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Argomento presente: « LE DONNE VESUVIANE »
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ID: 885  Discussione: LE DONNE VESUVIANE

Autore: Aniello Langella  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 6 ottobre 2014 Ore: 21:42

In questo ambiente di calzoni e baffi, di tifosi incalliti del calcio, di maschietti timidi e forti, di uomini saggi e deboli, di....
VORREI RIUSCIRE A TRACCIARE CON VOI UN PERCORSO CONOSCITIVO SULLA "DONNA VESUVIANA". La donna vesuviana è diversa dalle altre ? Quali sono le sue emozioni ? E' vero che la donna vesuviana si connota come forte , materna e saggia ?
Aiutatemi in questa ardua impresa forse per noi maschietti domani sarà un giorno migliore ,... se le donne vesuviane ci lasceranno vivere ancora,....
A parte ironia e scherzo,... cosa ne pensate ?
Cordialmente
Aniello
 
 
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ID: 3437  Intervento da: gianni panariello  - Email: giogio13@hotmail.it  - Data: giovedì 15 giugno 2006 Ore: 01:14

Un saluto a tutti,
dopo il caso di giugno 2006 sull'eroica donna torrese che ha rifiutato le cure oncologiche per salvare la vita al proprio nascituro, spulciando il forum ho trovato questa proposta di discussione affollatissima, una sorta di saga del sesso debole torrese dove vi sono dei post interessantissimi. Questa sezione è un vero e proprio test psicologico sulla mentalità di alcuni maschi vesuviani, visto che le donne non hanno preso parte alla discussione, e ciò dimostra che da noi la donna non può ancora dirsi veramente emancipata.

La donna, cosiddetto sesso debole, pure nella plaga vesuviana era nata per fare la casalinga. Prima di tutto doveva essere madre, moglie e casalinga. Molti anni fa la donna ha rappresentato il ruolo tradizionale. Era economicamente dipendente da suo marito, e non aveva la possibilitá di cambiare la sua vita. La donna conserativa era una schiava domestica: doveva fare tutti i lavori domestici da sola, e non ha molto tempo libero. Doveva pensare a tutto, e con un marito e con i figli il lavoro non manca. Il suo lavoro era duro, pesante, e faticoso ma nella societá moderna essere casalinga non significa fare niente o essere disoccupata. Prima tutte le donne erano conserative perché la donna non ha avuto gli stessi diritti e ha avuto un ruolo diverso dall'uomo.
Oggi, pure sotto il Vesuvio la donna si é liberata dal ruolo tradizionale prova a fare la sua strada. La donna d'oggi é in parte indipendente e emancipata. Non sta a casa tutto il giorno e si occupa della famiglia. Spesso la donna fa un lavoro extradomestico per poter realizzarsi. La donna d'oggi dice che non perde i contatti umani con altre persone, e che si sente chiusa quando sta a casa tutto il giorno. La donna d'oggi ha gli stessi diritti degli uomini, ma in pratica non é sempre cosí. Per esempio vi sono molti casi vesuviani dove molte donne devono stare a casa e devono occuparsi solo della loro famiglia. Ma pure le donne vesuviane cosiddette emancipate sono talvolta sotto il giogo dei pregiudizi e non si espongono con posizioni di libertà e apertura mentale totale.Come ognuno sa, le donne hanno secondo la legge gli stessi diritti degli uomini.
Ma nella vita reale non si ha quest’ impressione. Anche nel napoletano oggi ci sono giá donne manager, donne che fanno carriera in politica e anche donne scienziate, donne pilota, donne designer, e cosí via.
È molto difficile emanciparsi totalmente per le donne meridionali a causa di pregiudizi. Ma oggi anche la donna meridionale ha cominciato a emanciparsi gradualmentre, ma per lo piú le ragazze fuggono dalla tradizione del Mezzogiorno al Nord dove possono trovare piú possibilitá per studiare e di diventare istruite meglio e possono esprimersi più liberamente.

Gianni


ID: 1521  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: giovedì 31 marzo 2005 Ore: 16:06

SULLA DONNA VESUVIANA

L'ingresso di Ciro Di Cristo nel forum mi ha riportato indietro negli anni. Ho rispolverato qualcosa sui vari argomenti trattati sul forum. Scusami, Franco Formicola, per la prolissità.

