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Argomento presente: « TORRE ARTISTICA SI VERGOGNA »
ID: 8607  Discussione: TORRE ARTISTICA SI VERGOGNA

Autore: Annarita Scognamiglio  - Email: a.r@libero.it  - Scritto o aggiornato: sabato 26 aprile 2008 Ore: 11:17


Sposta il puntatore sullo spot qui sotto per leggere il titolo, ci vergognamo di mostrare questo nome.






UN CANE LASCIATO MORIRE D’INEDIA COME FORMA D’ARTE!
Un uomo così si dovrebbe costringerlo a camminare a 4 zampe!


Nel 2007 Guillermo Vargas Habacuc, un finto artista, effe nl’idea di inventare una singolare “opera d’Arte”: prese un cane di strada, lo legò a una corda corda al muro di una galleria d'arte e lo lasciò morire lentamente di fame e di sete, come "installazione".
Durante i parecchi giorni, l'autore di questa orribile crudeltà molti i visitatori di questa galleria d'arte rimasero spettatori impassibili di fronte alla agonia del povero animale, fino quando finalmente morì di fame e di sete, sicuramente dopo aver passato un doloroso, assurdo, incomprensibile calvario.
La prestigiosa Biennale Centroamericana di Arte decise, incomprensibilmente, che la bestialità che aveva appena commesso questo individuo era arte, e in questo modo tanto incomprensibile Guillermo Vargas Habacuc è stato invitato a ripetere la sua crudele "installazione" alla prossima Biennale del 2008.
Puoi firmare la tua indignazione con la petizione:
www.petionline.com
RINVIA QUESTO MESSAGGIO A TUTTI I TUOI amici, PER FAVORE

Roma. Biennale a rischio per Guillermo Habacuc Vargas, lo ‘'peudoartista'’ 50enne del Costa Rica che ha messo in mostra un cane randagio, legato in un angolo della sala, lasciandolo morire di fame e sete.

