Puoi anche Tu inserire qui
un nuovo
argomento

  Torna all'indice
Comunità

Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

Argomento presente: « NEWS MARITTIMI TORRE 3 »
Your browser doesn't support java or java is not enabled!
Pagina 1 di 2 - 1   2   Avanti >  Ultima Pagina >>
ID: 7931  Discussione: NEWS MARITTIMI TORRE 3

Autore: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Scritto o aggiornato: sabato 2 febbraio 2008 Ore: 14:14

ATTENDI EVENTUALMENTE POCHI SECONDI PER IL CARICAMENTO






























LE FESTE DEI NAVIGANTI:

LA REDAZIONE DI TORREOMNIA E IL SITO TORRE(D’’A)MARE www.torremare.4000.it AUGURA AI NUMEROSI MARITTIMI TORRESI, CHE A NATALE SONO SULL’OCEANO, I PIU’ SENTITI AUGURI DI BUONE FESTE


Lacreme napulitane - Canta Massimo Ranieri

NIENTE SPUMANTE, MA CI RIFACCIAMO CON I PIATTI DI TUTTO IL PIANETA

Natale in nave sui mari del mondo. La "prima volta" degli allievi dell'Accademia di Genova
Una bottiglia di spumante per trenta persone. E' anche troppo per gli equipaggi che festeggiano Natale e Capodanno a bordo delle navi. "Gli alcolici sono proibiti a bordo per chi lavora - spiega Giulio Ferrara, 21 anni, neo- diplomato all'Accademia della Marina Mercantile di Genova e prossimo a dare l'esame di Stato per diventare terzo ufficiale - il livello di attenzione per chi lavora o fa turni di guardia deve essere sempre alto, e anche chi riposa bisogna che sia in grado di intervenire, se necessario, con la massima efficienza". Ferrara, come tutti i giovani formati all'Accademia di Genova, nei due anni di studi ha trascorso tre periodi di imbarco, per un totale di 12 mesi (retribuiti). In uno di questi stage si è trovato nei giorni di Natale e Capodanno al largo della costa nigeriana, su una nave del gruppo Grimaldi di Napoli. "Abbiamo introdotto una bottiglia di nascosto - racconta - per il suo significato simbolico, non certo per berla, perché eravamo in una trentina a dividercela. Ci siamo rifatti con il cibo, salumi, arrosto, lenticchie, e piatti indiani.
Perchè il cuoco era italiano, il cameriere indiano". "Gli equipaggi non hanno molto tempo per i festeggiamenti - precisa il comandante Stefano Canestri, responsabile equipaggi della compagnia genovese Ignazio Messina C., circa 500 persone che si alternano sulle 17 navi ro-ro e portacontainer - e Natale e Capodanno sono giorni di lavoro, i turni di lavoro e di guardia non possono cambiare. Se si è in porto, poi, ci sono le operazioni commerciali da svolgere, in navigazione no, ma non cambia molto. Le compagnie, comunque, cercano di fare il possibile per rendere gradevole la vita dei marittimi. E quindi per le feste ci si organizza".
Le navi della Messina viaggiano su quattro rotte, Nord Africa, West Africa, destinazione Luanda in Angola, East Africa, fino a Durban in Su Africa e Golfo Persico, fino ai porti dell'India. Natale e Capodanno in mezzo agli oceani non sono dunque una rarità per gli equipaggi della compagnia. "Si preparano menù particolari - continua Canestri - e sono giorno in cui ai lavori di cucina collabora anche chi non è addetto, ma ha idee e ricette da proporre. Anche questo rende più bella la festa. Ora, poi, gli equipaggi sono composti da gente di parecchie nazioni, e i menù si fanno complessi.

Nella foto a lato: Natale 'ncopp' all'acqua salata.

