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Argomento presente: « LE 100 FONTANE CHIUSE IN PRIGIONE »
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ID: 6078  Discussione: LE 100 FONTANE CHIUSE IN PRIGIONE

Autore: salvatore argenziano  - Email: s.argenziano@fastwebnet.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 25 gennaio 2016 Ore: 13:52



Questa sera ho avuto una piacevole conversazione con il signor Raimondo Balzano, presidente della Associazione Cento Fontane. Avevo telefonato per sapere a che punto erano i lavori di restauro approvati e appaltati già a dicembre dell’anno scorso. Ho saputo che entro questo mese di giugno avranno inizio e ciò mi fa veramente piacere.
Da parte mia un plauso a Raimondo Balzano per avere con tanta passione e dedizione portato in porto un progetto di recupero di un monumento torrese.
Confesso che il mio non celato interesse era anche quello di sapere che tipo di restauro ci si appresta ad eseguire.Non ho mai ritenuto di notevole interesse architettonico il complesso de “A Funtana” (così una volta si chiamava il complesso. Chi sarà stato mai a diffondere l’italianizzato toponimo di Cento Fontane?). Un’opera il cui valore artistico è di gran lunga inferiore al suo valore di testimonianza storica della tradizione torrese. Credo d’aver capito dal colloquio con il presidente che la Sovrintendenza ai Monumenti abbia classificato il complesso “di interesse storico etnografico antropologico” o qualcosa di simile.
Ritorno allora sul tipo di progetto che si sta per attuare, che però non ho avuto occasione di consultare, per pormi alcune domande:
1 - Resteranno i segni di generazione di sciuliarelle nei bordi dei gradini?
2 - Saranno messi in opera materiali lapidei vesuviani, basolati, nel disegno e con le tecniche del passato?
3 - Saranno evitate fioriere e alberature, una volta inesistenti, nella zona strettamente di competenza del complesso?
4 - Saranno evitati materiali acrilici o vinilici per le tinteggiature?
Troppe domande che mi faccio nel timore di risposte negative.
Spero che gli amici torresi vorranno seguire il cursus di questo eccezionale intervento su un bene storico della Città, un brandello di memoria dei nostri avi ed anche per alcuni pochi di noi.
Salvatore


Salvatore Argenziano

 
 
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ID: 6088  Intervento da: Salvatore Vitiello  - Email: iello@hotmail.com  - Data: mercoledì 20 giugno 2007 Ore: 23:35

Fateci capire qualcosa, per favore,

questo è un intervento pubblicato su www.capitoloprimo.it il 16 aprile.

Cento Fontane, fermi i lavori è di nuovo degrado
lunedì 16 aprile 2007

“Ormai le Cento Fontane sono una vera e propria discarica a cielo aperto abbiamo denunciato la situazione di abbandono tante volte. Non è possibile che l'amministrazione comunale non faccia nulla per rendere le condizioni igieniche del monumento almeno accettabili”: così ricomincia la querelle sullo stato di degrado delle Cento Fontane a Torre del Greco.

Con queste parole Antonio e Vincenzo Porzio, responsabili del comitato di quartiere “Il Progresso” denunciano lo stato di abbandono del monumento in seguito ai fermi dei lavori per il ricorso presentato da una ditta esclusa dalla gara d’appalto dello scorso anno. Squallido è lo scenario che si presenta agli occhi dei cittadini che vedono portarsi via un pezzo della storia artistica torrese dall’incuranza dell’amministrazione locale e dall’inciviltà di qualcuno. Insetti, ratti, siringhe, immondizia tornano a popolare l’antica fontana rendendo pericolose anche le condizioni igieniche dei residenti della zona porto.

Lo scorso dicembre la ditta Ati di Pollena Trocchia si aggiudicò l’appalto per i lavori per 650.000 euro circa, operando per un progetto che prevedeva oltre alla riqualificazione della struttura, l’istallazione di un sistema di video-sorveglianza e piccoli giardinetti. Una azienda esclusa dalla gara però non ha voluto sentire ragioni: un ricorso al Tar per la verifica dei requisiti dell’Ati ferma i lavori per circa due mesi.

