LE VIE DEL CORALLO - 5

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Nel Vll secolo la penisola arabica venne stigmatizzata dal profeta Maometto come la terra delI’Islam, dando il via ad una realtà assai complessa e composita. Le manifestazioni di vene- razione e adorazione si collegarono ai codici di comportamento che regolavano le società e la vita quotidiana dei singoli credenti. Nel Corano e nelle hadith (le tradizioni ricavate dai testi sulla vita e sulle parole di Maometto) i gioielli ricoprono un ruolo ben definito. In alcuni passi e citata la preferenza per I’argento rispetto all’oro, in quanto il Profeta sembra indossasse un anello di questo metallo; anche una norma della sharia impone agli uomini la stessa regola. Nella Sura 55, detta Ar – Rahman o ”del Compassionevole”, troviamo scritto che ”... da entrambi [i mari] s’estraggono la perla e il corallo (LV,22) e questo e il miracolo della grandezza di- vina” (LV, 23) e parlando delle vergini nel giardino del paradiso si dice ”... saranno simili a rubino e corallo” (LV,58). Questa metafora, particolarmente significativa per il nostro tema, sottolinea la stima riconosciuta al corallo. Le pietre preziose sono tradizionalmente associate ad un potere e ad una credenza specifica e ne sono privilegiate le gemme vermiglie, come il corallo. II suo simbolismo si lega al colore rosso sanguigno, riconosciuto come veicolo della vita, e alla particolarità d’accomunare in se tre regni della natura: I’animale, il vegetale e il minerale. La gemma purpurea collega quindi I’energia vitale alla funzione di prosperità e di salute. Nella tradizione giudaico-musulmana il sangue e considerato un elemento impuro che attira i geni malvagi e, per magia antitetica, si crede che il colore sanguigno li allontani.
Al corallo e inoltre conferita la virtù di concedere saggezza e arrestare le emorragie. II gia citato Azhar al- Afkar fi Jawahir al Ahjar