Intorno all'anno mille faceva eccezione alla esigua minoranza di colti meridionali la comunità del Regno di Sicilia, almeno in forma poetica, grazie appunto alla Scuola Siciliana, la dove molte liriche destavano interesse persino nel popolo. Grazie a Federico II di Svevia, per un motivo o per l'altro, il terreno a Napoli fu spianato perché la diffusione della cultura, con l'Università prima, con l'invenzione della stampa poi, si insinuasse in diverse fasce della popolazione.
Certo era ancora lontana l'epoca degli intellettuali laici. La poesia siciliana risentiva dell'adorazione deistica dei cattedratici, la quale pseudolaicamente adorava la donna in lamentose querimonie. Donna sacra nella sua integrità morale perché vista sotto il lucore divino, a cui ci si dispone con devozione ed abbandono pur di ottenerne la benevolenza.
Una passionalità a mezza strada tra il mistico ed il possessivo, che nei siciliani persiste tuttora. Una integrità monogamica che non consente la minima infedele trasgressione.
Spulciamo le note caratteriali dei miei torresi e dei cittadini di molti centri vesuviani economicamente affermati, nonché di quella Napoli commerciale che ha origine dai mercanteggiamenti lazzaronici e via via coi traffici anglo-americani fino alla moderna borghesia del business partenopeo vigente.
Ho l'impressione che noi vesuviani, sin d'allora, anche per un'atavica scarsa dimestichezza con la grammatica, abbiamo appreso trasversalmente quella ideologia frammista di venerazione deistica ed eterno femminino; forse il concetto rientra emendato nel nostro ordine di idee; soggiaciamo a mezza strada tra la passionalità deisticoverginale e quella femminomatriarcale. La donna, nel napoletano, è da temere, da venerare e da punire.
I ruoli sono: vergineo da bimba (guai ai pedofili nelle carceri napoletane); oggettuale-sessuale da giovane, dietro la copertura sentimentale; possessivo-assolutistico da sposa; diabolico da suocera. Il ruolo di madre, invece, conserva la sacralità deistica. Ma l'essenza sta nel ruolo, e non nel soggetto, perché la stessa donna che sostiene i ruoli di madre e di suocera contemporaneamente viene osservata da due ottiche contrapposte come il dualismo bene-male. In pratica tutto il meridione è sottoposto a questi canoni istintuali, ma più a sud si va, più è intenso e connaturato il sentimento di essenza deistico-verginale della donna, che prevale sugli altri ruoli.
Gli scriptorum e le tipografie hanno in fondo diffuso queste concezioni istintuali ferrate pure da speculazioni di tono scolastico relative alle prime iniziative culturali del secondo medioevo.
Insomma, amanuensi e prototipografi non hanno fatto altro che parlare prevalentemente di Dio e della donna, dopo gli epos eroici. E malgrado gli sforzi ostinati per distinguere un popolo dall'altro, grazie alla stampa, la diffusione delle culture, che in fondo si combinano tra loro, come oggi le religioni, suggeriscono: Tutto il mondo è paese. L'uomo fa tanta fatica per creare dei sostegni ideologici contro il mistero della vita e della morte e poi ne diventa dissenziente, come nell'area geografica del Nord Europa, dove i puntelli psichici delle culture millenarie di stampo religioso sono crollati. E' proprio là che si riscontra una delle più alte percentuali di suicidi di tutto il globo terracqueo. Si e sordi all'idea che per debellare ideologie culturali durate millenni non bastano un centinaio d'anni, ma periodi altrettanto lunghi. L'uomo vive mediamente l'arco di sessant'anni, ma sufficienti per incamerare (ed esserne condizionato) ideologie e credenze millenarie non rimuovibili a livello inconscio.