Si naviga anche tra le ricette". "Alla Messina, che ha solo navi battenti bandiera italiana e iscritte al registro italiano, gli stranieri - riferisce - sono pochissimi, c'è qualcuno dell'Est europeo. Ma in passato, lavorando per altre compagnie, ho avuto equipaggi formati da gente di ogni paese. Europei dell'Est, ucraini, russi, polacchi, soprattutto rumeni, asiatici, in particolare indiani, messicani. Ognuno porta le sue tradizioni e le sue ricette e si cerca di accontentare tutti". I rumeni festeggiano il Natale all'insegna della carne di maiale, predominante in piatti come piftie de porc e sarmale de porc, in Russia a Natale si mangia tradizionalmente pesce, aringa e salmone affumicato, caviale rosso e nero con tartine o uova sode, oppure i karp s kapustoi, filetti di carpa con i crauti. Ma rumeni e russi trovano una convergenza sui dolci, che entrambi i popoli amano consumare durante le feste, come i messicani, che per Natale prediligono dolci, canditi e frutta. "Il massimo dell'esotismo culinario - riprende il comandante - forse lo portano gli indiani, con i loro piatti a base di riso e di spezie, il curry, la cucina tandoori. Gli indiani non hanno le feste di Natale e Capodanno, ma ne hanno una, quella di Diwali, che cade non lontano dalle nostre, in novembre, e allora si cerca di festeggiare tutti insieme". Diwali, o Dipavali, è una delle più importanti feste induiste. Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata "festa delle luci", durante i suoi cinque giorni si usa accendere delle luci e consumare dolci, cioccolatini, frutta fresca e secca, come anacardi, mandorle, uva passa. "Ci sono, naturalmente, anche le differenze di religione, per cui si sta sempre attenti alle prescrizioni e ai divieti alimentari, non solo per le feste". Le feste non sono solo banchetti. "Si cerca di celebrarle. Grazie all'associazione Stella Maris, viene organizzata la presenza di un sacerdote a bordo delle navi quando sono in porto, in navigazione è il comandante che tiene un discorso".

Auguri doncamillo



Scala Camillo della redazione

 
 
Your browser doesn't support java or java is not enabled!
Pagina 1 di 2 - 1   2   Avanti >  Ultima Pagina >>

ID: 8152  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: sabato 2 febbraio 2008 Ore: 14:14


Tra gli "interpreti" diversi Marittimi torresi:



Un filmato, per così dire, artigianale realizzato da Bartolomeo Russo, ma con tutti i crismi della professionalità. Peccato che la titolazione di testa sia troppo lunga. Complimenti all'autore. Tratto dal sito dei Marittimi di Torre del Greco:

torremare.4000.it

La redazione di Torreomnia



ID: 8102  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: domenica 20 gennaio 2008 Ore: 19:57

Sul mare, luccica l'astro d'argento?Tornano in piazza i marittimi torresi.

Dopo la fiaccolata per le vie della città lo scorso 1 dicembre per dire basta al precariato del settore, questa volta a scendere in campo i lavoratori del mare della società GRANDI NAVI VELOCI per esprimere il loro disappunto contro la probabile assunzione di personale extracomunitario da parte dell’azienda. Per sensibilizzare i cittadini e raccogliere firme, i marittimi saranno presenti con gazebo oggi dalle 9 alle 20 a piazza Santa Croce, domani a via Vittorio Veneto, angolo via Roma e domenica nuovamente a piazza Santa Croce
«Siamo preoccupati - dicono in massa i marittimi - per il disegno dell’azienda che per far fronte alla concorrenza vuole reclutare extracomunitari. La proposta di accordo che è in fase di discussione tra azienda e sindacati prevede l’imbarco di personale extracomunitario sulle motonavi Majestic e Splendid e porterà all'estromissione dalla società dei lavoratori italiani». Circa 700 i marittimi torresi che temono di perdere il posto di lavoro in caso di accordo.
«La situazione è allarmante - dice Benedetto Loffredo, marittimo - respingiamo tale disegno e chiediamo ai sindacati di non firmare. La mobilitazione proseguirà fino a quando non sarà fatta chiarezza sulla sorte dei lavoratori».
Una battaglia che prosegue da mesi con manifestazioni e iniziative anche per chiedere la stabilizzazione dei precari e stipendi adeguati.
«Martedì scorso una delegazione di 50 lavoratori si è recata a Roma - racconta Vincenzo Accardo, portavocedei marittimi - per incontrare le segreterie nazionali dei sindacati che ci hanno garantito che l’accordo non sarà firmato senza interpellare i lavoratori».
«Con la presenza a bordo delle navi - aggiunge Giuseppe Iorio, marittimo -del 75% di extracomunitari, per noi ci saranno meno imbarchi». Preoccupazioni non condivise da alcune sigle sindacali.
«Il sindacato è vicino ai lavoratori - dice Pasquale Gramigna, responsabile della Cisl di Torre del Greco - l’assunzione degli extracomunitari è prevista da una legge dello Stato. Grazie alla mediazione dei sindacati, il numero di extracomunitari è stato ridotto da 200 a 80 unità».
Divergenti le posizioni tra i sindacati. «Siamo contrari all’accordo - dice Emanuele Fernicola, segretario regionale della Filt-Cgil marittimi e portuali - riteniamo strumentale l’atteggiamento dell’azienda, non ci sono state trattative. Nel caso in cui l’accordo venga firmato, ci mobiliteremo per far tornare la società sui suoi passi».


