11

CARLO DI MAIO

La Di Maio & Partners

Carlo Di Maio, figlio di un armatore che ha vissuto per tre

Villantica, Torre del Greco 22 gennaio 2000

Un cavallo di razza
su cui scommettere

E appena agli inizi, determinato alla ripresa dell’attività degli avi, ancora più difficile perché prevede il confronto. Ma sentirete riparlare di lui e dei suoi successi armatoriali!
Alle indiscusse qualità d’imprenditore, all’intelligenza, al decisionismo e alla caparbietà paterne, - mi so abbracciare le croci e i problemi piovutimi addosso/ –, unisce profonde capacita di riflessione e una sensibilita d’intuito che gli deriva da scelte letture, dall’abitudine ai viaggi per mare, da forzate, odiate, poi amate solitarie esercitazioni al pianoforte, dall’abilita per il disegno a mano libera che gli avrebbe fatto preferire l’Architettura alla Bocconi.
Oggi, gli effetti delle stesse discipline da ragazzo sofferte quali imposizioni, sono godute da Carlo Di Maio come frutto di arricchimento, di crescita, soprattutto d’armonia di vita. Scapolo d’oro trentaseienne, ama la compagnia, ma sa restare da solo. Afferma che sua madre e stata un’ottima compagna di viaggio per suo padre e, secondo un detto, che: la donna ti porta in cielo, come ti sotterra.

In nome del padre Giovanni

"Prima che finisse mio padre, nel ’63, insieme a Mario, Bruno, Michele, Raffaele e Giuseppe, suoi fratelli e a periti tecnici e commerciali, avevamo ripreso attività di brokeraggio o di servizio a navi di terzi, sempre tenuta negli anni ’70-80.
Ancora oggi la porto avanti sotto il nome dell’allora Società di Navigazione F.lli Di Maio Armatori con i nostri parenti D’Amato e Lembo derivanti dal medesimo ceppo Palomba, cosiddetto cul’ ’e chiumm’. Papa Giovanni era stato a lungo direttore di macchina presso la Flotta Lauro. Con la crisi della seconda meta degli anni ’80, uomo eclettico e passionale, lasciato da parte temporaneamente 1’armamento, fu Presidente della squadra del cuore dei torresi, la Turris, Presidente del Levante Hockey Club, squadra di serie A che per tre anni consecutivi si e aggiudicata lo scudetto. Con 1’Hokey Club ha partecipato ai Campionati Europei e, grazie alla sua consulenza nella CaIcio Napoli durante il periodo d’oro di Maradona, tuttora deteniamo per eredita le sue quote azionarie.
Sotto l’entusiasmo dei successi sportivi, con una trentina di soci fra cui 1’ex calciatore Iuliano, 1’allenatore del Napoli Chiappella e i cugini Iuliano e D’Amato, soci della Compagnia, diede 1’avvio nell’82 ad un’opera colossale alle pendici del Vesuvio.

L’avventura dello Sporting

Lo Sporting Club, iniziativa valida e grandiosa, sarebbe andata a gonfie vele se realizzata in territorio e contesto differenti dal nostro. E pensare che mio padre più che al guadagno, mirava a un progetto che col- masse un vuoto, una carenza di attrezzature sportive all’epoca su un territorio che languiva! Per meriti sportivi papa era stato insignito da medaglia d’oro come Cavaliere dello Stato.
Nel nostro mestiere si crede nella scalogna. Quando si compera una nave dalla buona fortuna commerciale, si tenta di mantenerne il nome nella prospettiva di tenere ancora stretta la sua fortuna per la briglia.
Ciò non valse per 1’avventura denominata Sporting Club, avversata come fu con accanimento per otto anni dai politici locali, gli amministratori di Ercolano sul cui territorio il Club poggiava. Una quantità di ostruzioni e difficoltà, sfociarono, per colmo di sventura, nei finanziamenti approvati e in seguito revocati dal Banco di Napoli a causa del noto periodo di dissesto del Banco. Il complesso, magnifico e grandioso nelle sue piscine, palestre, servizi e spogliatoi dotati di tutti i conforts, campi da calcetto, sale da ricevimento, ristoranti all’aperto e invernali, fu dichiarato fallito dal costruttore con cui e insorto il con- tenzioso che ha fatto precipitare la vita della Societh trascinando con essa noi, ammessi al passivo della societa. Questa 1’avventura che ha sottratto mio padre all’attivita congeniale d’arma- tore che ha costituito la sua fortuna economica e d’immagine. Si, perché lui si sentiva soprattutto armatore, tant’e vero che il suo pallino era comperare navi in proprio.