La Città: 4 zone (zona 2)
Itinerario 2: zona bassa o marina
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    La chiesa di Portosalvo in un quadro di Leonardo Mazza del 1926. La Scarpetta di lava vulcanica
        è stata successivamente ricoperta per creare la nuova banchina del porto (Coll. C. Di Cristo).

Da Via Calastro si raggiunge la zona bassa centrale della Marina che e sotto ”la Ripa” formatasi - come scrive ancora il Balzano- con abbondante materiale alluvionale calato dal Vesuvio durante l’eruzione del 1631 (3) ; sulla quale si sovrappose la lava ignea precipitatasi dal centro cittadino, spingendosi fino al mare e formando lo sperone roccioso della ”Scarpetta”, come si vede nella pianta del Morghen. In questa zona tutta irta di ammassi e di pietre, l’Ing. Ignazio Di Nardo (che ricostruiva. S. Croce, la Madonna del Principio e l’Assunta) tracciò orizzontalmente tre larghe strade parallele, cioè le attuali Via Fontana,Via dell’Unità Italiana (attraversata poi dalla ferrovia borbonica nel 1841) e Corso Garibaldi con altre incrociantisi verticalmente, creando cosi un nuovo quartiere urbanisticamente regolare che si sviluppò in breve tempo con alti palazzi

LA CHIESA
DI S. MARIA
DI PORTOSALVO

   

La Si costruì un suo palazzotto sulla Scarpetta, in vista del mare e abitandovi molto spesso, anche un ricco commerciante della piazza di Portosalvo in Napoli, certo Antonio Iavagna, il quale, accortosi che nella zona mancava ancora una chiesa che affratellasse gli abitanti, desideroso di rendersi benemerito, volle porvi rimedio a sue spese.
La chiesa, con licenza del cardinale Zurlo, fu cosi fatta erigere dirimpetto alla sua casa, su suolo censito a lui dall’Università e fu benedetta il 28 Ottobre 1801, dedicata alla Madonna di Portosalvo, protettrice dei marinai e pescatori del quartiere; venne da lui dotata di una rendita annua ed ebbe di volta in volta un sacerdote nominato da lui e dai suoi discendenti che, come proprietari privati, si riservarono un tale diritto.
Nel 1944 questa fu eretta a parrocchia dal card. Ascalesi, passando cosi all’amministrazione della Curia Arcivescovile di Napoli: primo parroco fu don Bernardino Ascione, l’attuale, dopo il benemerito don Luigi Acampora, è don Francesco Rivieccio, solerte nello svolgere la sua opera spirituale fra i marinai, i pescatori e i calafati di quel quartiere che vivono fra il porto popolato di barche e gli industriosi cantieri navali.
La chiesa è rivolta ad oriente ed ha sulla facciata un quadro della "Madonna Stella Maris" - eseguito a piastrelle colorate, uno stemma ed una lapide che ricorda la sua fondazione col seguente testo:
(Cioè: A Dio Ottimo Massimo e alla Vergine Madre di Dio, protettrice dei naviganti, affinché alla

          
           Quadro della Madonna di Portosalvo
                     di Domenico Lettieri 1700

D.O.M.
ET DEIPARAE VERGINI NAVIGANTIUM SOSPITAE
QUO PERICULOSAE NAUTRUM VITAE TUTISSIMA VELUTI HEIC PATERET STATIO UBI XVlII KAL. IULIAS MDCCXCIV HORRENDUM SANE ARDENS
VESUVIUS
OBRUTOQUE PERME TOTQ HERCULANEO MARI ETIAM’PER INGENTEM
IGNEI LACUS VIM CONTRACTO SUAS NON SINE HAESITANTUM
CLADE POSUIT MINAS
AEDEM HANC PORTUS SALVI TITULO ANTONIUS LAVAGNA NEAPOLITANUS
AERE SUO A FUNDAMENTIS EXCITATAM DICARI CURAVIT
ANNO REP.SAL.MDCCCI

 pericolosa vita dei naviganti, come porto sicurissimo apparisse di qui dove, nel I6 giugno 1794, cosa orrenda, l’ardente Vesuvio, seppellita quasi tutta Ercolano (Ercolano = Torre del Greco),
essendosi anche il mare ritirato per l’enorme violenza di quel lago di fuoco, depose le sue minacce non senza strage di coloro che ai attardavano, questa chiesa col titolo di Portosalvo Antonio Lavagna, napoletano, edificò a spese sue dalle fondamenta e fece dedicare nell’anno della riacquistata Salute 1801).
L’interno consta di un’unica navata,con cupola; originariamente rivestito di intonaco bianco, fu dipinto nel 1894 a finti marmi policromi,decorazioni in oro;affreschi con angeli, profeti (Isaia, Daniele, Ezechiele, Geremia) e santi dal torrese Antonio Ascione.
Sull’altare maggiore è il quadro della Titolare col Bambino, fra angeli e nuvole, col Vesuvio fumante e navi in porto,che reca la firma di Domenico Lettieri e la data 1700; la custodia ha un’artistica porticina in argento sbalzato e cesellato,raffigurante ancora la Titolare col Bambino e una nave a vela portante una grande ostia, simblo di salvezza.
Ai lati dell’altare sono, a destra, ”L’Annunciazione” e, a sinistra, ”La Visitazione”, copie da originali di Francesco De Mura che sono alla Certosa di S. Martino in Napoli.. Nella cappella di destra è "S. Raffaele", in quella di sinistra "S.Gennaro", mentre presso l’ingresso si vedono ancora "La vocazione di S. Pietro" e "La tempesta", tutti quadri non firmati, ne datati, ma di uno stesso stimabile pittore della fine del Settecento.
Annesso alla chiesa è il nuovo Centro di Attività Parrocchiali, con un salone ove sono esposte una grande tela raffigurante ”Il Beato Romano fra i pescatori di Portosalvo” del pittore concittadino Antonio Solvino e una serie (copie fotografiche) di ex- voto marinareschi torresi, i cui originali, già raccolti nella chiesa del Carmine, sono stati acquisiti dal Museo Storico Navale di Venezia.