Nella foto a lato il mostro

Oltre 150.000 persone da tutto il mondo, in pochissimi giorni, hanno espresso la propria indignazione verso quella che, secondo loro, non può essere certo considerata un'opera d'arte.A quanto pare Vargas avrebbe pagato dei bambini affinché catturassero un cane per poi utilizzarlo come 'opera d'arte' che consisteva appunto nel guardare l'agonia e la sofferenza fino alla morte.
Ai visitatori sarebbe stato vietato di portare cibo e acqua e chiunque cercava di avvicinarsi per accudire l'animale veniva allontanato in malo modo con insulti. Sopra il cane morente, una scritta fatta di croccantini con la frase: ‘Eres lo que lees’ (‘Sei quello che leggi').
Secondo l’’artista’ lo scopo era quello di testimoniare l'indifferenza dell'essere umano nei confronti di altri esseri viventi. In un'intervista rilasciata a la 'Nación', ha dichiarato: "Lo scopo del lavoro non era causare sofferenza alla povera innocente creatura, bensì illustrare un problema. Nella mia città natale, San Josè, Costa Rica, decine di migliaia di randagi muoiono di fame e malattia e nessuno dedica loro attenzioni. Ora, se pubblicamente mostri una di queste creature morte di fame, come nel caso di Nativity, ciò crea un ritorno che evidenzia una grande ipocrisia in tutti noi.
Nativity era una creatura fragile e sarebbe morta comunque su una strada". Fatto sta che il cane, secondo quanto riferisce Leonor Gonzalez, editore del supplemento culturale di ‘La Prensa’ in Nicaragua, sarebbe morto il giorno seguente a quello in cui sono state scattate le foto. Per di più l’artista è stato scelto per rappresentare il suo Paese nella ‘Biennale Centroamericana 2008’ che si terrà in Honduras.
In quest’ultimo caso, almeno, qualcosa si è mosso. Le ire di associazioni animaliste e di cittadini di ogni parte del mondo hanno fatto sì che un rappresentante della Biennale abbia contattato Vargas, mediante lettera scritta in cui è stato espresso lo sconcerto riguardo la pubblicità negativa ricevuta da ‘Sei quello che leggi’ ed è stata messa in dubbio la legittimità dell'ammissione come eccellente artista e rappresentate. A questo punto l’artista ha chiesto pubblicamente scusa e promesso che non riproporrà mai più simili progetti. Vargas, in un comunicato diffuso via web afferma che ‘Sei quello che leggi’ non verrà più chiamata "opera d'arte", in segno di rispetto verso quanti si sono sentiti offesi. Ha ammesso l'errore ed ha affermato che avrebbe dovuto salvare il cane invece di lasciarlo morire. E chiede a tutti di accettare le sue scuse.
“Far soffrire e uccidere un cane lasciandolo morire di fame per far comprendere un problema come quello del randagismo è certamente un modo perverso per informare l'opinione pubblica – dichiara Massimo Comparotto, presidente dell' OIPA Italia (Organizzazione internazionale Protezione animali) - In verità quest'opera 'artistica' è solo l'ennesimo esecrabile squallido tentativo per far parlare di sé per riempire una galleria d'arte.
Josè Morales, vice presidente del 'Special Unit for Animal Protection and Rescue' ha commentato: "Il cane è stato legato senza cibo, non capisco come ciò possa essere considerato arte". Raymond Schnog, presidente della 'Humanitarian Association for Animal Protection', ha condannato l'atto definendolo pura crudeltà, "non comprendo come un animale possa essere stato lasciato morire di fame sul pavimento mentre una frase sulle pareti era stata composta usando cibo".
Queste organizzazioni stanno studiando il caso per presentare un ricorso davanti al tribunale locale. La Ue, intanto, ha deciso di mettere al bando l’arte omicida chiudendo le porte dei principali musei ad Habacuc. Il commissario Frattini, promotore dell’iniziativa, ha già iniziato le consultazioni con altri delegati per verificare in che modo si possa vietare al costaricano di «esternare» al di fuori dai confini del suo paese. E mentre i politici stanno lavorando in questo senso, la gente protesta sonoramente.
La notizia è stata efficacemente commentata da Mario Cervi che ha ben definito Habacuc un mascalzone e probabilmente un pazzo. «Sono strettamente consigliabili nei suoi confronti misure cautelari, una delle quali potrebbe consistere nel tenerlo legato a una catena, senza cibo», scrive il nostro direttore. Parole condivise da molti lettori offesi che hanno scritto lettere infuocate per testimoniare la loro indignazione. «La scorsa notte non ho chiuso occhio - racconta Isabella Sforzini - la notizia mi ha sconvolto intimamente provocandomi un malessere profondo... ma possibile che nessuno sia riuscito, visitando la mostra, a tagliare quella maledetta corda e salvare quella povera bestia? In che mondo viviamo?». Piero Badoglio, confessa di «non aver potuto leggere altro se non il titolo dell’articolo e il richiamo in prima pagina». Roberto Bellia, invece, parla di «vigliacca sopraffazione» e si domanda fino a che punto «l’uomo può degradarsi inseguendo la propria vanità». Giovanni Delle Monache conclude sostenendo che «l’uomo si crede intelligente ma rappresenta il peggior fallimento del Creato» e chiede «una giusta punizione che per un simile individuo capace di una violenza simile può solo essere l’eliminazione». Purtroppo, la speranza di Giovanni e di molti altri lettori non sarà esaudita perché il Costa Rica il signor Habacuc sembra gettonato a tal punto che potrebbe essere candidato a rappresentare il proprio paese alla prestigiosa Biennale Centroamericana Honduras 2008. Una candidatura che il mondo dovrebbe impedire e potrebbe farlo con una sollevazione popolare.



Soprano Anna Rita Scognamiglio della redazione
a.r@libero.it


 
 

ID: 8628  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: sabato 26 aprile 2008 Ore: 11:17

ATTENDI POCHI SECONDI PER IL CARICAMENTO DELL'ERUZIONE


ID: 8608  Intervento da: Mari virna  - Email: virnapaola@hotmail.com  - Data: martedì 22 aprile 2008 Ore: 16:13









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