Pigia la freccia e regola il volume per l'ascolto di "Sul mare, luccica l'astro d'argento?: S. Lucia" titolo di questo messaggio, cantata dal vivo in redazione da due ex marittimi italo-americani con armonica

Ciao don

Camillo Scala della redazione



ID: 8063  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: sabato 12 gennaio 2008 Ore: 17:00

Nei Molini Meridionali Marzoli nascerà un polo di formazione marittima con un museo del mare


Nei molini meridionali Marzoli nascerà un polo di formazione marittima con un museo del mare, un'accademia per la specializzazione degli ufficiali di bordo e una facoltà dell'università Parthenope. Un progetto ambizioso che, ieri pomeriggio, nel corso di una riunione che si è tenuta a palazzo baronale, il sindaco Ciro Borriello e l'assessore ai lavori pubblici, Giovanni Sorrentino, hanno illustrato agli armatori torresi, agli esponenti di Tess e Miglio d'Oro, Leopoldo Spedaliere e Angelo Pica, al comandante della Capitaneria di porto, Gaetano Angora, al preside dell'istituto Nautico, Agostino Casoria e al rettore della Parthenope, Gennaro Ferrara. «Intendiamo - spiega il sindaco Borriello - ristrutturare gli ex molini e la zona che circonda il complesso investendo circa 50 milioni di euro. Nascerà un'accademia mare e grazie alla collaborazione della Parthenope, avremo anche una sede distaccata dell'università». Un progetto che l'amministrazione vuole realizzare in collaborazione con gli armatori torresi: Bottiglieri, D'Amato, Dimaiolines e Deiulemar saranno i principali attori dell'accademia del mare e dei corsi di alta formazione per ufficiali di bordo. «Una figura professionale, quest'ultima, che è molto richiesta e ben pagata - aggiunge il sindaco - ma che non appassiona più i nostri giovani che all'imbarco(a trovarli??ndr) sempre più spesso preferiscono la disoccupazione. L'amministrazione, assicurando nuovi strumenti formativi e incentivando le attività marinare, spera di recuperare anche la memoria storica». Sarà invece una consulta formata dagli armatori e dal Comune a occuparsi del progetto per la realizzazione del nuovo porto turistico che dovrebbe estendersi da via Calastro a palazzo La Salle: tra due settimane, l'amministrazione incontrerà anche Nicola Coccia, presidente di Confitarma



Camillo Scala della redazione



ID: 8062  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: sabato 12 gennaio 2008 Ore: 16:54

Le ultime sulla Tirrenia: Privatizzazione di Tirrenia

«Finalmente il Governo per voce del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, si è espresso con decisione ed in modo inequivocabile a favore della privatizzazione di Tirrenia di Navigazione, annunciando l’imminente scelta di un advisor cioè un consulente».
Confitarma, per voce del suo presidente Nicola Coccia, ha ribadito «totale disponibilità a collaborare con il Governo e con le Regioni direttamente interessate per favorire una rapida definizione del nuovo assetto del cabotaggio marittimo italiano». «Confitarma - ha aggiunto il presidente Coccia - si è fatta come noto promotrice di un possibile raggruppamento di armatori italiani che siano in grado di garantire il futuro di Tirrenia in una sana logica di mercato. Anche sul tema specifico della continuità territoriale - ha concluso il presidente - la Confederazione italiana armatori ribadisce la convinzione che esistano tutte le possibilità di assicurare servizi efficienti alle popolazioni isolane, senza però gravare, come accade oggi in modo del tutto immotivato, sulle finanze del Paese».
Di tutt’altro tenore il punto di vista della Uil. Una posizione «illogica quella del governo sulla questione Tirrenia, non comprensibile e non condivisibile» ha affermato il segretario generale della Uiltrasporti Giuseppe Caronia, commentando quanto detto dal sottosegretario Enrico Letta, sul dossier della compagnia di navigazione Tirrenia, nel corso di una recente trasmissione televisiva. Secondo Caronia, Letta avrebbe espresso condivisione con il parere del governatore della Sardegna, Renato Soru, che ha chiesto di fare cessare la convenzione statale con la Tirrenia e poter così varare una legge sulla continuità marittima sulla falsariga di quanto già esiste per i voli aerei da e per la Sardegna. «Privatizzare Tirrenia senza il rinnovo della convenzione non ha senso perché perderebbe valore - ha osservato Caronia -. Prima va fatto il rinnovo della convenzione al 2012 e poi si procede alla gara». da Il Messaggero Marittimo

Tirrenia, privatizzazione più vicina

Sono arrivate nei giorni scorsi al Tesoro le risposte delle banche invitate a partecipare alla selezione dell'advisor per la privatizzazione di Tirrenia. All'appello del Tesoro, riferiscono fonti finanziarie a Radiocor, hanno risposto tutte le big del settore: da Intesa SanPaolo a Mediobanca e UniCredit fino alle straniere Morgan Stanley, Goldman Sachs, Lazard, Citibank e Deutsche Bank.

