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Il tipografo artigiano vesuviano forgia e modella l’alfabeto a seconda delle complesse esigenze del suo popolo. Da questo fondamento germogliano le sue progettazioni. Il lavoro nasce e si completa già nella fase ideativa, proprio nell’arco di tempo della richiesta, quasi sempre di getto, verbale, o dietro qualche frettolosa annotazione o un vago diagramma illustrativo. Una progettazione, come dire, estemporanea, al di là della metrica teorica e dei canoni didattici. Una schematizzazione che trova la sua catarsi ancor prima di mettere mano ai caratteri di piombo. Mai come adesso cade bene la locuzione «Chi bene inizia e a meta dell’opera». Il risultato di un indovinato lavoro tipografico di piccola entità dipende da questa breve, ma laboriosa fase creativa, là dove il bottegaio plasma e modella il progetto facendo anche leva sull’espressività contenutistica del testo, spesso fiorito e schiccherato, dato gli argomenti domestici, in modo da affacciarsi sul materiale tipografico con le idee chiare, sfruttando appieno la precedente immediatezza creativa. 


L’ALFABETO
Ma torniamo alle origini della scrittura. L’alfabeto fenicio consisteva, si dice, in 22 lettere. Gli esperti dicono che da esso deriva l’aramaico e quindi l’ebraico; inoltre il siriano, l’arabo e via dicendo. La palese polemica sulla paternità dei Fenici dell’alfabeto sembra ormai lenita. La storia ci insegna, comunque, che i Fenici non hanno mai brillato in fatto di cultura e civiltà. Ma se avessero estorto davvero l’idea agli egiziani, non ne vedo affatto l’importanza, dal momento che la storia non è che una lunga querimonia di prosa schematica su eccidi, saccheggi ed appropriazioni indebite. Quasi sempre ciascun gruppo etnico vincitore ha frodato a quello sconfitto sostanze, cultura, commerci e carnai umani.
E’ doveroso ricordare, pero, che l’alfabeto il quale ha aperto la strada all’arte scrittoria (intesa come poesia, prosa, teatro, filosofia, quindi teologia, ecc.) è stato quello greco. Non per nulla, come tutti sanno, il termine deriva da Alfa e Beta. L’alfabeto greco era composto da 24 lettere. La lettura, in origine, non era dessiografica, ma procedeva da