LE VIE DEL CORALLO - 8

LA CULTURA MATERIALE
YEMENITA E LA TRADIZIONE
DEGLI ORNAMENTI

I prolungati contatti con viaggiatori e mercanti d’altre terre influenzarono la cultura materiale yemenita. L’assimilazione di modelli stranieri e riscontrabile anche nell’artigianato orafo che, sebbene abbia forti tratti specifici, mostra affinità con altre tradizioni. La civiltà egiziana, fenicia, romana, bizantina, persiana e turca hanno ispirato i disegni e le forme degli odierni ornamenti. Importanti analogie tipologiche e stilistiche sussistono inoltre coi paesi del Medio Oriente, nord Africa, Zanzibar, Iran, Asia Centrale, India e Cina del sud (Hainan). Queste somiglianze nascono anche dalla natura del metallo argenteo che e lavorato con tecniche familiari a tutti i paesi. Si riscontrano tuttavia caratteristiche peculiari nei gioielli del sud Arabia. L’argento impiegato, ad esempio, ha titolo elevato, oltre 80o/o, e sono utilizzate prevalentemente gemme semipreziose come I’ambra e il corallo. La tradizione della gioielleria yemenita ha una stretta correlazione con la comunità degli orefici ebrei che si stabili in Yemen in epoca antica. Gia al tempo di re Salomone erano vive nel paese imprese di scambi commerciali e navali. Nella Bibbia, terzo Libro dei Re (10, 1-13), si narra del- la Regina di Saba in visita a Gerusalemme, altre evidenze storiche ipotizzano I’esistenza d’insediamenti ebraici in Yemen nel III secolo a.C. E certo comunque che alla fine del 1680 numerosi artigiani ebrei vissero nello Yemen centrale. Gli argentieri giudei detennero per secoli la produzione orafa nel paese, godendo di buona considerazione nonostante la loro emarginazione dalla comunità musulmana. Queste famiglie preservarono per secoli le tecniche di lavorazione pre islamiche, come la filigrana e la granulazione.

Nel 1948, con la creazione della nuova nazione ebraica, la quasi totalità degli ebrei yemeniti, circa 50.000 persone, emigro in Israele. L’impronta del loro stile rimane in ogni caso il modello nella produzione di gioielli d’argento, sostenuta anche dal volere degli Imam i quali disposero che gli argentieri ebrei, prima di lasciare il paese, trasferissero il proprio sapere ad un artigiano yemenita. La formazione degli apprendisti non poté essere completata per la rapidità dell’esodo, e le successive manifatture non eguagliarono mai la raffinatezza e la perfezione esecutiva dei maestri. In Yemen quest’eredità artigianale e riconosciuta e stimata, tanto che, ancora oggi, si usa definire la gioielleria in argento più bella ”lavoro ebraico”. Molti monili riportano la punzonatura con il no- me ebraico del fabbricante scritto in arabo, indicazione dell’identità etnica dell’esecutore nonché della provenienza geografica dell’oggetto. La gioielleria di stile Bowsani, che copre una produzione di circa cent’anni a partire dalla fine del diciottesimo secolo, si distingue per il raffinato, preciso e intricato lavoro in filigrana. I migliori esempi d’ornamenti in argento yemenita provengono da questa manifattura.
Le produzioni orafe di stile Baddihy si riconosco- no per il lavoro di filigrana su supporto di la- mina d’argento. Sovente la filigrana e combinata alla fine granulazione e all’applicazione di piccoli elementi decorativi, come rombi, cerchi o fiori. Lo stile Mansury e caratterizzato da rilievi e punzonature e dal titolo dell’argento a volte più basso e, in rari casi, in lega con oro.

Lezem, collana in corallo mediterraneo e argento, manifattura yemenita del XX secolo

 

Lezem, collana in corallo in argento dorato e pietre preziose,, manifattura yemenita della fine del XIX secolo