Non è della partita Lehman Brothers, da poco nominato advisor per Sace. Nella lettera inviata alle banche, riferiscono le stesse fonti, la privatizzazione del gruppo non è indicata come unica o principale opzione per l'azionista Tesoro. L'intenzione di Via XX Settembre sarebbe invece quella di conferire un mandato ampio, che preveda l'esplorazione di tutte le ipotesi di valorizzazione strategica della società pubblica di traghetti e trasporti marittimi. Le prossime tappe della procedura di selezione dovrebbero prevedere una short list e successiva scelta dell'advisor.Intanto Confitarma si è nuovamente espressa sulla procedura di privatizzazione di Tirrenia. "Finalmente - ha affermato in una nota il presidente Nicola Coccia - il governo si è espresso con decisione ed in modo inequivocabile a favore della privatizzazione di Tirrenia , annunciando l'imminente scelta di un advisor". "Confitarma - afferma Coccia - ribadisce la sua totale disponibilità a collaborare con il governo e con le regioni direttamente interessate per favorire una rapida definizione del nuovo assetto del cabotaggio marittimo italiano". Confitarma, inoltre, si è fatta come noto "promotrice di un possibile raggruppamento di armatori italiani che siano in grado di garantire il futuro di Tirrenia in una sana logica di mercato". da l’Avvisatore Marittimo
Ciao don


Camillo Scala della redazione



ID: 8061  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: sabato 12 gennaio 2008 Ore: 16:51

Quando ambiente ed economia vanno a braccetto “Navi più lente per spendere di meno”

Andare più piano per spendere meno: contro il caro petrolio le compagnie marittime iniziano a diminuire la velocità delle navi. Di fronte all’impennata dei prezzi - ieri il petrolio ha nuovamente superato quota 98 dollari sull’onda delle tensioni Usa-Iran - la velocità non è più una parola d’ordine a cui non si può trasgredire: meglio far aspettare qualche giorno in più i clienti, allungando i tempi dei viaggi, piuttosto che mandare i bilanci in rosso per la non sostenibilità dei costi.

Nel frattempo, sembra vacillare l’idea, dominante negli ultimi mesi, che grazie alle grandi navi e alle economie di scala a queste connesse lo shipping potesse entrare in un’età dell’oro dove i prezzi per spostare la merce da una parte all’altra del globo sarebbero stati sempre più bassi anno dopo anno. A sfatare il mito ci prova la banca d’affari di Rotterdam Dvb, che in uno studio spiega che l’alto prezzo applicato dai cantieri navali per la costruzione di questa unità, ma soprattutto l’incapacità dei porti di operare su questi giganti in maniera efficiente, rende le unità da 10.000 contenitori e oltre non molto più convenienti di quelle da 8.000 teu.
Quest’utime hanno un costo per slot di 12.800 dollari a teu, quelle da 10.000 teu e più 9.500, ma l’incremento dei costi operativi per il carico-scarico delle merci rischia di annullare il vantaggio.Nei giorni scorsi è uscita allo scoperto la Nyk, maggiore compagnia giapponese nel settore container. L’ordine di rallentare le navi arriva dall’alto: è stato il presidente Koji Miyahara, durante il discorso tenuto per la fine dell’anno, ad auspicare che le navi vadano più piano. «Una diminuzione del 10% della velocità di crociera - ha spiegato - produrrà un risparmio di più del 25% della quantità di gasolio consumato, e un taglio delle emissioni di CO2». Per una volta le ragioni dell’ambiente e quelle dell’economia vanno a braccetto. Ora, si attende che Nyk passi all’azione: l’intera flotta del gruppo, portacontainer, rinfusiere, car carriers, petroliere, gasiere e anche navi da crociera, conta 740 unità.