“Io non so quale sia l'attuale situazione per quanto riguarda la riqualificazione ma nel frattempo il Comune non può abbandonare il quartiere. Le Cento Fontane sono ormai un'icona dell'incuria dell'amministrazione comunale - spiega Porzio - stiamo raccogliendo decine di firme che la prossima settimana saranno inviate a Palazzo La Salle per ottenere un servizio di pulizia quotidiano”.

Barbara Falanga

www.capitoloprimo.it


ID: 6087  Intervento da: Raimondo Balzano  - Email: Raimondobalzano@libero.it  - Data: mercoledì 20 giugno 2007 Ore: 23:08

Miei cari amici,
nel ringraziare per l'intervento l'ing. Argenziano compaesano da quel di Bologna e il compaesano Dott. Langella da quel di Gorizia o giu di lì, mi preme puntualizzare che la NOSTRA "funtana" (come da certificato della Sovrintendenza allegato in bacheca dalla gentile Serena della redazione

www.torreomnia.it/forum\bacheca\cento_fontane.htm

riveste interesse storico ed etnoantropologico.

In qualità di presidente dell'associazione mi sono prefisso di rivalorizzare una importante zona storica di Torre del Greco, (Radici di Salvatore Argenziano) che una volta era il vero è più ammirato centro sociale della nostra città.
Oggi, facendo in modo che partendo dalla zona più degradata, maltrattata e abbandonata si possa farla risorgere agli antichi splendori storici architettonici e paesaggistici.
La zona mare deve ridiventare meta di ammirazione per il turismo grazie anche al clima generoso come nei tempi antichi quando Torre veniva definita "La piccola Napoli".

In questa pagina vi sono anche due immagini relative al progetto anche del Porto turistico.

www.torreomnia.it/forum\bacheca\cento_fontane.htm

La nostra Associazione ha in serbo un dossier di immagini, testi, documenti del progetto che apparirà in rete solo al prossimo inizio dei lavori.

Sono felice di questo intervento esposto in questo forum di Torreomnia molto letto, nel sito torrese più visitato nel mondo.

Cari saluti

Raimondo Balzano




ID: 6086  Intervento da: Aniello Langella  - Email: aniello@langella.net  - Data: mercoledì 20 giugno 2007 Ore: 18:32

