacere che, al termine di una lettura, come dire, promiscua, ibrida e frammentaria, tra voli pindarici ed elucubrazioni, il

lettore sarà consapevole di non aver assimilato che, essenzialmente, le nozioni tecniche settoriali, e che il contenuto di contorno, mi auguro almeno di forma gradevole, si riallacci inevitabilmente a schemi narrativi e saggistici consueti. Quindi non dirò niente di nuovo e non verrò filosoficamente a capo di nulla, come accade sempre a chi si ostina di coinvolgere gli altri nelle proprie idee, obliando la certezza palese che tutto già dissero i greci e i latini. Eppure si ha l’impressione che ogni libro, per quanto elementare sia, apra nuovi spunti, che in realtà non sono altro che nuovi nodi, perché le cellule del pensiero si eccitino all’infinito. Tutto sommato, voglio dire, i discorsi tecnici hanno la prerogativa che si possono concludere. Mai nessuna teoria speculativa ha mai risposto, non dico concretamente, ma almeno razionalmente, agli interrogativi degli uomini, ma ha sempre lasciato partorirne altri a quelli già in proponimento.
Un’altra doverosa osservazione da formulare è quella che non intendo affatto salire, con questo scritto, sulla cattedra dell’erudizione, ostentando priorità professionale tecnica teorica nei confronti