A fare i conti su quanto si risparmia viaggiando più lenti era stata la Fefc, lo scorso dicembre: la Far Eastern Freight Conference, che riunisce le maggiori compagnie container operanti tra Asia ed Europa, compresa la Nyk e giganti del calibro di Maersk, aveva calcolato che, passando da una velocità di 24 a 21 nodi, si possono tagliare i costi del 30%. Questo contando che pure, per mantenere lo stesso livello di servizio, è necessario aggiungere una nave ad ogni rotazione. Così facendo, oltre al risparmio del gasolio, vi sarebbero ricadute positive anche sul versante dei porti, con un minor rischio di congestionamento.
Maersk ha già deciso che, da febbraio, su quattro delle dieci rotazioni tra Asia ed Europa (AE2, AE6, AE8, AE9), aggiungerà una nave da 6.000-6.600 teu. In media, il carburante oggi pesa per il 60% sulle spese di una compagnia di navigazione. Secondo quanto ricordato dallo stesso presidente di Nyk, Koji Miyahara, il “fuel cost” nel settore container è cresciuto, in cinque anni, da 164 dollari per tonnellata a 500. Contando che, in un solo giorno, una portacontainer consuma 200 tonnellate di combustibile, fanno 100.000 dollari al giorno. Se non si tagliano i costi, è il messaggio, le compagnie non stanno in equilibrio, scivolando inesorabilmente nel rosso. Ma l’imperativo di consumare di meno è legge per tutti i settori della logistica, non solo per le navi. Maersk Logistic, nei mesi scorsi, ha inaugurato un nuovo servizio di consulenza – Supply Chain Carbon Check – a supporto delle aziende che vogliono ridurre le emissioni di carbonio e quindi anche i costi legati all’intero ciclo delle attività logistiche.



Camillo Scala della redazione



ID: 7972  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: venerdì 28 dicembre 2007 Ore: 16:17

25° ANNIVERSARIO DELL'AFFONDAMENTO DELLA “MARINA D’AEQUA”
30 MORTI TRA TORRE DEL GRECO
E SORRENTO


Cliccando a lato vedrete il video commemorativo dal titolo "Marinaio" con musica di Branduardi,
e come dice il titolo di coda "Dedicato a tutte le genti perse in mare" girato per commemodare la "Marina d'Aequa".

Fonte del film www.saporidisorrento.com

29 Dicembre 1981 29 Dicembre 2007 Ventisei anni dopo il Naufragio della motonave "Marina D'Aequa" Per non dimenticare.
Peppe D'Urzo, recentemente, nel suo editoriale "Ricordi di Torre" sul settimanale torrese Tuttoè ha ricordato i marittimi torresi deceduti nella tragedia del Marina D'Equa e a proposito ha scritto:Vogliamo ricordare,per ossequiosa ed onorevole memoria i marittimi ,immaturamente scomparsi in mare, per fatal destino, a bordo della Marina D'Equa,tra cui cinque nostri concittadini,di questa motonave,trascinata in un vortice di un mare inverosimilmente in tempesta... ed ha concluso ricordando che nel Santuario di San Giuseppe a Sant'Agnello (NA) vi è una lapide commemorativa che ricorda e riporta i nomi di tutti gli scomparsi,essa così si conclude: "
.... Perchè la luce della preghiera e della memoria resti viva in tutti quelli che li hanno amati e che da ora li contemplano felici nel porto di Dio" Con queste parole ci piace iniziare il nostro commosso ricordo alla memoria Sono passati ventisei anni da quel tremendo tardo pomeriggio del 29 Dicembre 1981 ed è ancora viva nel cuore di tanti, sopratutto dei parenti, l'angoscia e l'ansia dapprima e poi la costernazione, il dolore e l'orrore per la tragedia andatasi a consumare in quel tempestoso Golfo di Guascogna, immensa e gelida tomba di tanti marinai fin dall'inizio dell'umanità.Ecco la ricostruzione dei fatti (Dall'Inchiesta sul naufragio - Estratto a cura del Comitato SeaGull - 1984).

L'antefatto: Il " MARINA D'EQUA" durante la navigazione sul fiume WESER (Germania) tra BREMEN e BRAKE, alle 02.00 del 10.12.1981 subiva un'avaria ai generatori che le procurava un " Black-Out ". Tale fenomeno, comportante l'arresto del Motore Principale, si ripeté più volte nell'arco di circa un'ora; allo scopo di evitare pericolose conseguenze,alle 02.55 fu deciso di ancorare dando fondo all'ancora di sinistra per una lunghezza. Durante la manovra, per effetto della corrente del fiume, la nave ruotò, toccando col lato dritto della poppa sul fondo del canale. Riparato l'inconveniente, la nave proseguì per Brace dove si ormeggiò regolarmente.Successivamente, il giorno 11, fu eseguita una visita occasionale allo scafo da parte del R.I.NA. (a seguito dell'incaglio) e confermata nella sua Classe, non essendo emerso alcun danno. Anche l'avaria ai generatori, individuatane la causa, fu eliminata e dopo opportune prove, tutto fu trovato in ordine.Si trasferì quindi ad ANVERSA (Belgio) per imbarcare un carico di lamiere in rotoli (coils) e manufatti metallici per un totale di Tonn. 30.196 da sbarcare in più porti del Golfo Messico.IL VIAGGIO (In sintesi)

