Cap. 6 - Pag. 250

Cap. 7 - Pag. 251 

di non peggiorare situazioni scabrose. E vabbuono, nun fa niente; chiurimme n’uocchio; E’ cos’ ’e niente; Scurdammece ’o ppassato. Questa è la filosofia del popolo vesuviano buono, pacifico, ma lontano dal concetto di codardia, una maggioranza di popolo inquieta, che anela il convivere sereno e civile, ma che si disorienta sempre più. Il negativo nella nostra terra è rappresentato da una minoranza più esigua di quello che si pensa, ma lo sanno pure i neonati cosa provoca una pera marcia in un paniere di pere buone. Dissi a Paolo Fringuelli: «Non ricordo chi ha detto: l’illusione di ogni ideologo è quella di lusingarsi di cambiare il mondo, ma esso è fatto non gia di deliri mistici di tante idee separate, ma di tanti istinti separati, i quali, quando fraternizzano, finiscono sempre, in un modo o nell’altro, col farsi male a vicenda».

Ogni generazione intenta a distruggere i buoni risultati di un’epoca precedente è convinta di migliorarli.
«L’uomo senza qualità» - Musil

CAP. VII
LA CARTA E GLI INCHIOSTRI

II libro deve desiderare penna, inchiostro e scrivania; ma di solito sono penna, inchiostro e scrivania a desiderare il libro.
“Umano, troppo umano” Nietzsche

LA CARTA
Onde poter scrivere c’e bisogno di carta, nella maggior parte dei casi. Forse l’industria commerciale ne assorbe più di quella editoriale, specie in Italia, non, chiaramente, per un’eccessiva domanda di carta igienica, ma a causa dello sviluppo eccezionale della cartotecnica in funzione del fatto che noi italiani teniamo molto all’aspetto esteriore. Quindi tutto il commerciabile ha un involucro che dovrebbe proteggere o preservare igienicamente, ma che ubbidisce innanzitutto al fattore propagandistico,