1980 Luigi Mari







ID: 1232  Intervento da: Aniello Langella  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Data: venerdì 25 febbraio 2005 Ore: 23:40

Hai ragione Antonio. Il mio è un tentativo di sdrammatizzare una fatto che ritengo serio per Luigi ma che non deve poi turbarlo più di tanto.
Quando nel forum intuisco che ci sono tensioni, cerco tutti i sistemi di fare lo gnorri e di non pensare.
Tu saprai certamente che esiste una eutanasia del pensiero. Quando ti capita un qualcosa di fisico ( medicina ) o psichico ( psicologia ) che turba la tua anima e quindi il tuo equilibrio, hai la sensazione che il tuo sia il problema più grande dell'universo. Solo dopo che è passato capisci che quel problema era una difficoltà . Esiste differenza tra problema e difficoltà !! Il sistema che usa il medico ed anche in parte lo psicologo è quello di stemperare il problema proponendo delle MANOVRE DISTRAENTI ( le studiò un tale Jendrassik qualche anno fa ) . A mia esperienza credo che funzioni. Non restare sullo stesso problema mai, ma deviare altrove l'attenzione per consentire al "paziente" di recuperare sua sponte . Più tu cerchi soluzioni o cerchi motivazioni e più trovi le opinioni. Esempio: ma tu che ne pensi Antò, e tu Ciro cosa ne pensi,..... e tu Totò ,....e tu Aniè,...e tu Gennà,.... Ognuno darà una spiegazione e questo nuoce. Vera cura tempora sunt.... et amor lenit...omnia ...
Cercate sempre di costruire e mai soluzioni immediate . Non le troverete. Ogni tanto nella vita si troviamo al cospetto di problemi semplici e questi si risolvono con semplicità. Ma le cose serie se tali sono non si risolvono quasi mai.
Prova tu a leniore i dolori di un'artrosi cronica del ginocchio !!
Aniello


ID: 1230  Intervento da: Antonio Abbagnano  - Email: usn123@fastwebnet.it  - Data: venerdì 25 febbraio 2005 Ore: 22:30

Aniè, ma secondo te cu sti chiare e luna ci putemme mettere a parlà r'a donna vesuviana? Proprio in questo periodo di dissacrazione totale.
Ho nostalgia della sana ipocrisia e del mai celebrato perbenismo.


ID: 1229  Intervento da: Aniello Langella  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Data: venerdì 25 febbraio 2005 Ore: 22:25

NELLA PREMESSA DI QUESTA DISCUSSIONE AVEVO PROPROSTO SEMPLICEMENTE DI DELINEARE IL PROFILO CULTURALE DELLA DONNA VESUVIANA,.... QUALORA L'AVESSIMO TROVATO... a me sembra che abbiamo girato attorno al problema ( qualora ci sia ) .Io intendevo parlare del carattere , della sua espressività, del suo modo di connettersi con il proprio partner.
Per questo avevo parlato di Suor Serafina, della pastorella di Sant'Anna,...avevo accennato a Lucrezia,....ma volevo sapere qualcosa sulla moglie ad esempio del Barone che ebbe una caterva di figli.
La donna torrese che partoriva in casa con mille disagi e milioni di rischi. La donna insegnate, la donna coralllara, la donna lavannara, la donna torrese che vendeva le sigarette, la donna che batteva,...la donna che era accondiscendente , la donna suocera e amante.
La donna delle canzoni,... pensateci un attimo la donna vesuviana che ispirò migliaia di canzoni.
Gli spunti di dialogo sono infiniti.
Aniello


ID: 1158  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: lunedì 21 febbraio 2005 Ore: 02:52

Monica scrive:
>Buona notte a tutti.
Ad Antonio e Nicola ciao. A me piace conversare con le persone con meno pregiudizi possibile. Ma quello che mi da un po’ fastidio, riguardo gli altri rispettabili signori, non è tanto il perbenismo o il provincialismo, né l’indisposizione allo scherzo, ma la diffidenza, perché cadere in una sorta di trappola, sia pur innocua e ludica, li farebbe sentire meno intelligenti.
>Insomma la sindrome del “piscitiello ‘e cannuccia”, come ha detto il Mari in un messaggio.

Mari risponde:
Un discorso lineare, ma un po’ troppa sedicenza, presunzione, stavo per dire boria. Questo non si tratta di femminismo ma di donnismo, Avrebbe fatto bene il Tuo papà a gridare dal balcone (quando sei nata) “è donna” al posto è femmina come “è ommo” al posto di “è maschio”.