DATA ORA DESCRIZIONE DEI FATTI:

26/12/81 07,18 Sbarcato il Pilota all'altezza della Boa A1 (largo di Ostenda)
26-27/12 Navigazione lungo il Canale della Manica seguendo le rotte prescritte
27/12/81 11,30 Posizione Lat. 49° N - Long. 04° W
28/12/81 12,00 Posizione Lat. 48° N - Long. 08° W
29/12/81 13,55 Posizione Lat. 45°35' N - Long. 11° W - SOS
29/12/81 14,43 La Nave "THEODORE FONTANE" (Germ.Est) riceve sul canale 16 la chiamata di soccorso del M.d'Equa e subito cambia rotta per raggiungere la nave in pericolo.
29/12/81 14.50 circa Inverte la rotta puntando su Brest, mettendo il mare in poppa
29/12781 15,36 Le due navi sono in "contatto visivo". e su richiesta del M.d'Equa procedono per Rotta = 070° - Velocità 7 nodi,la nave tedesca in assistenza (Stand-by)
29/12/81 15,47 Giunge sulla verticale del M:d'equa un aereo "Atlantic 4 CZ" dirottato appositamente da altra missione da parte del CECLANT (Comando dell'Atlantico della Marina Francese di Brest) che conferma la rotta e la velocità delle due navi.
29/12/81 16,34 Via Roma radio Il M.d'Equa comunica con la Società Armatrice.
29/12/81 17,00 Un altro aereo della Marina Francese (CXI) rileva il precedente (4 CZ) che rientra alla base per fine autonomia.
29/12/81 17,44 Il M.d'Equa chiede che l'equipaggio sia evacuato a mezzo elicotteri.
29/12/81 17,55 Posizione Lat. 45°41'N - Long. 09° 54' W - Le luci del M.d'Equa scompaiono dalla vista della nave tedesca e svanisce l'eco radar.



Nella foto a lato Lapide nella città di S. Agnello di Sorrento


Queste, in modo sinottico, le ore drammatiche del naufragio. Alle 17,55 del 29 Dicembre 1981 a circa 320 miglia a SW di BREST, il MARINA D'EQUA s'inabissava nell'Atlantico in tempesta. Le cause del sinistro furono attribuite, dalla Commissione d'Inchiesta Ministeriale - come fatto iniziale - al cedimento degli elementi n° 2 e 3 dei boccaporti della stiva n°1 e come causa finale - al collasso della paratia tra la stiva 1e 2. Il tutto per le proibitive condizioni del tempo instauratesi nei giorni 27, 28 e 29 Dicembre per la presenza di una depressione di 975 mb. (731 m/m) posizionata in Lat. 43°N e Long. 28°W che provocava, sopratutto il 29 Dicembre, vento da SW forza 10 e mare da WSW di altezza significativa di 11 metri. Il chè provocò, come detto, dapprima un notevole imbarco d'acqua nella stiva e, successivamente, per lo sbattimento della massa d'acqua penetrata nella stessa stiva n°1, il cedimento (collasso) della paratia stagna fra la stiva 1 e 2, con conseguente perdita di galleggiabilità e quindi l'affondamento della nave.Nel tragico epilogo, persero la vita trenta uomini di mare,il più giovani dei quali aveva solo diciassette anni. Questo il triste elenco:


Grado Cognome Nome Luogo d'Origine
1 Comandante MASSA Michele Torre del Greco
2 1° Ufficiale BUONOCORE Anselmo Meta
3 2° Ufficiale ESPOSITO Raffaele Meta
4 3° Ufficiale CASTELLANO Costantino Meta
5 All.Uff.Cop. PISANO Gennaro Sorrento
6 All:Uff.Cop. S.N: LAURO Salvatore Piano
7 Radio Telegr. POLESE Salvatore Torre del Greco
8 Dir. di Macchina GAGLIARDI Tullio Meta
9 1° Macch. CIBELLI Pietro Procida
10 2° Macch. VISAGGIO Giuseppe Procida
11 3° Macch. MARESCA Luigi Meta
12 All.Uff.Macch. RUGGIERO Giovanni Meta
13 All.Macch.S.N. VINACCIA Angelo Sorrento
14 Nostromo CIOFFI Luigi Piano
15 Marinaio TORTORA Guglielmo Torre del Greco
16 Marinaio PALOMBA Raffaele Torre del Greco
17 Marinaio TORTORA Luigi Torre del Greco
18 Marinaio D'ELIA Giuseppe Piano
19 Marinaio QUINTANA CORREA Carlos Santiago (Cile)
20 Mozzo PEPE Michele Meta
21 Mozzo S.N. VINACCIA Francesco Piano
22 Caporale SCOTTO di MARRAZZO Giuseppe Procida
23 Operaio AVERSA Antonino Meta
24 Elettricista D'ANGELO Ciro Meta
25 Fuochista CIOFFI Antonio Piano
26 Giov. Macch. ESPOSITO Maurizio Meta
27 Cuoco ESPOSITO Antonio Meta
28 Picc. Cucina CACACE Pietro Massa Lubrense
29 Garz. 2^ GELZO Antonino Massa Lubrense
30 Piccolo PAESE Antonio Meta


