Narrazione:
S S mi si siede di fronte sorridendo. Ella è il portavoce di una intera
famiglia torrese che "ospita" il munaciello. E' chiaro che
ogni componente il nucleo ha concesso il consenso a pubblicare questa
testimonianza anche se nell'anonimato.
Domanda:
In che modo avete avvertito la sua presenza la prima volta?
Risposta:
Normalmente nelle famiglie, come dire, proletarie o dove si vive nella
dimensione economica di un solo stipendio scompaiono sovente qualche
banconota di piccolo taglio delle monete riposte qua e là, e
vattelapesca chi è stato; in casa nostra, cinque anni or sono, dopo
uno, due, tre episodi, che escludevano la casualità, ci accorgemmo di
rinvenire danaro nelle tazze da latte, nei cassetti della scrivania,
fermati dalle mollette dello stenditoio della biancheria.
D: Non
avete mai pensato ad un benefattore vivente, che so, uno zio facoltoso,
un "corteggiatore" generoso.
R: Certo,
i primi tempi le abbiamo valutate tutte, anche quest'ultima, infatti io
sono l'unica ragazza in casa con ben quattro fratelli maschi. Un
"indovino" ci ipotizzò che poteva trattarsi della Bella 'Mbriana
che "rifocillasse" uno o i miei fratelli o tutti insieme...
D: Invece...
N: S S
abbassò gli occhi. Le sue guance d'un pallore ottocentesco, divennero
prima rosee, poi accese. Feci finta di cinchischiare nelle tasche per
lenirle il disagio, poi rovistavo sotto il banchetto di accettazione
perché queste interviste avvengono sempre in piedi e frettolosamente
nei tre metri quadri d'ingresso della mia tipografia di Via Purgatorio
per consolidare la natura cronistica, pubblica, palese di questi
incontri eludendo ogni atmosfera di intimità che comprometterebbero la
trasparenza di rivelazioni sempre così delicate.
R: Non è
la Bella 'Mbriana generosa con i miei fratelli, ma un munaciello
autentico perché un anno dopo le prime comparse di queste, comunque,
modeste somme, le ripone di notte e sempre e solo allo stesso posto...
Nel...
D: Nel...
Se vuole spengo il registratore.
R: Non
serve... Li trovo la mattina nel mio reggiseno.
D: Nulla
di così strano in una storia che basa le sua fondamenta
sull'inesplicabile, sul soprannaturale. Potrebbe sembrare una battuta da
Commedia dell'Arte e compromettere la credibilità a questa sua
testimonianza.
R: Non
stiamo qui per vendere nulla. Di solito i ciarlatani prevedono un
compenso. Questa è una storia sofferta, sa? E' uno dei pochi generi di
rivelazioni che non danno adito al sospetto di disturbi psichici poiché
l'esperienza è collettiva.
D: Da
quattro anni non più, visto che il danaro viene riposto solo nel
suo...decolleté. Lei è l'unica testimone di questo.
R: Mi
aspettavo la domanda, quindi lei mi vede psicotica? La tranquillizzo
subito. Egli non compie solo l'azione di deporre queste piccole somme,
ma ben altre, constatate da tutti i componenti la mia famiglia. Sono
sempre azioni benefiche, atti generosi, amorevoli, delicati.
D: Sono,
però, sempre, di riflesso, rivolti a lei?
R: Già!
D:
Quindi, essendo, per così dire, "innamorato" di lei, riempie
di attenzioni tutta la famiglia. Ma questo "amore" stregato
questo sortilegio anche se la lusinga l'ha stancata, vuole liberarsene e
l'unico modo per farlo è tradirlo nel modo classico, rivelandone il
fenomeno, anche se in maniera anonima.
R:
Esatto, lei è sagace, ora
mi sento meglio, la perspicacia aiuta a comprendere intuendo.
D: E...
mi dispiace apparire, come si suol dire, l'avvocato del diavolo, se...
se dovesse indispettirsi, se non scomparisse e convertisse le sue azioni
in negativo.
R: Mi
sento ridicola ad apparire una sorta di Angelica virtuale, di avere un
atteggiamento grottesco, di pronunciare frasi buffe e
azzardate, persinio, per certi versi, capziose: mi ama troppo, se
così si può dire, per farmi del male.
