Detto:
il Paganini dei Tipografi
The
End of Print, il suo famoso libro ritenuto il
colpo di grazia alla tipografia gutemberghiana. Non c'è dubbio che la
filosofia della sua grafica sia stata ispirata dal Futurismo di Marinetti di
inizio secolo, almeno ideologicamente.
Prima degli anni 80 la terminologia delle arti grafiche riguardo la
prestampa era: disegnatore, progettista, compositore, impaginatore, ecc. oggi
la prestampa prevede un solo il grafico perché dato i mezzi a
disposizione e la velocizzazione di essi una sola persona può assumersi una
mole di lavoro infinita. Quello che distingue un grafico da un'altro e solo
l'ampiezza della fantasia. Regole? Quasi nessuna.
Fattore sorpresa ed ermetismo sacrificano senza dubbio l'intellegibilità,
la trasparenza dei contenuti. Carson è un paposcuola che sostiene
l'incomprensione comunicativa come forma d'arte, ma diversi la chiamano
"anarchia comunicativa".
Già Marinetti all'inizio del 900 veniva tacciato di creare nodi alla
chiarezza, alla trasparenza dei messaggi grafici. Così Beatrice Warde
propone la famosa metafora del "calice di cristallo". Un prodotto
bevuto in un calice d'oro preclude e sacrifica altri sensi alla
degustazione. Un calice di cristallo lascia appunto trasparire apriori il
colore, e la bontà di un buon vino, cioè il messaggio contenuto nel
veicolo grafico.

"Ray
Gun" fu
una delle prime riviste che sostenevano proprio tutte le stravaganze di
Carson. E come ytutti i capiscuola è stato imitato, emulato e scopiazzato.
Il "Graphic design" è diventato un mestiere moderno diffusissimo,
che spesso fa la fortuna di molti con pochissima fatica.
David Carson è titolare e designer capo della David Carson Inc. che ha sedi
a New York e Los Angeles. Si è laureato con “lode” all'Università
statale di San Diego, dove ha conseguito la laurea in Sociologia. Il lavoro
che il suo studio ha realizzato per clienti che operano in campo culturale,
aziendale, musicale e altri ha ricevuto molti riconoscimenti da diversi
gruppi tra cui il New York Type Director Club, l'American Center for Design
e la rivista I.D.
Carson e le sue opere sono comparsi in oltre 150 articoli e riviste di tutto
il mondo, tra cui Eye, Idea, il New York Times, the Guardian, Metropolis, il
Los Angeles Times, Domas, Communication Arts, Wired e Emigré. La rivista
londinese Creative Review ha nominato Carson “Art director del
millennio”. L'American Center for Design di Chicago ha definito il suo
lavoro per la rivista Ray Gun “l'opera più significativa uscita in
America”.
Il suo lavoro per la rivista Beach Culture ha vinto il premio
“Best Overall Design”) mentre l'Associazione dei Designer Editoriali di
New York ha conferito al suo
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David Carson
lavoro su Beach Culture il premio “Copertina
dell'Anno”.
“The end of the Print”, il primo libro di Carson, curato da Lewis
Blackwell (con introduzione di David Byrne), è la monografia sul graphic
design più venduta di tutti i tempi, oltre 160.000 copie. Il lavoro
presentato in “The end of Print” è il soggetto di una mostra
monografica inaugurata in Germania nel 1995, e poi allestita in tutta Europa
e in America Latina. Gli altri libri di Carson sono “2nd sight” e
“Fotografiks” (realizzato insieme allo storico del design Philip Meggs).
Carson tiene lezioni in tutto il mondo, e in college negli Stati Uniti tra
cui Cranbrook, ARTcenter e Cal Arts. E' stato oggetto , in tutto il mondo,
di molte mostre monografiche , ed è intervenuto a numerosi convegni
professionali tra cui “Designer as Editor” all'Istituto di Design di
Amsterdam.

Carson è stato invitato da gruppi di designer e di pubblicitari a tenere
conferenze in Argentina, Australia, Austria, Brasile, Canada, Cile,
Repubblica Ceca, Danimarca, Ecuador, Inghilterra, Finlandia, Francia,
Grecia, Guatemala, Olanda, Irlanda, Italia, Israele, Giappone, Corea,
Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Russia, Portorico, Perù, Scozia,
Sudafrica, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia e in tutti gli Stati Uniti. Ha
tenuto un workshop a Belgrado in Jugoslavia ed è stato il secondo designer
americano ad avere tenuto conferenze in quella zona (il primo è stato
Milton Glaser nel 1971). Il suo design per il libro “Cyclops”, del
famoso fotografo Albert Watson, è stato insignito del premio “Best Book
Design” dalla LMP di New York.
Il Centro Internazionale di Fotografia (New York) ha dichiarato Carson
“Designer dell'anno” per il suo uso della fotografia e del design. La
rivista Print ha definito il suo lavoro “Brillante”, mentre USA Today lo
ha descritto “visualmente splendido ”, aggiungendo che il design che ha
realizzato per Ray Gun “può indurre nuovamente i giovani a leggere”
L'American Center for Design per la sua esposizione “100 Show” del 1995
ha scelto otto pezzi tra i lavori di Carson, più di quanti ne abbia
selezionati dagli altri studi di Design degli Stati Uniti. Il “100 show”
del 1996 ha definito i nuovi progetti di Carson “il lavoro più importante
della mostra di quest'anno”.
“Typography”, una pubblicazione edita dalla rivista Graphis di New York,
definisce Carson “ Maestro tipografo ”. La rivista I.D. ha scelto Carson
per la sua classifica dei “Designer più innovativi d'America”. La
pubblicazione di graphic design Emigré ha dedicato un numero intero a
Carson, l'unico designer americano che abbia avuto un tale riconoscimento
nella storia della rivista.
Negli ultimi anni, Carson ha allargato il suo campo di lavoro al cinema e
alla televisione, curando la regia di pubblicità e video. Ha diretto le
pubblicità per il lancio di Lucent Technologies. Per il suo cortometraggio
“The End of Print” ha lavorato con William Burroughs. Carson ha anche
collaborato con il professor John Kao della Harvard Business School per la
realizzazione di un documentario dal titolo “Art and Discipline of
Creativity” (Arte e Disciplina della Creatività). La campagna mondiale
del marchio Microsoft nel 1998, e la pubblicità di Giorgio Armani (Milano)
in tutto il mondo sono opera sua. Ha partecipato ad altre campagne
promuovendo i computer della Apple, i monitor della Samsung e molte aziende
produttrici di carta.
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