L'AFFONDAMENTO:


Dal libro bianco dedicato alla Marina D'Aequa mi è piaciuto estrapolare la lettera di un militare spagnolo che con la sua nave militare partecipò alle ricerche, purtroppo infruttuose, dei superstiti.

A todos los familiares de los marineros fallecidos el 29 de Diciembre de 1981 en el naufragio del buque mercante Marina D`Aequa: A tutti i familiari dei marinai deceduti il 29 dicembre 1981 nel naufragio della nave mercantile Marina D’Aequa. Il mio nome è José Ignacio Andrès, nativo dell'Asturia (Nord Spagna) Attualmente abito a Valencia, nel sud-est della penisola spagnola. Da 25 anni conservo nella mia memoria tutti i particolari vissuti nel luogo della tragedia. Nella vita ogni persona vive momenti che non si dimenticano mai. Nel mio caso e nel vostro anche, il naufragio del marina d’Aequa rimarrà nella nostra memoria per sempre, come se fosse successo appena ieri. Molte volte in questi 25 anni parlando con mia moglie, amici e conoscenti, raccontavo di quel tragico 29 Dicembre dove un gruppo di marinai, a me sconosciuti, naufragarono a circa 200 miglia a nord-est della Estaca di Bares nell’area del Golfo di Guascogna (Vizcaya) Oggi, paradossalmente, navigando per Internet ho potuto conoscere alcune informazioni che mi hanno impressionato e anche riempito di emozione. Sono rimasto colpito nel vedere le fotografie di alcune delle vittime. Specialmente quella di Michele Pepe di soli 17 anni.
I Giornali di quel periodo come “Paese Sera” o “Il Mattino” mostrano scene di alcuni familiari completamente distrutti dal dolore. Emozionato anche nel vedere fotografie della nave che non abbiamo potuto salvare, dopo tutti questi anni, scopro che le vittime sono di origine della Penisola Sorrentina, nel Sud Est dell' Italia.In quel periodo io avevo 20 anni e facevo il militare nella 11ª squadra della marina militare spagnola ( La Coruña). Il 20 dicembre 1981 ( proprio lo stesso giorno della tragedia) mi sono imbarcato come radarista sul cacciatorpediniere " Destructor Lángara" (D64).
Ricordo perfettamente che quel giorno la pioggia era molto forte nel porto del ferrol.Verso le sei e mezzo del pomeriggio mi trovavo con un gruppo di marinai nella sala da pranzo della nave. Improvvisamente con il viso teso e nervoso, arrivò nella stanza l’ufficiale di guardia dicendo testualmente : "abbiamo ricevuto un S.O.S a 200 miglia a nord-est di Estaca di Bares (nell’area del Golfo di Guascogna) uscite immediatamente dalla sala da pranzo ! Dobbiamo soccorrerli! " .
Dagli altoparlanti della nave annunciarono la notizia a tutti i marinai. Ci aveva colto di sorpresa,.la maggior parte dell'equipaggio si trovava fuori per licenza, classico del periodo natalizio, così che si sono aggiunti a bordo marinai di navi militari limitrofe. Nel frattempo noi eravamo impegnati nel riscaldare le macchine per partire al soccorso, ricordo che sono arrivati diversi camion con del cibo e coperte. Non sapevamo niente di più. Appena fu possibile nel buio totale siamo partiti. Mai avevo navigato con una tempesta come quella del 29 dicembre 1981.

Il mare era "Arrabbiato nero", Terribile. Nella durata del percorso ci hanno proibito di uscire fuori giacchè le onde erano alte più di 10 metri. Ricordo alcuni compagni che vomitavano per i corridoi e per altre zone. In pessime condizioni. Io sono stato uno di quelli. Con una tempesta cosi grande la velocità della nostra nave non poteva essere superiore, così che per percorrere 200 miglia abbiamo impiegato 2 giorni e mezzo per arrivare nel luogo dove era partito l' S.O:S. In nessun momento abbiamo avuto informazioni tranne che sulla latitudine e sulla longitudine. La paura e l’incertezza di quello che potevamo trovare in quel luogo era molto forte. Quando siamo arrivati al punto indicato non si vedeva nessuna barca , ne scialuppe ne superstiti, allora i nostri superiori ci hanno dato l’ordine di perlustrare in un raggio di 4 miglia ( per coprire la zona a spirale) in cerca di superstiti.Navigavamo molto piano e in silenzio.L’aspetto del mare era di color piombo rivolto.


