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visto che nessun astuccio è anonimo. 
«Ché ve lo devo dare in mano?»,
disse un pescivendolo torrese al suo avventore, il quale aveva notato, durante la pesa, una carta da avvolgere molto spessa che avrebbe aggiunto molto peso al merluzzo per la nennella deperita. Il Cliente irritato sbotto: «Non lo voglio in mano, ma nemmeno a quel posto, però!».
E’ chiaro che potevo fare a meno di cadere in queste che hanno l’apparenza di mediocrità espressive di tono scurrile. Questo lavoro, però, non va avanti sotto l’ottica dell’analisi scelta, del purismo letterario, è volutamente aperto a tutti i linguaggi espressivi. In fondo è saggio quel proverbio che dice: Ogni volta che si ride si toglie un chiodo alla bara. Non è colpa mia se noi vesuviani ridiamo di cuore soprattutto col doppio senso erotico. L’invenzione della carta, avvenuta migliaia di anni fa, era nata dall’esigenza di creare un supporto idoneo e pratico per la scrittura.
La storia ci insegna che ben 3500 anni prima della nascita di Cristo gli egiziani scoprirono il papiro, fabbricato con le fibre della pianta omonima. Nel III

secolo a. C., invece, si utilizzarono le pelli di animali opportunamente conciate per ottenere solidi e maneggevoli supporti per la scrittura. Si dice che la prima concia sembri essere stata eseguita in una città chiamata Pergamino (non Pergamo), da cui: pergamena. La scoperta della carta propriamente detta risale ad un centinaio di anni d. C. ed è da attribuirsi ai cinesi, che la preparavano con materie fibrose ricavate dal gelso e dalle canne di bambù. In futuro gli stessi cinesi sostituirono la materia vegetale con la macerazione di stracci. Gli occhi a mandorla custodirono il segreto della produzione della carta per molto tempo. In seguito, però, la carta fu utilizzata in tutto il mondo. Con l’invenzione della stampa a caratteri mobili nel 1450, la carta fu completamente valorizzata e diffusa.Grazie al Signore il mio popolo ha sempre avuto un profondo rispetto per la carta, specie se stampata. Con essa vi ride, vi piange, ma talvolta finisce per utilizzarla in sostituzione della carta igienica. Mi verrebbe voglia di dire che noi abbiamo i popò più acculturati del mondo. Invece questa abitudine praticata nel dopoguerra si e dileguata col benessere.