Pregiatissimo Sig. Balzano

Stimato Amico Argenziano
Conoscenti e simpatizzanti di questa agorà,

sono stato sollecitato dall’Amico Salvatore ad esprimere il mio pensiero in merito al “Progetto 100 Fontane”. Scrivo a Lei, Sig. Balzano e nel contempo voglio chiarire alcuni passaggi della sua splendida idea.
L’area delle 100 fontane è sicuramente un luogo importante per Torre, tuttavia è un neotoponimo. Bisogna cercare nella storia per comprenderne VERAMENTE l’importanza storica, geologica e archeologica.
Nel momento in cui Lei con la sua equipe porrà la prima pietra o sferrerà il primo colpo di piccone è bene che si sappiano alcune cose. L’area dell’attuale edificio, come potrà ben comprendere è sottoposta al piano stradale, in quanto si trova ad ovest del braccio ovest della colata del 1794 che nel punto in questione è alta 7 metri. La media di altezza a Santa Croce è 11 metri. Orbene Lei comprende che il piano di calpestio dell’attuale monumento è circa 4,5 mslm. Questa quota corrisponde al piano di campagna del 1631.
Questo pezzettino di terra vesuviana è fondamentale nello studio dell’intera storia geologica del vulcano. Qui abbiamo il piano (stradale Via gen. Pica) del 1794.
A pochi passi il 1631 (il mare seccato) e sotto? Mi creda “buon samaritano” , sotto c’è sempre il meglio. L’esplorazione della cavità, della quale ho completa documentazione non ci “parla” del 1631, ma anche della storia geologica di questa eruzione.
E forse più sotto ancora c’è dell’altro. Veda, Sig. Balzano, Lei deve capire che quel fazzoletto di terra serba tesori culturali immensi che potrebbero avere riscontri incredibili se messi nelle mani giuste.
Le faccio un esempio ulteriore per farLe comprendere. A pochissimi passi da quel putridume attuale, noi tutti osserviamo quel “pezzo di roccia” nel porto che da secoli si definisce come Fronte di Calastro. A detta degli esperti quella roccia è del 1139. Io le fornisco prove certe che quel brandello di braga del Vesuvio è molto antecedente a quella data.
Qui in questa sede sarebbe lungo e complesso dirle il come ed il perché asserisco ciò. Ma mi creda sulla parola (oltre 20 anni di studio). Posto che quella parete rocciosa è antichissima, Lei deve capire che nel momento in cui andrà a “sistemare” l’area delle attuali 100 fontane, si potrà trovare al cospetto di elementi geologici, archeologici e monumentali di non scarsa importanza. Occhio a tutto quel che scava. Attenzione ai dettagli.
L’area che va dal 1° gradino delle 100 fontane alla curva della Via Felice Romano può essere per Torre, fatte le debite proporzioni, come il primo gradino della KV 62. La collina del Castello è un alto geologico che è restato immutato nei millenni ed oggi ha una quota di 28.30 mslm.
Prima del 1631 le barchette vi arrivavano sotto e qui sgorgava “IL FONTE” che a detta degli storici era “inquinato” dalla mescola delle acque del mare. Qui vi arrivava anche il re. Poi il 1631 allontanò il mare per circa 500 metri. In circa un secolo furono erosi più di 400 metri e davanti alla collina del Castello si creò uno spiazzo sul quale vennero edificate molte costruzioni e tra queste un mulino per la farina proprio dove oggi sono le fontane.
L’Università della Torre censì circa 15 proprietà in quell’area. Poi il 1794 modificò nuovamente tutto e le proprietà sepolte vennero rivendicate agli inizi del 1800 con atti notarili espliciti. Vedi Vico e Proprietà Postillo. In poche parole quell’area è importantissima,…tutta.
Un buon progetto storico sarebbe la base per poter agire nella valorizzazione. Le allego le piantine della zona in www.vesuvioweb.com vedi bacheca.

Nel ringraziarvi e scusarmi per la lunghezza del testo, vi auguro ogni bene,

Aniello Langella
PS prego di passare via fax il testo al Sig. Balzano.
Pregiatissimo Sig. Balzano


ID: 6079  Intervento da: Ciro Di Cristo  - Email: cirodicristo6@libero.it  - Data: mercoledì 20 giugno 2007 Ore: 14:07

Riceviamo su lettera a mano dal Prof. Ciro Di Cristo e pubblichiamo noi della redazione perché l'80enne storico non ha familiarità col computer:

Relazione storica sull'utilizzazione dell'acqua del Dragone e delle pubbliche fontane a Torre del Greco

Dell'acqua della pubblica fontana di Torre del Greco, una prima notizia l'abbiamo da alcuni storici napoletani del '600; quali il d'Engenio, il Beltrano ed altri (1671).

Così scrivono:
La Torre del Greco, la quale sebbene viene compresa col Territorio di Napoli, non è altrimente Casale, ma Castello ben munito e habitato da persone civili. Questo Castello è situato presso la riva del mare in luogo eminente, e nella rupe che sovrasta al lido del mare alle falde del Monte Vesuvio, fu la villa d'Alfonso I, vaghissima per la vista c'havea (sic) verso Napoli, Sorrento, l'Isola di Capri, e il Promontorio di Miseno insieme con gli altri luoghi marittimi. (...)

Leggere tutto il pezzo storico di Raffaele Raimondo a mio parere molto attendibile:

www.torreweb.it/raimondo/fontane11-78.htm

La redazione


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