Monica scrive:
Questo forum è tutto da scoprire. Sarebbe interessante se entrassero altre donne, salterebbero fuori le problematiche dei maschi e della loro virilità ostentata (a me piace la terminologia del paterno Mari) e la emulo, ma non condivido le sue dissertazioni. Forse potremmo capire l’origine di alcuni malesseri, perché, ad esempio, nella nostra città si nasconde la testa nella sabbia, e perché la connivenza e l’omertà danneggiano il meridione. Perché nel del XXI secolo ancora esistono vassallaggi e nepotismi, (me le sognavo queste parole se non era per il Dott. Langella) quindi se non hai amicizie in loco, o santi in Paradiso, come vi pare, potete pure crepare liberamente.

Mari risponde:
Dissertazione significa un discorso nel discorso e basta, ma li ignori i discorsi principali. O che? Questo Tuo stralcio è troppo qualunquistico e retorico per meritare un commento. Credo che Tu non possa scoprire altro in questo forum con i tuoi parametri. E’ uno strano risentimento il tuo. Assomigli ad una vedova nera, prima irretisci i compagni, poi vi giaci, intellettualmente, s’intende, e poi li divori. Hai messo la questione storica dell’umanità uomo e donna su due fazioni, non su due generi diversi. Nella mia mente non c’è stata mai nessuna guerra tra uomo e donna.

Monica scrive:
Ho detto amicizia, Una parola grossa, anzi grande, come l’amore, anzi l’Amore, Quasi sempre l’amicizia è complicità e l’amore non è l’Amore.
Ora dirò la mia di fondo sulla donna torrese. E non è solo solidarietà per il genere femminile. La donna torrese è una donna moderna normale, Per normale io intendo appunto che è in regola con la norma generale dei paesi civili. Pregi e difetti, pregiudizi e virtù sono comuni a tutte le donne occidentali.
Il Mari, come diceva sua nonna, a volte quando parla chiacchiarea. Io sono innamorata del suo linguaggio e delle sue idee, ma credo che sia un po’ troppo poco indulgente con la donna in generale e alcune volte la demonizza con la scusa della ricerca storica. Lui, malgrado una moglie e quattro figlie non ha mai concluso il discorso affettivo con le donne.

Mari risponde:

E chi lo ha concluso o lo concluderà mai? La donna incomincia dove l’uomo finisce. O viceversa. Anche se biologicamente derivano da un feto sempre in origine femmina.
Continui con la retorica e con le frasi fatte. I miei discorsi ti piacciono perché sono astrusi per te. Riesci a coglierne la superficie, ma non il substrato, altrimenti avesti carpito l’imparzialità sull’opinione dei due sessi. Ecco. Un’altra carenza di letture del linguaggio figurato. Credo che te ne senta intimidita. L’aggressione della donna forse INGIUSTAMENTE mai paragonata all’uomo circa il livello culturale, senz’altro sicuramente come fatto numerico, innesca queste reazioni di natura aggressiva. Tutto normale. I tuoi mi sembrano riporti di agenzia o trafiletti dei giornali femminili. Hai lavorato all’ANSA, per caso?

Monica scrive:
E’ probabile che in lui vi sia una forte carica erotica repressa e soffocata, Conosco gli uomini come le chiusure lampo della mia borsetta, Posso rivoltarli come cappotti usati, scusate l’immodestia. E visto che lui cita sempre Froid cucirò indosso a lui questa volta una frase i cui discorsi non facevano una grinza. Froid disse: “Quanta fatica fa costui per coprire i suoi problemi sessuali”.
Tanta ricerca sulla donna delle origini, gli incesti, i tradimenti di esse. Come la mettiamo con gli efebi e l’omosessualità diffusa nell’antica Grecia e nella Roma imperiale?
Perdonami Mari, tu vuoi la trasparenza. Eccotela!