Nella foto a lato lapide a Meta di Sorrento

C’era la sensazione che in quel luogo era successo qualcosa di strano. Molte ore dopo abbiamo avvistato un “Chinchorro” (Piccola barca) semi affondata danneggiata a prua e a poppa. Un ufficiale e vari marinai si son avvicinati con una barca zodiac per controllare. Ricordo che gli ufficiali considerarono opportuno non issarlo a bordo ed è così rimasta nel mare per sempre.Alle conclusioni che si erano arrivate in quel momento da parte degli ufficiali era che se una barca si fosse distrutta in quella maniera davanti e anche da dietro c’era stato una spaccatura della nave o una rottura in due.Si continuava a cercare, ricordo il viso dell'equipaggio, degli ufficiali .C’era molta tensione nell’aria e una sensazione di impotenza dovuto a tanta incertezza e alla stanchezza. In misura che i giri intorno al epicentro aumentavano il mare era sempre più agitato e strano.Diverse ore dopo all'orizzonte siamo riusciti a vedere qualcosa di colore rosso che galleggiava sull’acqua. Subito siamo andati a vedere, infatti era una barca zodiac ( come quella che utilizzano per i salvataggi) di colore rosso e giallo. Lunga e particolarmente bella. Non c’era nessuno dentro.Erano incise le lettere “ Marina d'Aequa". Gli ufficiali avevano deciso di portarla su, e durante quei 18 mesi di servizio sul Destructor Lángara è rimasta sempre lì nel Hangar (garage della nave ) del vascello.Molte furono le volte che mi sono seduto sopra di essa ricordando l’incomprensibilità di quella terribile esperienza. Per altri due giorni abbiamo continuato a perlustrare la zona, purtroppo non è stato trovato nessun superstite. Esauriti i tempi del controllo della zona il nostro superiore ci ha ordinato di tornare al porto, nel viaggio di ritorno c’era un silenzio assoluto, nessuno diceva niente, solo abbattimento e sconforto.Una volta in porto fu organizzata una cena per la vigilia dell'epifania svoltasi il 7, 8 gennaio, alcuni giorni dopo.Nella sala da pranzo della nostra nave tutto era spento.
Mi venne in mente la reazione di un compagno di Barcellona, nel momento che si iniziava a cenare scoppiò in un attacco di nervi sbattendo una bottiglia di champagne contro il muro davanti all'ufficiale di guardia, gridò singhiozzando “ siamo dei buoni a nulla” per l'impotenza per non aver trovato superstiti.
L’Ufficiale in un gesto di comprensione non disse nulla. Alcuni compagni lo portarono via e il resto di noi ci ritirammo uno dietro l’altro alle nostre cabine, senza apparecchiare ne parlare tra di noi.Una settimana dopo il nostro comandante riunì tutto l'equipaggio informandoci dei fatti.La versione con la quale ho convissuto questi 25 anni fino ad oggi. Questo fu più o meno quel che ha detto: “ a quanto pare si trattava di una nave mercantile italiana dal nome Marina di Aequa all' S.O.S rispose una nave mercantile inglese che navigava per la zona. Era di notte. Il naufragio è stato prodotto per un scorrimento del carico costituito da laminati di acciaio spaccando la struttura della nave, dando via libera all’ingresso d’acqua. Il personale dell' equipaggio della nave inglese non ha potuto fare niente. tutto si è verificato velocemente. Il -Marina- si spaccò in due e affondò. Sono morte 33 persone”

Noi uomini e donne di mare di una città di mare non potevamo non ricordare, cerchi il sorriso. con cui ti lasciò. fra i solchi scuri. che il tempo disegna sul viso. di chi naviga il mare,. ed è sempre domani. e se il cielo vorrà. ...



SCALA CAMILLO della redazione


Your browser doesn't support java or java is not enabled!
Pagina 1 di 2 - 1   2   Avanti >  Ultima Pagina >>

Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

 Ogni risposta fa saltare la discussione al primo posto nella prima pagina indice del forum. L'ultima risposta inviata, inoltre, che è la seconda in alto a questa pagina "leggi", aggiorna sempre pure data e ora della discussione (cioè il messaggio principale),
pur se vecchio.

T O R R E S I T A'

Autore unico e web-master Luigi Mari

TORRESAGGINE