N: Tirai
un sospiro dopo aver trattenuto il fiato sino all'ultima battuta di S S.
Quando si arriva nel clou di queste argomentazioni incomincio ad
avvertire un mancamento. Sempre, per tutte le interviste di quest'area.
Fu l'idea dell'ipotesi che stesse prendendomi per i fondelli, che
bluffasse, per mitomania, protagonismo e quant'altro a risollevarmi, ma
mi dissuasero le due lagrime che comparvero lentamente ai lati del
nasino soffice e poi giù per le gote seriche; le perle rotolavano come
due lucciole che appaiono all'imbrunire e avanzano del vespro, sino ad
arrestarsi sulle sponde: quelle labbra tumide lievemente vibranti. Una
sensazione di tenerezza e di angoscia mi pervase; la valvola sensuale si
occluse come per l'idea dell'incesto o come fa l'ipoglottite quando la
trachea è minacciata
dal cibo. D'altra parte avevo già conversato con il resto dei
familiari. A quale scopo una beffa collettiva?
D: Mia
cara S S l'episodio mi turba per i risvolti che ha preso. Tuttavia sono
convinto che se dovesse sparire, e lo farà, credo, ne sentiresti la
mancanza, infondo nessun amante, anche se ideale, virtuale, è rimasto
fedele tutta la vita senza mai trasgredire.
R: Luigi,
non la mettere adesso sul piano ironico. So che è difficile restare in
questa dimensione.
D: Per
chi hai pianto?
R: Per
l'impotenza del nucleo familiare a liberarsi da quest'anomalia... E...
forse anche per lui, visto che è un'entità del bene. Talvolta lo
materializzo, lo umanizzo provando pietà di lui, della sua infelicità,
che, rispetto alla nostra, presumo sarà eterna.
D: Lo
avete mai intravisto, anche con la coda dell'occhio, oppure avete mai
avuto l'impressione di vederlo?
|
R:
Mai! La sua esistenza certa è
determinata solo dalle sue azioni.
D: Senta,
S S, qual'è il parere e la posizione del tuo fidanzato? Questa te la sparo a
bruciapelo.
R: Vuoi
dire se in un certo senso è geloso? Affatto, mi vuole un sacco di bene
ed è l'unico a sdrammatizzare. Anzi mi propone di sposarci, con la
speranza che cambiando casa possa scomparire; ma, secondo le esperienze
del passato l'entità è come i cani si affezionano ai
"padroni" e non come i gatti che amano la casa. L'unico
tentativo e rivelarne la sua presenza, solo così scomparirebbe.
D: Vedi,
cara S S, devo azzardare l'ultima ipotesi, sarò caustico ma è
necessario: è vero che tutti i componenti familiari notano, come dire,
azioni estranee, ma da come ho capito sempre compiute, mai in atto.
R:
Talvolta, anche se raramente, abbiamo sentito sbattere le porte senza un
alito di vento o cadere un piatto turistico decorato murale, una volta
un quadro si è schiantato sul pavimento.
D: Forse
coincidenze. Ma non mi hai lasciato finire la supposizione. Ammesso,
ribadisco, ammesso e non concesso che un solo componente la tua famiglia
architetti tutta la messinscena, dietro un particolare disturbo che so,
mitomania, sonnambulismo o altra causa ignota...
R:
Abbiamo escluso con certezza pure questo in maniera empirica. Per tre
notti ho dormito blindata con la veglia di tutti insieme. Era il Natale
di due anni or sono. Dopo l'esito negativo della seconda notte
l'angoscia ci prese perché dovevamo scoprire chi fosse lo psicotico di
casa nostra, tra otto persone compreso lo zio NN su cui cadevano i
principali sospetti, ma alla mattina seguente la terza notte di
"blindatura" trovai ventimila lire nel reggiseno.
D:
Incredibile! Tuttavia non vedo il fenomeno come un grosso problema se
consideriamo la "valle di lacrime" che è la vita con insidie
ben peggiori. Scusami la battuta S S, ventimila oggi, ventimila
domani...