Mari risponde:
Una che mette quattro “lui” e due “suoi” in una frase due sono le ipotesi: o lo ama o lo disprezza.
E chi è Froid?
Ah forse volevi dire Freud. Quanta boria, paragonare l’uomo alle chiusure lampo. Io avrei paragonato la donna ad esse. Hanno più somiglianza con la fisiologia femminile. E’ l’uomo che tenta sempre di aprirle.La frasedi Freud è una delle più trite e banali che la storia delle citazioni ricordi. Benvenga la trasparenza, specie addosso ad una bella donna come Te.
L’omosessualità maschile? E’ meno ipocrita di quella femminile, da secoli si è sempre manifestata rispetto a quella del cosiddetto sesso debole, diffusissima, ma occultata.
La fisiologia maschile e femminile è una cosa e l’orientamento sessuale è un’altro. Quest’ultimo è presente frammisto e in scala di valori diversificata e variabile in tutti gli individui. L’embrione umano da femmina, talvolta si trasforma in maschio, ma c’è tanta incertezza in questa metamorfosi. E’ la cultura, la formazione nell’età evolutiva, le circostanze sociali che danno il vero colpo di grazia determinando l’orientamento preciso, l’inverso o il bivalente.
Come si fa ad essere così categorici coi generi se esiste una naturale promiscuità non solo psicologica ma fisiologica, tra ermafroditismi ed errori vari di natura. Come si fa a parlare di problemi sessuali maschili o femminili stabilendo un confine netto?


Monica scrive:
Lo so che mi perdoni dicendo che le mie sono, in fondo delle innocue provocazioni. No Mari! A me non importa se mi difendi e mi fai da portavoce nel forum, Ti dico quello che penso: Se lascerai in pace le donne torresi lascerai in pace te stesso.

Mari risponde:
Se tu, invece, lascerai in pace Mari lascerai in pace il Forum e Te stessa.

Monica incalza:
Ma se il tuo modo sofferto e certe volte penoso di considerare la donna fanno saltar fuori delle verità occulte, allora io ti ringrazio e ti invito a continuare per questa strada. Ma dimostramelo.
Mari, credo che in fondo sia lui l’unico assatanato del forum, col suo dialogare da monaco francescano. Sapeste come era suadente la sua voce a telefono. Conosco i toni di voce melensi e so distinguere la dolcezza dal gallismo. Temo gli infarti al miocardio altrui. Provate a leggere l'episodio della signora bionda che fa sesso con i disperati per carità cristiana. Capirete come è complicato interpretare i suoi messaggi, comunque poetici e significativi.
Non ritiro le rimostranze che ho fatto fin'ora contro Mari, ma se ho avuto torto con tutte le mie supposizioni, allora e solo allora dovrò ammettere che ci troviamo di fronte ad una personalità geniale, ma trascurata perché complicata da capire.
Mi dispiace apparire come l’unica donna al mondo, ma è l’assenza delle mie “colleghe” torresi che mi riveste dell’incarico di rappresentante non più del gentil sesso, ma finalmente del sesso ribelle del riscatto del "genere" come dice il Mari. E vedi che è sempre lui ad avere l'ultima parola?
Fine prima puntata.
Ausfidelsen.
Monica

Mari risponde:
Non sapevo che i miei messaggi scatenassero tanto putiferio. Ora si mette pure il caro Formicola con “Attento a quei due”. Ma io credo che la Tua sia un’apologia in negativo, come la pubblicità americana.
Ah Monica, Monica, la provocazione è la mia arte. Ciascuno deve fare il suo mestiere. Tu fai la donna bella ed io il vecchio rimbambito. Ma se “puta caso” dovessi risultare filosofo agli occhi degli altri non puoi attribuirmi demeriti, non già perché tu non sei d’accordo, ma perché sei confusa e non vuoi ammettere a te stessa che la bellezza nella vita è importante ma caduca, per questo non è tutto. E ti metti ad anfanare e starnazzare alzando polvere. Non ci si inventa scrittori giocando a dama con le parole. Lo dico e lo ripeto: scrivere è un talento, bisogna averlo nel sangue. Non ci sono sforzi che tengano. Una cosa è buttar giù frasi e un’altra è scrivere. Tu mi batti in bellezza, ma labruttezza ha un vantaggio sulla bellezza dura per sempre.
La mia voce al telefono era suadente ma non era nelle mie intenzioni circuirti. Posso essere Tuo padre è la frase patetica e di comodo. Dice: ma il sesso non ha età. Pure l’amore, però.
Due, infatti, sono le cose: O sei carente di affetto paterno o sventoli femminismo gratuito, ma in entrambi i casi io dovrò uscirmene per il rotto della cuffia. Deciti Tu il modo. Vedi come sono cavaliere?
Luigi settebruttizzi










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