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di orinali, ma di pitali per l’incontinenza, o, ancora più pratici, di capaci assorbenti, forse, modifiche- ranno il processo metabolico.
MARIO ESPOSITO,
IL ROBESPIERRE DELLA CARTA

Lo stesso Mario Esposito, detto il Robespierre, mi ha dato conferma di quanto appena esposto, durante un colloquio avuto con lui dopo la sua morte (sic). Mario viene spesso nella mia bottega di Torre del Greco. Egli ama la mia città perché v’e vissuto un politico onesto: Enrico de Nicola (Dio mio, come cambiano i tempi!). In più il Robespierre usufruisce dei benefici terapeutici che Torre gli elargisce. Sosta un po’ nella mia bottega, rinnovando l’attributo di chiodo al mio tagliacarte, quindi prosegue per la Nazionale e giù sulla Litoranea, superba stazione termale, secondo lui.
«Quando mi immergo nelle acque inquinate, che dico, brodolose, fecciose, pantanose e lutulenti, - mi disse Mario - io mi sento rinascere. Che bisogno c’e di sottoporsi alla fangoterapia a Ischia. I miei anticorpi sono i più virili del mondo, prima si pazzéano i batteri, poi li 

fagocitano, perché i microbi, sappi, sono sempre femmine, poiché se non stai attento ti fregano!». Mario cesoia è uno di quei personaggi di cui è difficile stabilire quando ironizzano e quando fanno sul serio. «Modestia a parte - aggiunse - io sono il più grande tagliatore cartaceo del globo. Ai tempi della Rivoluzione Francese avrei fatto affari d’oro. Oddio, non e che adesso teste non ce ne sarebbero da tagliare... Durante le elezioni, una volta, ho tagliato due miliardi e trecentomila tonnellate di carta; eppure, mi devi credere, 1’ultimo quintale mi fece il servizio... si, quando andai all’altro mondo, ti ricordi?». Mario Robespierre, malgrado i suoi inesorabili anticorpi si ritiene un autentico ospedale ambulante e, chiaramente attribuisce la colpa ai padroni, quelli vecchi, precisa, perché i nuovi, o sono buoni o lo devono essere per forza. Mario non si spiega come abbia fatto a prendere lo zucchero (diabete) mentre nella vita gli hanno dato sempre veleno; tanto meno sa capire come abbia preso l’acqua nella pancia (cirrosi epatica) se ha sempre tracannato ettolitri di vino. Prodigi del vernacolo! La mattina di un gelido e