R: No
signor Mari, non accetto questo umorismo adesso. Non abbiamo mai speso
una lira di quel danaro, in un anno abbiamo potuto racimolare una somma
mai superiore a un milione di lire, danaro che è stato sempre devoluti
in beneficenza, malgrado la nostra condizione economica non florida. I
miei quattro fratelli studiano ancora e mio padre anche se guadagna
benino... Il munaciello spesso ci ha suggerito dei presentimenti che ci
hanno fatto evitare incidenti, dispiaceri...
D: Potrebbe
trattarsi di un Angelo Custode?
R: Nessun
Angelo custode ha mai messo del danaro nel reggiseno di una ragazza.
N:
Riavvertii quel senso di malessere tramite un capogiro e pregai S S che
per il momento l'intervista si concludeva. Si affacciavano ancora due
alternative, o si
trattava di una banda di psicotici oppure erano un gruppo di magistrali
guitti o giullari che rappresentava una commedia da un lustro. Senza
sbilanciarmi avevo già indagato sui loro conoscenti ma nulla era mai
trapelato prima di questa intervista. La faccenda del munaciello
innamorato, però, scatenava la vena poetica
che insorge in tutti coloro che per diletto o mestiere praticano
il lavoro di penna. Gli dissi affettuosamente e paternamente:
D: Cosa
dici, ci sentiamo una prossima volta? Mi rivelerai se è sparito dietro
questa tua rivelazione a me. Quando è stata l'ultima volta che hai
trovato danaro?
R: Mai più
da un anno:
D: Ha
esaurito le sue finanze, il suo o scrigno si è svuotato?
R: Non
credo, di tanto in tanto troviamo per casa qualche oggetto di medio
valore.
D: E
nella tua stanza, cosa lascia?
R: Circa
una volta al mese solo un fiore, sul mio comodino.
N:
L'ultima battuta, proprio perché di buona fattura anche se trita, mi
suggerì l'epilogo di trovate letterarie consuete, forse fumettistiche
ma che dissuadono qualsiasi mente razionale, specie se incallita verso
la battuta conclusiva lacrimevole e melensa. E le lagrime di S S?. Solo
gli uomini ci lasciamo intenerire dalle lagrime delle donne. Un'altra
donna mai.
Abbassai la serranda della mia bottega artigiana di Via Purgatorio sotto
un attacco di cinico scetticismo, inappagato, forse per un mancato
abbraccio paterno alla tenerella. Mi avviai al volante della "Fiat
1" sotto una pioggerellina leggera e gradevole pensando: "Ma
che fandonie vado ad ascoltare, alla mia età, credere ai munacielli...
elfi, silfi e spiritelli, Luigi Ma... stai invecchiando. Mi accinsi a
compiere il gesto che ripeto da trentaquattro anni, mettere in moto per
la strada di casa, ma le chiavi dell'auto, dopo trentaquattro anni non
c'erano più nel borsello. Mi freddai. Ma era certo una coincidenza.
La pioggia incalzava ma dovevo attraversare la strada per tornare in
tipografia, pregando le anime della strada che mi ospita: via
Purgatorio, perché mi scagionassero da eventuali azioni dispettose del
munaciello di S S. Ma cosa pensavo?... Feci per rientrare in tipografia
ma la serratura era bloccata in modo irreversibile. Un rivolo di sudore
freddo si fece strada tra le perline di pioggia solcandomi la fronte per
arrestarsi sulla punta del mio naso più lungo del solito. Bussai il
campanello di un coinquilino perché avvertisse mia moglie
telefonicamente di venire a prendermi con l'altra automobile. Tornai
intanto in auto oramai inzuppato, in ansiosa attesa. Dopo qualche minuto
l'uomo si affacciò al balcone gridando, per lasciarmi sentire, tra il
fragore del traffico e gli scrosci di pioggia trasversale per le folate
di vento improvviso: "Mari, tua moglie non può venire a prenderti
non solo non trova il gruppo di chiavi solito, ma nemmeno quelle di
riserva.
(Continua
nella prossima intervista che ci sarà perché è trascorso un anno
da quella sera e non mi è accaduto più nulla. Infondo sono da tempo
abituato al dispetti: soprattutto quelli del mio cane e della mia
consorte.).
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